Ita Airways, la compagnia di bandiera italiana che a breve dovrebbe andare a nozze con la tedesca Lufthansa, ha presentato i conti chiudendo il primo semestre con ricavi a 1,4 miliardi di euro e con un incremento dei ricavi da passeggeri del 33%, rispetto al 2023, raggiungendo – secondo quanto dichiarato – il break-even operativo.
A seguito dell’accordo con Lufthansa, che ha acquistato una quota nella compagnia italiana, gli aeroporti di Fiumicino e di Linate resteranno entrambi strategici.
È quanto ha spiegato il presidente di Ita, Antonino Turicchi, nel corso di una conferenza stampa nei giorni scorsi nella nuova sede milanese della compagnia aerea.
“La generazione di cassa consente alla compagnia di sostenere il piano di investimenti che abbiamo più che raddoppiato rispetto all’anno precedente e abbiamo assicurato una situazione di cassa estremamente importante”, ha sottolineato Turicchi.
Ma guardiamo i numeri: i ricavi totali nel primo semestre sono stati pari a 1,4 miliardi di euro, in crescita di 300 milioni sullo stesso periodo del 2023. Di questi 1,2 miliardi sono i ricavi da passeggeri, in crescita del 33%, pari a 8,3 milioni di passeggeri con un load factor al 79%.
Per l’intero anno i ricavi passeggeri sono visti a 2,7 miliardi, rispetto a quanto dichiarato dallo stesso Turicchi, qualche mese fa che poneva l’asticella forse troppo ottimisticamente a 3 miliardi di Euro, ma comunque in miglioramento del 25% rispetto al 2023, con un load factor atteso, per poter superare la quota dell’anno scorso, all’ 80%.
Secondo quanto riportato dai vertici della compagnia, l’Ebitda è stato pari a 62 milioni, in decisa crescita raggiungendo già nel primo semestre il break-even operativo.
Il Cash flow operativo è stato pari a 280 milioni e la generazione di cassa a 393 milioni, in crescita di 51 milioni. Il semestre si chiude con un rosso di 140 milioni, in peggioramento rispetto ai -128 milioni dello stesso periodo 2023, a causa secondo quanto riportato sempre dai vertici del vettore di bandiera dell’effetto cambio euro-dollaro.
Il presidente di Ita Airways ha aggiunto che la compagnia chiuderà in utile il 2025 affermando: “L’utile, sulla base del piano concordato fra ministero dell’Economia e Lufthansa, è previsto nel 2025 anche perché è un anno un po’ particolare perché c’è il giubileo. Stiamo registrando un traffico estremamente importante su Fiumicino e riteniamo che nel 2025 questi risultati possano essere confermati”.
Startmag ha chiesto a Cristiano Spazzali, manager, analista ed esperto di trasporto aereo, ex direttore generale di Azzurraair, e che segue ormai da tempo il dossier Ita-Lufthansa, di analizzare i dati forniti dalla compagnia di bandiera darci un suo parere su quanto dichiarato dal vettore.
“Secondo la mia analisi – spiega Spazzali – Ita al momento è in una fase estremamente delicata. I dati che ho analizzato ci dicono due cose importanti: la prima è che la compagnia ha registrato un calo delle vendite generalizzato, il secondo è che il vettore per compensare la mancanza di prenotazioni ha dovuto aumentare le tariffe. Ogni anno inserisco in un modello matematico, appositamente costruito per analizzare le performance della compagnia di bandiera, tutti i dati dei voli del vettore calcolando gli indici di riempimento secondo l’andamento del mercato, e inserendo le tariffe pubblicate dalla compagnia. Il risultato che ne esce normalmente è abbastanza realistico con un margine di errore del 3-4%, Ovviamente queste elaborazioni vanno considerate alla stregua di stime e quindi sono dei dati non ufficiali”.
Spazzali poi illustra alcuni dati salienti della sua analisi: “Rispetto a quanto dichiarato dai vertici di ITA riguardo ai dati di previsione io, per esempio, avevo stimato il fatturato complessivo al 2024 con una cifra più alta di circa 100 milioni di euro rispetto a quanto invece ha dichiarato il presidente Turicchi in conferenza stampa. Questo significa che le prenotazioni sono ancora più basse di quanto io stesso mi sarei aspettato”.
Spazzali è poi entrato nel dettaglio della sua analisi.
