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Hyundai aerotaxi

Hyundai rinchiude gli aerotaxi nell’hangar

Dopo le tedesche Lilium e Volocopter un'altra startup dei cieli sembra alle prese con turbolenze impreviste: Supernatural avrebbe infatti sospeso tutti i test dopo la dipartita di Ceo e Cto e il licenziamento del 5 per cento della propria forza lavoro. Hyundai non è più interessata al sogno degli aerotaxi elettrici?

Se i robotaxi hanno qualche difficoltà tecnica di troppo, gli eVtol (velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale che molte compagnie piuttosto ardite volevano trasformare in taxi dei cieli) si dimenano nelle turbolenze burocratiche e normative che impediscono loro di spiccare il volo, dovendo anche fare letteralmente i conti con quello che pare un ormai diffuso scetticismo da parte degli investitori.

Ne è un esempio la tedesca Volocopter che, dopo aver bruciato una grande quantità di denaro (non meno di mezzo miliardo, tra i principali investitori: il marchio automobilistico Daimler, la Big Tech Intel, la società ferroviaria tedesca Deutsche Bahn, Mercedes-Benz nonché l’italiana Atlantia, ora Mundys), ha dovuto dichiarare la resa portando i libri in tribunale.

Con ogni probabilità finirà nelle mani della cinese Geely evidentemente attratta dai brevetti registrati dall’azienda europea nel corso della sua breve vita. Ora anche un’altra startup, la promettente Supernal, finora lautamente finanziata da Hyundai, rischia che i suoi mezzi ritornino nell’hangar.

SUPERNATURAL ABBANDONA IL SOGNO DEL VOLO?

Secondo quanto riporta la testata TechCrunch, infatti, l’azienda che produce velivoli elettrici a decollo verticale con l’intento di farne un servizio per il trasporto di passeggeri avrebbe sospeso tutti i test. Una notizia che rende ancora più instabile la posizione della startup dal momento che segue di pochi giorni l’annuncio delle dimissioni del Ceo Jaiwon Shin (ex punta di diamante del reparto R&D della Nasa) seguito a quanto pare a ruota dal Cto, David McBride.

Sul sito ufficiale la realtà fondata nel 2020 continua a mantenere la propria roadmap che prevede di ottenere tutte le omologazioni al volo entro il 2026 per entrare ufficialmente in servizio nel giro del biennio successivo. Per quanto riguarda il servizio commerciale, la startup ha dichiarato a TechCrunch che “la dirigenza appena nominata valuterà e determinerà la tempistica ottimale per il futuro”. Viene inoltre riportato che Supernal avrebbe spostato la sua sede centrale da Washington, DC, a Irvine, California, e licenziato circa il 5% della sua forza lavoro totale.

HYUNDAI NON È PIÙ INTERESSATA AGLI AEROTAXI?

Tutto questo peraltro avviene mentre la realtà finanziata da Hyundai ha iniziato a sperimentare i propri taxi dei cieli (il primo decollo nel marzo scorso), sebbene con qualche mese di ritardo sul cronoprogramma. Non è sfuggito che da quando ha presentato un mockup del velivolo S-A2 al Farnborough International Airshow nel luglio 2024, Supernal ha rilasciato poche dichiarazioni sui progressi del programma.

Se la notizia divulgata da TechCrunch dovesse essere fondata, potrebbe essere spia di una perdita di interesse di Hyundai Motor Group nel settore degli aerotaxi, in un momento in cui il gruppo sta affrontando non poche spese nel suo ramo statunitense per compiacere il presidente americano Donald Trump ed evitare i suoi dazi.

HYUNDAI NON HA FORTUNA CON LE STARTUP

Sempre Tc ricorda in modo beffardo che Hyudai ha un precedente in fatto di inciampi con le startup: nel 2024, il conglomerato coreano ha dovuto raddoppiare gli investimenti nella realtà di veicoli autonomi Motional dopo che il partner di supporto Aptiv aveva deciso di uscire dalla joint venture, interrompendo ogni finanziamento. Ciò ha portato a un’importante ristrutturazione dell’azienda alla fine dello scorso anno, che ha comportato il licenziamento di circa il 40% del personale e l’uscita del Ceo Karl Iagnemma.

LE STARTUP DI AEROTAXI FATICANO A DECOLLARE

La realtà però è che dopo tante promesse (e altrettanti soldi ricevuti) è proprio il comparto degli aerotaxi elettrici nel suo complesso a non riuscire a prendere quota, col mondo che nel frattempo è stato attratto da altri temi (la crisi dell’auto elettrica sta portando le Case automobilistiche a dover frettolosamente rivedere piani industriali e investimenti, mentre i dazi di Trump stanno rendendo tutto ancora più incerto). Oltre ai già ricordati guai di Volocopter anche un’altra azienda tedesca, Lilium, tra le prime a sperimentare i velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale, lo scorso 24 ottobre ha annunciato l’avvio della procedura di insolvenza.

L’azienda, che aveva siglato un accordo siglato con Sea Milan Airports per l’introduzione degli aerotaxi in Lombardia entro il 2027 e stretto una partnership con UrbanV e Aéroports de la Côte d’Azur per creare la prima rete europea di vertiporti regionali, aveva provato a salvarsi chiedendo in prestito 50 milioni di euro al governo tedesco che, ugualmente in crisi, glieli ha negati e non era riuscita nemmeno a ottenere un finanziamento a livello del Land della Baviera. Fondi pubblici insomma non ne arriveranno più e a quanto pare anche i privati si sono fatti più prudenti. Un avviso a tutti i naviganti, anzi, agli a aerotassisti, che non potrà essere ignorato.

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