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Nissan

Nissan e Honda abbandonano la Cina?

Dopo Mitsubishi e Mazda, altre due case automobilistiche giapponesi - Nissan e Honda - decidono di rivedere le loro attività in Cina. La concorrenza con i marchi locali di veicoli elettrici è sempre più difficile. Tutti i dettagli.

Le case automobilistiche giapponesi Nissan Motor e Honda Motor hanno intenzione di ridurre le loro capacità produttive in Cina per via delle difficoltà a competere con i marchi locali di veicoli elettrici.

Quelle sul mercato cinese rappresentano più del 30 per cento delle vendite totali di Honda e più del 20 per cento di quelle di Nissan. La Cina, inoltre, vale il 10-20 per cento circa degli utili netti dei produttori giapponesi di automobili.

I PIANI DI NISSAN PER LA CINA…

Attualmente Nissan produce all’incirca 1,6 milioni di auto all’anno in Cina ma – stando alle rivelazioni del quotidiano giapponese Nikkei Asia – si sta preparando a tagliare la sua capacità del 30 per cento, cioè di 500.000 unità.

Nissan gestisce otto stabilimenti nel paese attraverso una joint venture con la società cinese Dongfeng Motor; ha intenzione di riorganizzare alcune di queste strutture in funzione dell’esportazione di veicoli in Asia, anziché della vendita sul mercato cinese.

Nel 2023 Nissan ha prodotto 793.000 veicoli in Cina, scendendo al di sotto del milione per la prima volta in quattordici anni. Rispetto all’anno precedente, il calo dell’output è stato del 24 per cento.

… E QUELLI DI HONDA

Honda, invece, ha intenzione di ridurre la sua capacità produttiva in Cina del 20 per cento, portandola a circa 1,2 milioni di veicoli all’anno (attualmente ammonta a 1,49 milioni). La casa giapponese possiede due joint venture con aziende cinesi: una con Dongfeng Motor e una con GAC.

LE CASE AUTO GIAPPONESI FATICANO IN CINA

Anche un’altra casa automobilistica giapponese, Toyota Motor, ha visto ridursi le sue vendite in Cina nel 2023: sono calate del 2 per cento su base annua, a 1,9 milioni di unità. Lo scorso ottobre Mitsubishi Motors ha annunciato il ritiro dalla Cina, mentre Mazda ha fatto sapere di stare rivedendo la sua joint venture nel paese.

I produttori giapponesi di auto hanno cominciato a espandersi in Cina negli anni Duemila, formando joint venture con aziende locali. Nel 2020 i marchi nipponici, grazie all’elevata qualità dei loro veicoli, sono arrivati a controllare il 20 per cento del mercato automobilistico cinese. Le case automobilistiche cinesi, però, dopo aver acquisito tecnologie e know-how dai giapponesi, sono passate a produrre veicoli elettrici in proprio, distanziandosi dalle joint venture. Nel 2023 le case cinesi – forti non solo della qualità, ma anche del basso prezzo dei loro modelli – avevano un market share del 56 per cento in patria; il solo gruppo GAC deteneva oltre il 30 per cento.

Nissan, Honda e gli altri marchi giapponesi hanno faticato a reggere la concorrenza con i cinesi nel settore dei cosiddetti veicoli a nuove energie (un termine ombrello che racchiude tutte le tecnologie alternative ai tradizionali motori a combustione interna). Lo stesso discorso vale per le case tedesche e sudcoreane: nel 2023 la quota di mercato in Cina delle prime è scesa di 6,4 punti percentuali rispetto al 2019, fermandosi al 17,8 per cento; quella delle società sudcoreane, invece, ha perso 3,1 punti, all’1,6 per cento.

La Cina è il più grande mercato al mondo per le auto elettriche, con venticinque milioni di unità vendute nel 2023. Il paese è diventando anche il primo paese paese esportatore di macchine, superando il Giappone.

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