“Se analizziamo il fatturato di ITA e lo dividiamo per tipologia di mercato vediamo che come dichiarato anche dalla compagnia e anche secondo i miei dati che il mercato intercontinentale è quello che genera più fatturato per circa il 43% del fatturato complessivo. A seguire tutti gli altri.
Per quanto concerne i dati di bilancio che ITA ha rilasciato durante la conferenza stampa, “a mio avviso andrebbero letti all’incontrario. L’Ebitdar e cioè gli utili prima di interessi, imposte, svalutazioni, ammortamenti e costi di leasing, secondo i miei calcoli e le mie stime, è positivo per circa 50 milioni. L’Ebitda che invece sono gli utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti è invece negativo per circa 140 milioni di euro a cui dovranno poi essere aggiunti gli ammortamenti. Secondo questo schema l’azienda non è in break-even operativo proprio per il fatto che i costi di leasing portano i conti in rosso. Ma questa posizione è una posizione mia personale in quanto sono abituato ad analizzare i conti delle compagnie con un metodo più pessimistico in modo da poter sempre avere un margine di sicurezza”.
“La semestrale di Ita inoltre – aggiunge l’analista – ci dice molte altre cose: ad esempio che il margine di contribuzione dell’aeroporto di Milano Linate è più basso di quello di Roma Fiumicino. Escludendo i voli intercontinentali per fare un paragone corretto, Linate contribuisce per circa il 34% al netto dei costi mentre Roma Fiumicino per il 66%”.
Spazzali poi illustra alcuni indici del vettore rispetto ai conti del 1° semestre: ”Se analizziamo i dati salienti e cioè il fatturato, i passeggeri trasportati, l’indice di riempimento, il numero dei voli, la media degli aerei in flotta e i posti offerti, questi dati ci possono fornire degli indici in percentuale che ci danno una fotografia abbastanza corretta dell’andamento dell’attività della compagnia aerea. Ad esempio da questi dati si evince perfettamente che il vettore rispetto allo scorso anno ha aumentato i prezzi medi di circa il 6,40%”.
“E in effetti se analizziamo le tariffe pubblicate – sottolinea Spazzali – vediamo ad esempio che la fuel surcharge, una tassa che dovrebbe abbattere i costi del carburante è aumentata su tutte le tipologie voli, dal domestico all’intercontinentale. Sul domestico c’è stato l’incremento di un euro a tratta mentre sull’internazionale la forchetta di aumenti va da 7 a 13 euro a tratta, più marcato l’aumento sull’intercontinentale dove se nella classe economy è rimasta pressoché invariata, sui voli di business la fuel surcharge è aumentata di quasi 140 euro tratta”.
Un altro dato particolarmente indicativo, secondo Spazzali, ”è quello del rapporto tra il numero di voli operati rispetto al fatturato. Questo dato è in calo del 18% e ci dice che la compagnia aerea nonostante abbia operato meno voli, ha comunque incrementato il fatturato”.
“Questo significa – aggiunge – che la compagnia ha lavorato sulla sua massa critica applicando degli aumenti ai biglietti per compensare il calo di prenotazioni. Di fatto, invece di abbassare le tariffe per imbarcare più passeggeri e quindi prendersi anche dei nuovi clienti, così come hanno fatto la stragrande maggioranza delle altre compagnie aeree, ITA ha preferito chiedere ai suoi clienti di pagare dei prezzi più alti per potersi mantenere in equilibrio. Questo modo di agire, a mio avviso porta risultati solo nel brevissimo periodo, ma nel lungo periodo è tutt’altra storia”.
Spazzali conclude l’analisi parlando dei nuovi uffici milanesi di ITA Airways: “Sulla questione dei nuovi uffici di Milano di ITA e che ospitano anche Volare, la società di ITA che gestisce il programma fedeltà della compagnia di bandiera questo mi lascia leggermente perplesso. Come è possibile che una società che sarà inglobata nel sistema Miles & More di Lufthansa e quindi destinata in un futuro non molto lontano ad essere chiusa, possa solo immaginare di spendere dei quattrini per degli uffici nuovi. Sarebbe stato molto più corretto aziendalmente parlando, anche per risparmiare, portare la società Volare a Roma e inglobarla negli uffici di ITA. Sembra quasi che qualcuno stia facendo le cose come se l’accordo con Lufthansa non esistesse proprio. Non è una cosa curiosa?”