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Autostrade Spostamenti

Il governo ammette su Autostrade: lo Stato non ha poteri di verifica sulle opere in concessione

Continuano ad emergere le sorprese sulle convenzioni che legano lo Stato ad Autostrade per l'Italia

Continuano ad emergere le sorprese sulle convenzioni che legano lo Stato ad Autostrade per l’Italia (Aspi), la società del gruppo Atlantia controllato dalla famiglia Benetton.

Oggi è stato il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a sottolineare e a chiarire un aspetto che era controverso.

A chi spetta la verifica strutturale delle opere in concessione? Allo Stato? O alle società concessionarie?

Allo Stato, verrebbe da pensare. E invece no. Parola del governo. Ecco che cosa ha messo nero su bianco il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Il controllo che deve svolgere questa amministrazione afferisce un ambito dal quale risulta completamente esclusa qualsiasi verifica strutturale sulle opere in concessione, che è invece compito del concessionario. I controlli del concedente sono prioritariamente rivolti all’ottemperanza degli obblighi convenzionali”. Lo ha precisato il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti retto da Danilo Toninelli (M5S) in una nota di chiarimento legata al caso del crollo del Ponte Morandi a Genova.

“L’organizzazione, le risorse ed i mezzi della Direzione generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali sono rapportati alle specifiche competenze dell’amministrazione che non includono e non si sovrappongono alle attività di verifica spettanti al concessionario”, prosegue il ministero, “con l’istituto della concessione lo Stato demanda ad un soggetto terzo, concessionario, le competenze legate alla gestione e manutenzione dell’infrastruttura che vengono esercitate sulla base di una specifica organizzazione e con disponibilità di uomini e mezzi. Tale schema operativo prevede il trasferimento al concessionario di ogni onere connesso alla verifica dello stato dell’infrastruttura, come peraltro acclarato dall’articolo 14 del Codice della Strada”.

Bizzarria che si somma alle altre anomalie qui descritte e analizzate dal prof. Ugo Arrigo. Ecco l’intervista di Start Magazine all’economista esperto di regolazione dei trasporti.

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