Nel mercato aeronautico italiano non esiste un oligopolio. A dirlo è l’ad di Ryanair, Michael O’Leary che prosegue lo scontro a distanza con il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma che negli ultimi mesi hanno battibeccato sul ruolo delle compagnie aeree low-cost e sui prezzi in aumento dei trasporti. Il Presidente Di Palma aveva lamentato l’esistenza nel nostro mercato di “un oligopolio” e della fine dei voli low cost.
O’LEARY (CEO RYANAIR): “NEL MERCATO AERONAUTICO ITALIANO NON ESISTE ALCUN OLIGOPOLIO”
La replica della compagnia irlandese non si è fatta attendere. Numeri alla mano O’Leary ha spiegato che nel mercato italiano non esiste alcun soggetto in grado di ridurre l’offerta, come vorrebbe l’esistenza di un oligopolio. “Gli ultimi dati di Assaeroporti dimostrano il contrario visto che a febbraio c’è stato un aumento del traffico negli aeroporti italiani del 14% a 12,6 milioni di passeggeri – scrive il ceo di Ryanair -. Una crescita quasi tutta coperta da Ryanair, raggiunta grazie alle nostre tariffe basse e all’apertura di nuove rotte come Trieste e Reggio Calabria”. La crescita, secondo il numero uno della low cost che solo a marzo ha trasportato 13,6 milioni di passeggeri con un aumento dell’8%, dipende dalla “competizione” esistente nel nostro mercato e non da presunti “oligopoli”.
RYANAIR DETIENE MENO DEL 40% DI QUOTA DEL MERCATO ITALIANO
La compagnia irlandese, come riportato da O’Leary, “detiene meno del 40% di quota del mercato italiano e sta aumentando la sua capacità di posti del 10% nel 2024 per abbassare le tariffe aeree”, offrendo oltre 29 milioni di posti da e per l’Italia nella sua programmazione estiva. Il manager interviene anche sulle parole di Di Palma circa la fine dei voli low cost. “Poco più di 12 milioni (oltre il 40%) saranno venduti a tariffe di 29,99 euro o meno per la sola andata; oltre 15 milioni (più del 50%) a tariffe pari o inferiori a 39,99 euro” ha spiegato O’Leary.
INTRIERI (AEROITALIA): NEL NOSTRO PAESE C’È UN OLIGOPOLIO MONOCRATICO
A sostenere la posizione di Di Palma ci pensa Gaetano Intrieri, ceo Aeroitalia. “Sono loro che devono imparare l’economia, non il presidente Di Palma – dice nel corso di un’intervista ad Avionews -. Io avrei aggiunto che si tratta di un oligopolio monocratico, vuol dire che il nostro è un oligopolio in cui quel numero limitato di player sono condizionati da un player, Ryanair, che da sola ha oltre il 50% del mercato domestico italiano”. Intrieri contesta, quindi, i dati forniti da Ryanair. “Anche la loro risposta, dicendo che loro hanno il 40% del mercato è un’ulteriore bufala – continua il manager -. Il condizionamento dell’unico player è totale, il sistema aeroportuale italiano è completamente genuflesso alle volontà e alle necessità degli irlandesi”.
RYANAIR AVREBBE BENEFICIATO DELLE INADEMPIENZE DI ALITALIA
Ryanair sarebbe stata in grado, secondo Intrieri, di farsi largo tra le difficoltà del mercato italiano, andando a dare risposta alle mancanze della nostra compagnia di bandiera. “Abbiamo messo in mano a Ryanair il trasporto aereo italiano per supplire ai disastri di Alitalia degli ultimi 20 anni – continua Intrieri -. Quando ero alla struttura tecnica di missione del Ministero dei trasporti cercai di porre un limite. Ryanair in Italia ha un sistema di lobby a suo favore che è notevolissimo. Non è facile opporsi vista la forza che ha saputo guadagnare in questi anni – spiega Intrieri -. Occorre dire che loro conosco bene come gestire gli aeroplani, a differenza di Alitalia che li gestiva in maniera antieconomica. Ma questo non vuol dire che gli si deve concedere una posizione dominante”.
LA SOLUZIONE È LA CREAZIONE DI UN SISTEMA ITALIA
La soluzione sarebbe, secondo il ceo di Aeroitalia, “creare un sistema Italia del trasporto aereo”, ma purtroppo gli attori in campo del trasporto aereo “non hanno alcuna intenzione di cooperare, non riusciamo a collaborare tra le compagnie aeree italiane ma non solo, ci facciamo anche la guerra, come sta succedendo tra Ita e Aeroitalia”. Di tutto questo ne beneficia Ryanair che “si permette di offendere chiunque con la solita minaccia: se non fare così ce ne andiamo”. Una minaccia poco credibile, secondo Intrieri, perché in “un mercato come quello italiano se Ryanair va via sarebbe immediatamente sostituita da una serie di player che allora sì garantirebbero una concorrenza perfetta”