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La Germania lascerà indietro l’Italia sui biocarburanti?

La Commissione europea e la Germania sembrano vicine a un accordo sugli e-fuel. L'Italia non vuole finire ai margini, e spinge per includere anche i biocarburanti tra i combustibili neutri. L'analisi di Sergio Giraldo

 

L’Italia non accetterebbe “un’interpretazione indebitamente ristretta del concetto di carburanti CO2-neutrali” che preveda l’esclusione dei biocarburanti da parte della Commissione europea. È quanto si legge in una lettera inviata dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dal ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, al vicepresidente della Commissione europea, l’olandese Frans Timmermans. Il riferimento è al provvedimento approvato dal Parlamento europeo in merito al bando dei motori diesel e a benzina dal 2035.

LA LETTERA DEI MINISTRI

“L’Italia è pienamente impegnata nella decarbonizzazione del settore del trasporto”, ricordano i tre ministri nella lettera, i quali sottolineano poi “la necessità di rispettare il principio della neutralità tecnologica”.

Italia e Germania, prosegue la lettera, hanno spinto per l’inclusione del Considerando 11 nella nuova regolamentazione proprio per consentire l’immatricolazione di auto con motore a combustione interna anche dopo il 2035. Il Considerando citato, ricordiamo, afferma che “[…] la Commissione presenterà una proposta relativa all’immatricolazione posteriore al 2035 di veicoli che funzionano esclusivamente con combustibili neutri in termini di emissioni di CO2”. Grazie a tale inclusione l’Italia non si è opposta all’impianto generale del provvedimento.

BIOCARBURANTI COME GLI E-FUEL

A metà della lettera, ecco il nocciolo della questione: “Combustibili neutri in termini di emissioni di CO2 significa, per noi, combustibili rinnovabili gassosi o liquidi, compresi biofuel ed e-fuel”. Il governo italiano equipara quindi espressamente i due tipi di carburante e chiede che il Considerando 11 sia attuato “prima della revisione del 2026, proponendo un atto giuridicamente vincolante. Un impegno in tal senso da parte della Commissione, con l’indicazione di una tempistica, sarebbe molto apprezzato e permetterebbe di concludere positivamente il dossier”.

In conclusione, i tre ministri affermano, come già riportato, che “in ogni caso l’Italia non accetterebbe una interpretazione indebitamente ristretta del concetto di carburanti CO2-neutrali che includesse solo gli e-fuel e non i biofuel”.

COSA VUOLE LA GERMANIA

Affermazione molto importante, specialmente alla luce di una lettera inviata dal capo di Gabinetto del ministero dei trasporti tedesco allo staff del Commissario europeo Timmermans. Nella lettera, il funzionario di Berlino delineava un percorso per arrivare a comprendere gli e-fuel, che i tedeschi pretendono, all’interno della classificazione Euro 6, senza rimettere in discussione il testo principale già approvato dal Parlamento europeo. Questo tracciato però appare disegnato esclusivamente per gli e-fuel (ottenuti da produzione di idrogeno con energia rinnovabile associata ad un processo chimico), mentre sembra escludere i biocarburanti (derivanti invece da vegetali, biomasse o residui di lavorazioni), nonostante entrambi siano neutrali dal punto di vista delle emissioni di CO2. La trattativa separata tra governo tedesco e Commissione sembrava quindi mettere l’Italia in minoranza sui biocarburanti nella nuova classificazione post-2035.

La lettera dei tre ministri italiani, quanto mai opportuna, contribuisce ora a fare chiarezza, non solo perché equipara e-fuel e biocarburanti ma anche perché mette in mora la Commissione chiedendo esplicitamente un atto giuridicamente vincolante.

LA PROPOSTA CERVELLOTICA DELLA COMMISSIONE

La presa di posizione italiana giunge con tempestività a rompere l’idillio tra la Germania e la Commissione, concretizzata in una bozza di soluzione che è circolata proprio in questi giorni, quasi contemporaneamente alla diffusione della lettera italiana. Nella proposta dalla Commissione, dopo il 2035 si potranno immatricolare auto con motore a combustione interna “solo se alimentate a e-fuel CO2-neutrali”. Non si parla quindi di biocombustibili. Sarebbe creata una nuova categoria di veicoli a e-fuel, proprio come suggerito nella missiva tedesca della settimana scorsa.

La novità contenuta nella proposta della Commissione, però, è a dir poco mirabolante: i nuovi veicoli ammessi dovranno avere motori in grado di riconoscere se il combustibile utilizzato contiene CO2 o meno. La cervellotica richiesta della Commissione, che evidentemente vuole avere l’ultima parola su tutto, non è piaciuta ai tedeschi. Da Berlino comunque trapela la convinzione che a breve si giungerà a un compromesso. La lettera italiana però, per come è scritta, potrebbe rompere questo equilibrio e costringere la Commissione ad includere esplicitamente anche i biocombustibili tra i carburanti ammessi. Vedremo se il governo di Giorgia Meloni riuscirà a tenere il punto, che darebbe una teorica possibilità di sopravvivenza ad almeno una parte del settore industriale automobilistico italiano.

L’ELETTRIFICAZIONE, INTANTO, AVANZA

Intanto, Tesla ha reso noti i risultati delle vendite di febbraio in Unione europea: 19.249 veicoli (erano 12.860 nel febbraio 2022, +50%) con una quota di mercato del 19,8% tra i veicoli elettrici e del 2.4% del mercato totale auto europeo. L’elettrificazione dei trasporti avanza.

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