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Missione Aspides

Mar Rosso, al via missione Aspides con l’Italia al comando tattico

Il Consiglio Affari Esteri dell'Ue ha approvato la nuova operazione Aspides per proteggere la navigazione marittima del Mar Rosso dagli attacchi dei ribelli Houthi nello Yemen. Fatti e approfondimenti

Al via la missione Aspides con l’Italia al vertice del comando operativo.

Al Consiglio Affari esteri è stata appena approvato “il lancio dell’operazione militare navale Aspides, di cui l’Italia avrà comando delle forze”. Ad annunciarlo su X il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Bruxelles per partecipare ai lavori del Cae. “L’Italia è in prima linea per proteggere interessi mercantili e libera navigazione nel Mar Rosso. È un importante passo verso difesa comune europea”, ha aggiunto Tajani.

La missione è intesa a integrare gli sforzi degli Stati Uniti e del Regno Unito per arginare gli attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali nel Mar Rosso in seguito allo scoppio della guerra tra Israele e Hamas a Gaza. Da evidenziare che la missione europea Aspides sarà indipendente dall’operazione Prosperity Guardian, ma la collaborazione con gli americani resterà forte. Quindi Aspides non avrà alcuna relazione con le attività offensive condotte dalla coalizione a guida Usa, attraverso Centcom, aveva sottolineato la Difesa in precedenza. Le forze marittime che prenderanno parte alla missione Ue avranno il compito di proteggere le navi commerciali e di intercettare gli attacchi, ma non di prendere parte agli attacchi contro gli Houthi a terra.

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dell’Ue, Aspides sarà presentata al Parlamento italiano, che potrà approvarla o meno.

Tutti i dettagli.

ALL’ITALIA IL COMANDO TATTICO DELL’OPERAZIONE ASPIDES NEL MAR ROSSO

L’Italia avrà il comando delle forze della missione Aspides.

“L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di fornire il Force Commander  dell’Operazione Aspides nel Mar Rosso (l’Ufficiale Ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali che partecipano all’operazione)” aveva annunciato il ministro della Difesa Guido Crosetto a inizio mese.

Secondo fonti diplomatiche riprese dall’Ansa, l’Italia affiancherà al ruolo di impulso che ha svolto sotto il profilo politico per il lancio dell’Operazione un importante ruolo operativo: offrirà il Comandante della Forza – il Contrammiraglio Costantino – e il Quartier Generale della Forza, che sarà installato a bordo di un cacciatorpediniere”.

LA PARTECIPAZIONE ITALIANA AD ASPIDES

Aspides durerà inizialmente un anno ed è aperta anche alla partecipazione di Paesi terzi.

Per la missione Aspides “auspichiamo la partecipazione anche dei paesi arabi moderati, di tutti quelli che vogliano unirsi in questo sforzo collettivo di sicurezza”, aveva spiegato Crosetto  in audizione parlamentare a inizio mese.

Il nostro Paese prevede “l’impiego continuativo di almeno una nave per 12 mesi” nell’area. “Supporterà direttamente o indirettamente le azioni difensive” dell’operazione Aspides dell’Ue.

Le navi europee “svolgeranno missioni di scorta e protezione del naviglio, mantenendo uno stretto coordinamento con Atalanta, con cui Aspides condividerà parte dell’area di operazione, pur con distinzione di compiti, così come con Prosperity Guardian” [la missione a guida Usa], ha specificato il ministro Crosetto.

VALUTATA LA FORNITURA DI ASSETTI AEREI

“Gli assetti europei di previsto impiego per l’operazione comprenderanno un minimo di tre unità navali, supporto di intelligence e logistico, protezione cyber, supporto satellitare e comunicazione strategica” ha aggiunto ancora Crosetto.

“L’Italia oltre a garantire la sostenibilità dell’impiego continuativo di almeno una nave nel Mar Rosso per 12 mesi sta valutando la possibilità di fornire anche assetti aerei con capacità di sorveglianza e raccolta dati” aveva anticipato il ministro della Difesa.

L’ANALISI DEL WASHINGTON INSTITUTE

Secondo il Washington Institute, “il mandato dell’operazione bilancia i diversi approcci tra i paesi europei, con alcuni che hanno partecipato ad attacchi aerei e missilistici contro gli Houthi yemeniti e altri che preferiscono un atteggiamento più difensivo. Al di là della crisi attuale, la missione mira a rafforzare la strategia marittima a lungo termine dell’Ue (per la quale l’Oceano Indiano nordoccidentale è una priorità), così come gli sforzi diplomatici dell’Ue verso i paesi arabi e l’emergere di una difesa europea”.

L’INTEGRAZIONE CON PROSPERITY GUARDIAN

Dopodiché, il think tank di Washington ricorda che “Aspides integrerà l’attuale operazione Prosperity Guardian guidata dagli Stati Uniti, che comprende diversi paesi europei, in particolare Danimarca, Grecia e Paesi Bassi. Anche Francia e Italia sono tra i membri della missione, sebbene operino nell’area sotto i loro comandi nazionali”.

La designazione è inoltre in linea con il costante interesse dell’Ue per l’Oceano Indiano nordoccidentale sin dall’inizio dei suoi sforzi di integrazione marittima, sottolinea il Washington Institute.

Nel 2008, in mezzo alle crescenti minacce e instabilità nel Corno d’Africa, l’Ue ha lanciato l’operazione Atalanta, una missione navale il cui attuale mandato è contrastare la pirateria, combattere il traffico di droga e armi e proteggere le consegne del World Food Programme e non solo.

LE SFIDE PER LA MISSIONE SECONDO IL THINK TANK AMERICANO

Per il Washington Institute “la missione dovrà mantenere un delicato equilibrio tra il suo obiettivo di allentare la tensione e il potenziale uso della forza.”

“Il coordinamento è un’altra sfida operativa per Aspides” secondo il think tank americano. “I partecipanti dovranno collaborare con altre due missioni navali europee nell’area (Atalanta e Agenor), nonché con le iniziative guidate dagli Stati Uniti. La creazione di Aspides deriva in parte dalla riluttanza della Spagna ad estendere l’Atalanta al Mar Rosso nell’attuale contesto di crisi regionale. Una volta che la situazione si sarà calmata e la posta in gioco politica diminuita, sarà più facile riorganizzare le iniziative esistenti e, forse, fondere Atalanta e Aspides” sottolinea il centro studi.

L’IMPORTANZA DELLA PARTECIPAZIONE DEI PAESI DEL MEDIO ORIENTE

Infine, “garantire la partecipazione del Medio Oriente ad Aspides sarebbe un sostanziale successo diplomatico” secondo il Washington Institute.

Finora infatti “molti governi regionali si sono mostrati cauti nel farsi coinvolgere nella sicurezza marittima dal 7 ottobre per paura di essere visti come un traditore della causa palestinese o un antagonismo con l’Iran, con il quale cercano ancora di disinnescare tensioni. Convincere i paesi regionali riluttanti e gli Stati membri dell’Ue dell’utilità della missione al di là della crisi attuale la renderebbe una vera pietra miliare nello sforzo di rafforzare la diplomazia dell’Europa nei confronti dei suoi partner arabi, la sua presenza navale nell’Oceano Indiano nordoccidentale e la sua nascente strategia per l’Indo-Pacifico” ha concluso il think tank americano.

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