Rallenta la corsa dell’auto elettrica in Germania, intrapresa con entusiasmo da Volkswagen (soprattutto dal passato amministratore delegato) per lasciarsi definitivamente alle spalle lo scandalo del dieselgate. O meglio, ha inchiodato proprio la domanda, con conseguenze nefaste per le Case automobilistiche tedesche.
LE AUTO ELETTRICHE NON PARTONO
Gli ordini delle elettriche della famiglia ID non stanno più andando secondo i piani e così Volkswagen ha confermato una voce che nelle ultime ore aveva iniziato a rimbalzare su diversi media tedeschi: a breve partiranno le prime lettere di licenziamento per ridurre l’organico dello stabilimento di Zwickau. Ma che sta succedendo?
Subito dopo la pausa estiva le domande per le flotte, che rappresentavano circa il 70% dei veicoli elettrici a marchio Vw prodotti a Zwickau, sono crollate essendo arrivati a scadenza gli incentivi per il rinnovo dei parchi auto aziendali, ha rivelato una fonte interna a un’agenzia internazionale. Per questo adesso gli industriali guardano al governo federale e a quello locale per mantenere alta la domanda e, conseguentemente, l’occupazione.
I SUSSIDI SPINGEVANO LA DOMANDA
Grazie ai sussidi federali, nel mese di agosto c’era invece stato un vero e proprio baby boom nella domanda di auto elettriche in Germania, con 86.649 vetture elettriche a batteria immatricolate destinate come s’è detto per lo più alle aziende. Ragion per cui, chiedono i sindacati, lo Stato deve continuare con gli aiuti.
Anche perché il rallentamento avrà ripercussioni serie sui piani industriali del marchio. Il titolo Volkswagen quest’anno è in calo del 10% (-15,5% negli ultimi sei mesi) e la capitalizzazione è scesa sotto i 60 miliardi.
L’IMPIANTO DI ZWICKAU
Contrariamente alle aspettative, che davano per vittima sacrificale la fabbrica di Emden già rallentata nei turni per via della bassa domanda, a farne le spese insomma è uno degli impianti cardine della strategia elettrica del gruppo di Wolfsburg in cui lavorano circa 11mila persone (per la precisione, 10.700 unità) di cui oltre 2000 a tempo indeterminato.
Il polo produttivo è stato soggetto a importanti lavori di restyling durati appena 26 mesi e costati 1,2 miliardi di euro per produrre le Volkswagen ID.3, ID.4, ID.5, le Audi Q4 e-tron e Sportback e-tron, la Cupra Born e le scocche della Bentley Bentayga e della Lamborghini Urus. “In futuro – si legge sul sito del Gruppo -, oltre 300.000 modelli elettrici usciranno dalla linea di produzione di Zwickau ogni anno.”
I LICENZIAMENTI IN CASA VOLKSWAGEN
A essere lasciati a piedi i precari: secondo gli ultimi piani, la direzione aziendale intendeva assumere in via definitiva 540 precari, ma di questi 269 non vedranno rinnovarsi il contratto alla scadenza prevista a fine ottobre. Tutto ciò con ritocchi ai turni.
“La situazione è grave”, ha ammesso alla Dpa il ministro dell’economia del Land della Sassonia, Martin Dulig, facendo sapere di essere costantemente in contatto col consiglio di fabbrica e col suo omologo della Bassa Sassonia, Olaf Lies. “Vogliamo garantire ai dipendenti una prospettiva positiva, ma non sempre possiamo discutere pubblicamente e subito le possibili soluzioni”. La paura dei politici locali è che Volkswagen abbia appena iniziato coi tagli e che altre Case intraprendano la strada dei licenziamenti.
Il timore degli analisti è che la frenata macroeconomica della Germania si riverberi anche sulla sua industria e, in particolare, sul mondo dell’auto già duramente colpito dalla pandemia, dalla carenza dei chip e dal rialzo delle materie prime. Tutto ciò proprio mentre si registra la concorrenza in casa di Tesla, col nuovo stabilimento alle porte di Berlino e il debutto dei marchi cinesi.