L’interventismo del presidente francese Emmanuel Macron, in piena campagna elettorale come tutti i leader del Vecchio continente per le Europee 2024, non caratterizza solo la politica estera della Francia, con le ben note boutade che stanno indispettendo Mosca. Sul fronte interno l’attuale inquilino dell’Eliseo è riuscito a chiudere il delicato dossier sull’auto elettrica ben prima delle elezioni.
Una vittoria per Macron. Una lezione tutta da apprendere per l’Italia, impelagata da oltre un anno a un tavolo con Stellantis che finora non ha prodotto risultati di sorta (e la tensione tra le parti è giunta alle stelle, come dimostra la recente querelle sul nome della polacca Alfa Romeo Milano).
COME CORRE MACRON SULL’AUTO ELETTRICA
Sono infatti bastati sei mesi a Macron per convincere i massimi rappresentanti dell’industria transalpina a portare ad almeno due milioni il numero di elettriche e ibride prodotte nell’Hexagon entro la fine di questo decennio. Nello specifico, le Case automobilistiche d’Oltralpe hanno accettato sfornare entro il 2027 non meno di 800 mila vetture elettrificate, partendo di fatto dalle 200 mila all’anno di questi ultimi anni.
L’accordo tra Macron e gli industriali delle vetture tricolori prevede anche il raggiungimento di di 400.000 punti di ricarica entro il 2030, di cui 25.000 ad alta potenza per la fine del 2027 lungo le principali arterie stradali e nelle grandi città.
L’AUTO ELETTRICA FRANCESE SI ALIMENTA CON SOLDI PUBBLICI
Per sostenere il mercato dell’auto elettrica, Macron si è impegnato ad assicurare il mondo dell’auto che il governo manterrà fino al 2027 l’attuale meccanismo di incentivazione che per quest’anno conta su risorse per 1,5 miliardi di euro.
QUANDO MACRON FU PIZZICATO SU UN’AUTO TEDESCA…
Nel 2022 un post di Emmanuel Macron accompagnato da una foto che aveva scattato personalmente dall’interno di un’auto di servizio aveva scatenato non pochi mal di pancia ai più sciovinisti tra i francesi, che subito avevano fatto notare che il loro presidente per gli spostamenti non solo si affidasse a Mercedes, ma lo reclamizzasse pure sui social. Un errore insolito dato che fino ad allora il Presidente era sempre stato ben attento a farsi immortalare o su Peugeot o su Renault. Un errore che ovviamente non ha più ripetuto.
Non solo. Da allora si è dimostrato particolarmente attento alle esigenze della filiera, rivelandosi tra i leader europei più interventisti sia rispetto alle misure protezionistiche varate da Joe Biden negli Stati Uniti, sia nei confronti della Cina, principale produttore mondiale di veicoli elettrificati.
LA FRANCIA CORRE ANCHE CON LE GIGAFACTORY
Negli ultimi anni la Francia si è senza dubbio distinta in Europa per la creazione di nuove gigafactory. Nel Paese, tra ultimate e da ultimare, se ne contano già cinque, tutte ubicate nella zona settentrionale per intensificare gli scambi commerciali con la Germania. Una bretella che invece esclude totalmente l’Italia, nonostante i due Paesi abbiano in comune il quinto gruppo automobilistico al mondo: Stellantis.