L’Autopilot di Tesla, la tecnologia sperimentale finalizzata alla guida autonoma, continua a dare non pochi grattacapi all’azienda automobilistica di Elon Musk: questa volta i problemi non riguardano l’ente federale sulla sicurezza stradale statunitense, che ormai marca stretto il produttore di vetture elettriche controllando minuziosamente ogni aggiornamento del firmware, ma la Cina.
L’AGGIORNAMENTO DELL’AUTOPILOT TESLA IN CINA
Per evitare che i conducenti possano “abusare delle funzioni dell’Autopilot” Tesla dovrà richiamare 1,6 milioni di veicoli venduti in Cina. Si tratta di una correzione del sistema operativo di bordo che potrà essere compiuta mediate un aggiornamento in remoto del sistema di assistenza alla guida.
A richiedere l’intervento della Casa texana l’amministrazione statale per la regolamentazione del mercato allarmata dalla possibilità che gli abusi di cui sopra aumentino il rischio di collisioni in strada e di disattenzioni al volante.
In pratica, l’autorità cinese ritiene che il software non vigili con sufficiente attenzione sul livello di attenzione dei conducenti quando il pilota automatico è attivo. A essere interessata l’intera gamma Model S, X, 3 e Y. Si tratta della quasi totalità delle auto elettriche vendute da Tesla nel Paese asiatico, considerato che l’aggiornamento riguarderà le vetture prodotte tra il 26 agosto 2014 e il 20 dicembre 2023.
CRESCONO LE TESLA “MADE IN CHINA”
Non bisogna del resto dimenticare che, sebbene americana, Tesla abbia nella propria gigafactory di Shanghai, realizzata nel 2018 e potenziata negli scorsi mesi, il proprio impianto produttivo principale, in grado di sfornare oltre il 50% degli oltre 1,8 milioni di veicoli consegnati a livello globale.
Spulciando i dati, ben 947 mila vetture prodotte nell’arco dei dodici mesi appena archiviati, ovvero il 33% in più rispetto al 2022, sono Tesla “made in China”. Un altro dato interessante riguarda il fatto che delle circa 950mila vetture, 600mila sono state acquistate da clienti cinesi.
IL MAXI RICHIAMO USA
A fine 2023 Tesla era stata costretta, questa volta negli Stati Uniti, ad avviare un analogo richiamo per oltre due milioni di auto sempre per il medesimo problema. Anche secondo l’ente di regolamentazione statunitense, infatti, il sistema di autopilota di Tesla potrebbe non essere dotato di controlli sufficienti a impedirne un uso errato da parte dei guidatori.
In quell’occasione era stato citato, in particolare, il rischio di incidenti nei momenti in cui l’autopilota è inserito e il guidatore non è pronto a intervenire alla guida. La decisione era stata presa al termine di un’indagine su 956 incidenti avvenuti mentre le auto utilizzavano il sistema di pilota automatico.
In tutta risposta l’azienda dell’auto elettrica in un post su X (l’ex Twitter oggi di proprietà di Musk) del 12 dicembre scorso aveva pubblicato dati che dimostrerebbero che gli incidenti siano meno frequenti con il pilota automatico inserito. Le autorità cinesi e statunitensi, però, preferiscono procedere con cautela.