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Maserati Cina

Maserati parlerà cinese? Cosa sappiamo

La consueta calma ferragostana spazzata via da un rumor rimbalzato insistentemente per tutta la Cina, fino ad approdare in Europa: Maserati sta per essere acquistata da Xpeng. Il costruttore asiatico dopo alcune ore smentisce. Ma chi ha diffuso quella 'fake news' e perché?

Solo pochi giorni fa, Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, aveva escluso con forza l’opzione spin-off per Maserati, togliendo quindi dal tavolo la ricerca di capitali per supportare l’elettrificazione del Tridente, in scia per esempio a quanto fatto di recente da VW con Porsche: «Non abbiamo nessuna intenzione di quotare la Maserati perché riteniamo che ci siano opportunità di business per fare crescere i suoi ricavi netti e la redditività». Le parole pronunciate da Tavares a fine luglio circa possibili progetti di portare Maserati in Borsa come entità autonoma non lasciavano adito a dubbi: «Lo faremo noi stessi a beneficio dei nostri azionisti. Non c’è una ipotesi di spin off sul tavolo». L’orizzonte di Maserati non sembrava insomma riservare grosse sorprese. Nelle ultime ore, di colpo, si è rincorsa una notizia che avrà allarmato i fan dell’auto sportiva e, sicuramente, anche qualcuno dalle parti del dicastero del Made in Italy; Maserati sta per essere venduta alla Cina?

MASERATI FOLGORA LA CINA

L’amore tra la Casa del Tridente e il Paese asiatico arriva da lontano. L’azienda modenese ha aperto nell’agosto 2004 a Shanghai la succursale Maserati China che distribuisce e importa le vetture direttamente dall’Italia attraverso la sua rete di oltre 60 concessionari strategicamente piazzati anche a Taiwan e a Hong Kong.

In tutto l’azienda modenese là ha dislocato circa 100 dipendenti. Non certo pochi, visto che non assembla nulla nel Paese asiatico. Però bisogna tenere conto che il 28% delle Maserati vendute finiscono appunto in Cina, dove il Tridente ha piazzato 60mila vetture in 20 anni.

Alla classe dirigente cinese le auto di gran lusso europee piacciono, soprattutto quando coniugano la sportività con le comodità offerte dalle nuove tecnologie. Non a caso Maserati lo scorso aprile ha approfittato del Salone dell’auto di Shanghai 2023 per presentare al mondo la Maserati Grecale Folgore, il primo SUV completamente elettrico del Tridente.

Sul palco era stato affiancato dalla nuova Maserati GranTurismo introdotta per la prima volta sul mercato asiatico sia nella versione con motore a combustione sia nella versione 100% elettrica, la GranTurismo Folgore.

LA CINA È SEMPRE PIU’ VICINA A MASERATI?

Come scrive Quattroruote, una notizia ha iniziato a rimbalzare nelle ultime ore su social e siti cinesi, quindi americani e poi europei, destando il mondo dell’auto dal torpore ferragostano: Maserati sarebbe per essere venduta a qualche colosso cinese.

CHI È E COSA FA XPENG, POSSIBILE ACQUIRENTE DEL TRIDENTE

Precisamente alla XPeng, meglio nota agli analisti o agli esperti come Xiaopeng Motors o Guangzhou Xiaopeng Motors Technology Co. Si tratta di un costruttore nato solo nel 2014 per volontà degli imprenditori Henry Xia (Xia Heng) e He Tao, entrambi ex dirigenti della big GAC Group (Guangzhou Automobile Group Motor Co). I capitali invece sono quelli di He Xiaopeng (in seguito presidente di Xpeng), fondatore di UCWeb ed ex dirigente di Alibaba, dal vice presidente di Alibaba Joseph Tsaie e di Lei Jun fondatore di Xiaomi.

TRA GLI INVESTITORI ALIBABA E XIAOMI

E proprio con il colosso che sviluppa e produce smartphone l’ormai ex startup ha una partnership privilegiata. Nel novembre 2019 Xpeng ha raccolto 400 milioni di dollari attraverso una raccolta fondi, dove appunto Xiaomi è risultato uno dei principali investitori della Xpeng.

LA BEN NOTA PASSIONE PER LE AUTO ELETTRICHE DI XIAOMI

Non dimentichiamo che il gruppo guidato da Lei Jun ha investito soltanto nel 2022 più di 3 miliardi di yuan, cioè circa 405 milioni di euro, per fare entrare Xiaomi nel mercato delle auto elettriche e che intende accantonare in tutto 10 miliardi di yuan, circa 1,35 miliardi di euro, in questa decade da riversare nella nuova divisione la mobilità sostenibile.

COSA C’ENTRA MODENA IN TUTTO QUESTO

Caso vuole che la berlina EV con cui Xiaomi intende sfidare Tesla, prodotta a Pechino, sia stata soprannominata dai cinesi col nome in codice Modena, che è poi sede come tutti sanno della Casa del Tridente.

Ma, è bene chiarirlo prima di far saltare la mosca al naso ai dietrologisti del Web, si tratta solo di una coincidenza che rimanda alla Motor Valley emiliana, culla di vetture da sogno amate in tutto il mondo.

GLI ALTRI FINANZIATORI DI XPENG E LE MOSSE PER ARRIVARE IN EUROPA

Tra i finanziatori dell’ex startup di Guangzhou troviamo anche  Aspex, Coatue, Hillhouse Capital, Sequoia Capital China, Alibaba, Qatar Investment Authority e il fondo sovrano di Abu Dhabi Mubadala.

Insomma, ormai anche XPeng, come molte altre Case del dragone, ha i fondi e la potenza di fuoco adatti a predisporre lo sbarco delle proprie auto elettriche nel Vecchio continente e potrebbe dunque essere alla ricerca di marchi autoctoni, sulla scia di quanto fatto da SAIC con MG (con la differenza, tutt’altro che marginale, che a differenza dei conti del marchio britannico quelli dell’azienda modenese stanno benissimo).

DALLA CINA LE RASSICURAZIONI: NESSUN INTERESSE PER MASERATI

Sicuramente è il marchio asiatico con più allacci con l’Occidente, dal momento che ha uffici di progettazione e sviluppo a Mountain View in California ed è quotata alla Borsa di New York. Non c’erano però mai state avvisaglie, almeno fino a ieri, circa il fatto che Xpeng fosse intenzionata a fare shopping tra le Case automobilistiche di lusso europee, sebbene il fatturato (circa 3,293 miliardi di dollari) glielo consentirebbe.

Non a caso dopo alcune ore, quando ormai il rumor era arrivato anche da noi, Xpeng ha dichiarato al quotidiano economico Shanghai Securities News che, per il momento, “il costruttore non ha pianificato alcuna acquisizione”. Resta da capire chi abbia diffuso quella voce che ha preso corpo fino a provocare una smentita del potenziale acquirente. E perché.

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