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XIAOMI MODENA

Modena tampona Xiaomi, ecco perché

Il sindaco di Modena tampona la cinese Xiaomi per il nome scelto a un'auto. Tutti i dettagli

Ben prima che il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, s’intestasse la querelle sul nome dell’Alfa Romeo (che da sempre ha nel proprio emblema la Croce di San Giorgio di Milano e il Biscione dei Visconti) “Milano”, diventata poi Junior a seguito del suo intervento, c’era già stato un assessore del Comune meneghino che aveva avuto da ridire: “Proprio mentre stavo pensando di presentare un ordine del giorno per impedire l’accesso a Milano ai Suv, ecco che arriva Alfa Romeo che chiama Milano il suo prossimo Suv. Cavolo, mi dispiace rovinarvi la presentazione di aprile, ma forse potreste giocare di creatività e rinominarlo iononentroaMILANO” aveva scritto sui suoi social lo scorso dicembre il consigliere del Comune, Marco Mazzei, da sempre ostile all’automotive. Una polemica che Quattroruote, a sua volta non troppo in linea con la chiusura alle auto decisa dalle ultime giunte milanesi, aveva bollato come “assurda“. Ma nessuno vi aveva dato troppo peso e, se il governo non si fosse mosso, la boutade del consigliere avrebbe probabilmente avuto la longevità che avrebbe meritato.

Con l’attacco dell’esecutivo Meloni a Stellantis (le parti, lo ricordiamo, sono impegnate da oltre un anno a un tavolo attraverso il quale Carlos Tavares spera di avere bonus e sussidi statali, mentre lo Stato vuole che la produzione del gruppo in Italia, ormai calata sulle 600mila unità, raggiunga gli 1,3 milioni di vetture all’anno) era solo questione di tempo prima che la questione dei nomi diventasse un terreno di scontro tra gli 8mila campanili italici e le Case automobilistiche, nazionali ed estere, dato che da sempre – come vedremo a breve – il nostro Paese ispira gli addetti al marketing impegnati a battezzare i modelli a quattro ruote.

UNA MODENA MADE IN CHINA

Qualche perplessità la Xiaomi Modena l’aveva fatta venire anche a noi oltre un anno fa parlando appunto della berlina MS11, nome in codice Modena, il cui nome lasciava intendere che le ambizioni del gigante dell’elettronica andassero ben oltre i confini cinesi. In merito avevamo scritto: chiara l’intenzione della Casa cinese “di irretire anche i guidatori europei con uno stile che rimanderebbe  a quello delle vetture della Motor Valley emiliana”. Si ricorda inoltre che c’è già una Modena a quattro ruote: la Ferrari 360. Due vetture, benché di marche differenti, possono avere lo stesso nome?

COSA HA DETTO IL SINDACO MUZZARELLI

Ora, riporta Il Giornale, nell’agone – anzi in pista – è sceso direttamente il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, che nell’inaugurare la sesta Motor Valley Fest, si è scagliato contro il marchio hi-tech che arriva da Oriente: “Il gruppo cinese non ci ha minimamente informati o chiesto il permesso – ha spiegato Muzzarelli – Utilizzare il brand Modena per sviluppare e promuovere un prodotto cinese, quindi non del nostro territorio e non prodotto qui, nella Motor Valley, credo sia un errore e un’offesa”.

MODENA MINACCIA DI QUERELARE XIAOMI MODENA

“Modena – ha aggiunto – merita di essere valorizzata come brand e per i prodotti di un territorio unico al mondo”. Questa insomma la linea del sindaco la cui corsa elettorale era stata sostenuta da Pd, +Europa, Sinistra per Modena, Federazione dei Verdi e Modena Solidale ma le cui idee collimano perfettamente con quelle sovraniste del governo Meloni. Il Primo cittadino promette dispute legali: “Se ci sono le condizioni, il Comune di Modena farà causa a Xiaomi. Ci vuole rispetto: noi rispettiamo i cinesi e i cinesi devono rispettare Modena”.

SINDACATI SOVRANISTI

Su questo sembrano essere tutti d’accordo. Perfino i sindacati della Uilm: “Se cambia nome “Milano” deve farlo anche “Modena” – aveva già detto a metà aprile il segretario generale Rocco Palombella – Prima di aprire ai cinesi sarebbe opportuno far lavorare i nostri stabilimenti dato che in questi 3 mesi stanno producendo il 50% della produzione e ci sono tantissimi lavoratori in cassa integrazione questa disputa è qualcosa che distrae l’attenzione dai problemi reali”.

Palombella se l’era presa anche con l’Alfa Romeo Milano: “Entrambe sono una presa per i fondelli all’Italia e ai lavoratori. Quindi prima di far cambiare nome devono decidere come far risalire la produzione nei nostri stabilimenti”.

AUTO ITALIANE CON NOMI ITALIANI…

Come si anticipava, l’Alfa Romeo Milano o la Xiaomi Modena non sono stati casi isolati. Anzi. Restando nel nido del biscione, abbiamo avuto la Stelvio e la Tonale. La MiTo poi era la crasi delle iniziali Milano e Torino. Non dimentichiamo poi le Ferrari Monza, Portofino e Roma. E potremmo proseguire perché la lista sarebbe lunga, ricomprendendo anche la Lancia (che ha preso in prestito soprattutto nomi delle vie romane).

…E AUTO ESTERE CHE SI CHIAMANO COME CITTA’ ITALIANE

I nomi della toponomastica italiana sono stati saccheggiati anche da marchi esteri. I tedeschi di Opel avevano realizzato la Monza, dimenticabilissima. Storiche, invece, le americane Ford Capri, Cortina e Torino, cui Clint Eastwood ha dedicato (l’auto faceva solo da sfondo) un film, Gran Torino. Sempre Ford aveva battezzato una sua Lincoln Capri.

In anni più recenti il Giappone all’Italia ha dedicato la Nissan Murano, mentre dalla Corea sono arrivate la Kia Sorento (sì, con una sola ‘r’…) e la Kgm Tivoli. All’epoca nessuno in Italia aveva detto nulla, ma non avevamo ancora il ministero del Made in Italy…

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