Jakarta comprerà dall’Italia l’ex portaerei Giuseppe Garibaldi, costruita da Fincantieri e nave ammiraglia della Marina italiana per quasi 30 anni.
La Marina indonesiana era in trattative con l’Italia per l’acquisizione della portaerei dismessa Giuseppe Garibaldi. La portaerei italiana ha prestato servizio nella Marina Militare dal 1985 fino al suo pensionamento nell’ottobre 2024, con l’entrata in servizio di Trieste, la nave d’assalto anfibio o LHD (Landing Helicopter Dock) consegnata da Fincantieri alla Marina Militare lo scorso 7 dicembre.
Per il capo di Stato maggiore della Marina indonesiana, ammiraglio Muhammad Ali, l’obiettivo è rafforzare la flotta nell’ambito della modernizzazione e dell’estensione delle capacità operative attraverso l’arcipelago.
Secondo il recente rapporto di Zona Militar, il governo indonesiano ha stanziato un budget di 450 milioni di dollari per l’ex portaerei della Marina Militare Italiana, 250 milioni di dollari per gli “elicotteri da trasporto” (probabilmente riferiti agli elicotteri della classe AW-101) e 300 milioni di dollari per gli elicotteri utility.
In questo modo, le forze armate indonesiane si doteranno per la prima volta in assoluto di una nave di tale tipologia.
Come aveva commentato già a primavera Pietro Batacchi, direttore di Rid, i rapporti tra Indonesia e Italia sono attualmente molto buoni, come testimonia, giusto per restare in campo navale, l’acquisizione da parte della Marina Indonesia dei 2 Ppa. All’Indonesia Fincantieri consegnerà prossimamente i pattugliatori 5 e 6, ovvero Marcantonio Colonna e il Ruggiero di Lauria.
Tutti i dettagli.
L’ACQUISTO DI JAKARTA
Secondo Zona Militar, il 19 settembre 2025, l’Indonesia ha compiuto un passo formale verso l’acquisizione della portaerei italiana dismessa ITS Giuseppe Garibaldi, approvando un piano di finanziamento che combina l’acquisizione della portaerei con l’acquisto di nuovi elicotteri. Il Ministero della Pianificazione dello Sviluppo Nazionale ha autorizzato l’utilizzo di prestiti esteri per la portaerei, con un tetto massimo di 450 milioni di dollari, oltre a un massimo di 250 milioni di dollari per nuovi elicotteri da trasporto e un massimo di 300 milioni di dollari per elicotteri da trasporto.
NAVE GARIBALDI POTREBBE DIVENTARE DRONE CARRIER PER LA MARINA INDONESIANA
All’interno della Marina indonesiana, il Garibaldi potrebbe essere impiegato soprattutto come nave porta-droni.
Le proposte presentate all’Indonesia nel 2025 descrivevano l’adattamento della Garibaldi per elicotteri e velivoli senza pilota, ricorda Armyrecognition, aggiungendo che l’industria della difesa indonesiana ha firmato accordi con Baykar e Republikorp per la produzione locale di 60 droni TB3 navalizzati e nove droni Akinci. Il TB3 ha completato le prove di decollo con trampolino a bordo della portaerei turca Anadolu, suggerendo una compatibilità con il layout di coperta della Garibaldi. Una delegazione di Fincantieri ha visitato Giacarta nel luglio 2025 con specialisti, tra cui un ex comandante e ingegneri, per presentare quattro aree di lavoro proposte per il refitting della nave.
I dettagli delle modifiche, i costi e la durata non sono stati resi noti, ma le discussioni sono in linea con la più ampia cooperazione dell’Indonesia con l’Italia, che, come già detto, include anche le due navi da combattimento multiruolo PPA, ribattezzate Brawijaya 320 e Prabu Siliwangi 321.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Dunque l’Italia sembra aver cambiato approccio nella gestione della flotta, meglio cedere in tempo utile le unità ancora appetibili sul mercato, ricavando risorse da reinvestire nell’ammodernamento della Marina, piuttosto che spremerle fino alla rottamazione.
Come ha notato l’analista Giuseppe Manna in un post su Linkedin, “in un momento storico così carico di tensioni è infatti saggio liberarsi di unità ancora suscettibili di essere piazzate sul mercato, raccogliendo così risorse utili ad ammodernare (e magari ingrandire!) la squadra navale, invece di spremere al massimo le navi fino a doverle dismettere come ferro vecchio. I capitali così ottenuti possono essere quindi reinvestito senza pregiudicare le capacità e l’operatività della nostra Marina”. Non saranno capitali ingenti, ma certamente preferibili al nulla.