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Cosa c’è nell’accordo sugli incentivi alle auto elettriche e a basse emissioni. Fatti e commenti

Il governo ha trovato un accordo sugli incentivi all'acquisto di auto elettriche e a motore termico (a basse emissioni). Ecco numeri, tempistiche e il commento di Motus-E.

 

Il governo ha trovato un accordo sui nuovi incentivi per il settore automobilistico dal 2022 al 2024, che serviranno a stimolare gli acquisti e, di conseguenza, a favorire il ricambio del parco circolante verso veicoli a minori livelli di emissioni.

COSA C’È NELL’ACCORDO

Come riporta Repubblica, l’accordo consiste in 650 milioni di euro all’anno per tre anni. Sono inclusi i veicoli a motore termico meno inquinanti, che vedranno però ridursi gradualmente la disponibilità di fondi. Al contrario, nel corso dei tre anni aumenteranno i soldi destinati alle auto elettriche e ibride.

Il contributo massimo per le auto solo elettriche è stato ridotto da 6000 euro a 5000 euro.

Per i veicoli a motore termico che rientrano nella fascia emissiva di 0-20 grammi di CO2 per chilometri, è previsto un bonus di 3000 euro, che sale a 5000 con la rottamazione di un mezzo di classe inferiore alla Euro VI. Il tetto massimo è di 35.000 euro, esclusa l’Iva.

Nella fascia 21-60 g/km, l’incentivo è invece di 2000 euro, o 4000 con rottamazione, per un massimo di 45.000 euro.

Per la categoria 61-135 g/km sono previsti 2000 euro ma solo con rottamazione, e un tetto di 30.000 euro. Le risorse stanziate caleranno dai 170 milioni del 2022 a 150 nel 2023 e 120 nel 2024.

Per le moto elettriche e quelle a motore termico, infine, sono previsti rispettivamente 4000 e 2500 euro massimi.

RESPINTA LA PROPOSTA DI GIOVANNINI

Il provvedimento, inoltre, non è stato allargato alle flotte aziendali ma solo, limitatamente, ai veicoli commerciali: la richiesta del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, è stata respinta.

SCONTENTATO FRANCO

Le misure di sostegno alle vendite (non solo automobili, ma anche veicoli a due ruote) non saranno legate alla definizione di interventi di sostegno alle politiche industriali per la transizione alla mobilità elettrica, scrive Repubblica, che arriveranno in seguito. Il ministro dell’Economia Daniele Franco avrebbe voluto che le due cose venissero accoppiate da subito.

PASSA LA LINEA DI GIORGETTI

In sostanza, l’accordo – raggiunto ieri al seguito di una riunione dei ministri di Infrastrutture, Economia, Sviluppo economico, Transizione ecologica e Lavoro – rappresenta una vittoria per Giancarlo Giorgetti, il ministro dello Sviluppo economico, che chiedeva un intervento repentino di sostegno al settore. Ha accettato che 50 milioni di euro venissero destinati ai veicoli commerciali e che il contributo massimo per l’acquisto di auto elettriche venisse tagliato di un migliaio di euro.

“Era ora”, ha dichiarato, “finalmente arrivano incentivi per settore in grande sofferenza”.

COME VANNO LE AUTO ELETTRICHE IN ITALIA

A febbraio, secondo i dati dell’associazione di categoria MOTUS-E, in Italia sono state immatricolate 8592 automobili elettriche, tra veicoli puri a batteria (BEV) e ibridi plug-in (PHEV). La quota di mercato di questi mezzi si attestava sul 7,7 per cento del totale: più del 5,8 per cento registrato a febbraio 2021, ma in netto calo rispetto alla media del 12 per cento dell’ultimo trimestre dell’anno scorso.

A marzo invece, segnala Repubblica, il mercato automobilistico italiano potrebbe aver riportato una perdita delle immatricolazioni di oltre il 25 per cento su base annua, anche a causa del ritardo degli incentivi.

I PROSSIMI PASSI

Il Sole 24 Ore spiega che per mercoledì sarà forse pronta la versione definitiva del Dpcm che ripartirà nei primi anni gli 8,7 miliardi totali del fondo al 2030 per il settore automobilistico. Il decreto dovrà superare l’esame della Corte dei conti e venire pubblicato sulla Gazzetta ufficiale; dopodiché si dovrà aggiornare la piattaforma online che permette ai concessionari di prenotare gli incentivi. Il processo potrebbe concludersi alla fine di aprile.

IL COMMENTO DI MOTUS-E

“I nuovi incentivi alle auto elettriche, seppur positivi, rischiano di non essere pienamente efficaci”, ha detto Francesco Naso, segretario generale di MOTUS-E.

“In base a quanto apprendiamo da fonti di stampa, infatti, il governo sta concedendo fino a 5000 euro di incentivi per le auto pure elettriche a fronte di una spesa massima di 35.000 euro, mentre fino a 4000 euro per auto ibride plug-in a fronte di una spesa massima di 45.000 euro. Questo è incoerente con la prontezza degli sviluppi tecnologici in gioco e con le politiche sulle infrastrutture di ricarica messe in campo sinora: infatti da una parte lo stato finanzierà con 740 milioni di euro le infrastrutture di ricarica ad alta potenza, dall’altra incentiverà auto che non ricaricano ad alta potenza. Servirebbe coerenza fra le misure”.

“Inoltre”, prosegue Naso, “il fatto che gli incentivi non si estendono alle flotte aziendali rappresenta un’occasione persa”, perché queste “possono essere strumento di vera diffusione dei mezzi a batteria, portando sul mercato dell’usato, nel giro di tre-quattro anni, veicoli elettrici che potranno essere acquistati anche da famiglie che non possono permettersi un mezzo nuovo”.

“Il rischio vero è che l’Ecobonus non sia del tutto efficace e che le risorse messe a disposizione non vengano utilizzate del tutto”, ha concluso.

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