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Lyft, prima trimestrale da quotata in chiaroscuro

Prima trimestrale per Lyft dopo l'ipo: i ricavi superano le aspettative nonostante le enormi perdite. Le auto a guida autonoma è la strada per la redditività

Passi da gigante per Lyft ma occhio al buco delle perdite. Ieri la società di ride-sharing di San Francisco ha riportato il primo rapporto trimestrale sugli utili da società quotata, dopo l’ipo dello scorso 29 marzo.

Lyft ha annunciato entrate quasi raddoppiate per il trimestre conclusosi a marzo, ma anche una perdita trimestrale di 1,1 miliardi di dollari. Non solo,  previsto anche un rallentamento della crescita per l’intero anno. I conti di Lyft suonano come un campanello d’allarme per la rivale Uber, che si quoterà alla Borsa di New York giovedì.

I CONTI DELLA PRIMA TRIMESTRALE

Lyft ha registrato un fatturato di 37,86 dollari da ciascuno dei suoi 20,5 milioni di piloti attivi durante il primo trimestre, un aumento del 34% delle entrate e un aumento del 46% degli utenti rispetto allo stesso periodo del 2018.

VOLANO LE ENTRATE

Come sottolinea il Financial Times, le entrate del primo trimestre sono aumentate del 95% a 776 milioni di dollari da un anno, battendo le aspettative degli analisti di 739,9 milioni di dollari. La società di ride-sharing numero due negli Stati Uniti con una quota di mercato del 40% ha dichiarato che a spingere in su i ricavi è stato l’aumento della domanda.

Tuttavia, Lyft prosegue cauta e annuncia che la crescita dei ricavi dovrebbe moderarsi nel secondo trimestre al 58-60%, raggiungendo dagli 800 milioni agli 810 milioni di dollari mentre per l’intero anno fiscale prevede entrate totali tra 3,275 miliardi e 3,3 miliardi di dollari.

CRESCE LA PERDITA

Bene dunque i ricavi nel primo trimestre ma si allarga la perdita a 1,14 miliardi di dollari, 48,53 dollari per azione, dai 234,3 milioni di dollari, 11,69 dollari per azione, di un anno prima. Non solo, il numero uno Logan Green ha comunicato agli investitori che la società prevede che le perdite raggiungeranno il picco quest’anno. Colpa dei compensi basati sulle azioni e le spese fiscali della quotazione di marzo.

GUIDA AUTONOMA LA STRADA PER LA REDDITIVITÀ

Sempre ieri, la società di ride-hailing ha annunciato una nuova collaborazione con Waymo, la controllata di Google per le auto a guida autonoma. Nel corso dei prossimi mesi, Waymo metterà a disposizione di Lyft 10 suoi veicoli nell’area di Phoenix. I piloti della zona saranno in grado di selezionare Waymo come opzione dalla loro app Lyft per alcune corse, ha specificato Waymo.

L’annuncio potrebbe segnare un passo significativo per Lyft. Come molte altre piattaforme fornitori di “passaggi”, tra cui la stessa big Uber, la società cede una parte significativa delle entrate in stipendi ai suoi piloti. Proprio per questo la guida autonoma potrebbe rappresentare una svolta verso la redditività per entrambe le società secondo gli analisti.

IL TITOLO VA GIÙ

Gli investitori sembrano incerti su come interpretare la performance della compagnia. Dopo l’Ipo del 29 marzo, le azioni di Lyft sono diminuite del 23%. La società ha debuttato con una valutazione superiore ai 20 miliardi di dollari nella fascia alta del suo range previsto, ma la  capitalizzazione di mercato è da allora calata a circa 17 miliardi di dollari.La prospettiva di un rallentamento della crescita delle entrate ha spinto le azioni Lyft a scendere fino al 4% a circa  57 dollari nel trading post-mercato di martedì. Un tonfo insomma rispetto al prezzo di offerta pubblica iniziale di  72 dollari per azione.

INTANTO UBER SCALDA I MOTORI IN VISTA DELL’IPO DI DOMANI

Lyft è stato messo sotto pressione nelle settimane successive al suo debutto a Wall Street, tra il nervosismo degli investitori e l’ombra della prossima Ipo del suo maggiore rivale Uber, che punta a raccogliere fino a 9 miliardi di dollari e 90 miliardi di valutazione. Ma come la concorrente, nemmeno Uber ha mai riportato un profitto operativo. Entrambe le aziende spendono pesantemente sugli sconti tariffari e sugli incentivi per i conducenti e hanno incrementato le offerte nei primi mesi dell’anno per aggiudicarsi la fetta maggiore di mercato in vista del debutto azionario. L’anno scorso, Lyft contava 30,7 milioni di piloti e 1,9 milioni di conducenti in più di 300 città negli Stati Uniti e in Canada. In confronto, Uber aveva 75 milioni di piloti e 3,9 milioni di conducenti in 65 paesi.

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