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Auto Elettrica Apple

Guida autonoma, Apple avvia i primi test

Apple ottiene i permessi per testare il software dell’auto a guida autonoma realizzato all’interno del progetto segreto Titan   Anche Apple, oltre ad Amazon, Google, Uber ed Airbus si lancia ufficialmente nel mondo della guida autonoma. La casa americana, dopo tante indiscrezioni sul progetto Titan, lancia finalmente i primi test delle vetture con software proprio.…

Apple ottiene i permessi per testare il software dell’auto a guida autonoma realizzato all’interno del progetto segreto Titan

 

Anche Apple, oltre ad Amazon, Google, Uber ed Airbus si lancia ufficialmente nel mondo della guida autonoma. La casa americana, dopo tante indiscrezioni sul progetto Titan, lancia finalmente i primi test delle vetture con software proprio. Scopriamo qualcosa in più.

Apple: al via i primi test

Apple carIl progetto dell’auto a guida autonoma di Apple procede. Meglio, dopo tante indiscrezioni ha preso forma. All’inizio sembrava che la società avesse scommesso davvero tanto sulla guida autonoma, impiegando fino a mille ingegneri. Lo scorso settembre, però, il progetto sembrava esser stato ridimensionamento. Qualcuno parlava addirittura di un fermo momentano. E invece, semplicemente, la casa continuava a lavorare in top secret alla realizzazione di un software ‘made in Cupertino’ da applicare ai veicoli.

E ora Apple è pronta a testare quanto costruito con il Project Titan. La società di Cupertino ottiene dalla Motorizzazione della California (Department of Motor Vehicles) il permesso di testare l’auto a guida autonoma. Secondo il sito Business Insider, il permesso è esteso a tre auto, delle Lexus RX, e a sei guidatori.

A lavorare al progetto Titan c’è Bob Mansfield, figura importante a Cupertino, che ha portato al successo di prodotti come MacBook Air, iMac e iPad. Mansfield è arrivato in Apple nel 1999 ed è stato una delle figure più importanti su cui Steve Jobs sapeva di poter contare. Ha lasciato il gruppo nel 2013 per lavorare come consulente, poi è stato richiamato da Cupertino.

Anche Amazon scende in campo

Dicevamo, il progetto dell’auto a guida autonoma interessa sempre più case automobilistiche e big della tecnologia, come Google, Tesla, Bmw, solo per citarne alcuni.

Tra i colossi che scommettono sulla guida autonoma c’è anche Amazon, come rivela un brevetto depositato nel mese di novembre 2015 e uno depositato nelle scorse settimane. I brevetti riguardano un sistema che gestisca la guida autonoma all’interno delle “reversible lane”, delle corsie all’interno delle quali il traffico può muoversi in entrambe le direzioni, a seconda di determinate condizioni. Che Amazon stia pensando anche a delle consegne veloci anche tramite driverless car? Probabile.

In particolare, Amazon avrebbe brevettato un sistema che comunica con veicoli a guida autonoma, informandoli di eventuali cambiamenti del flusso di traffico. Proviamo a spiegarci: la rete dovrebbe informare il veicolo nel caso in cui, per incidente o per lavori, una corsia è chiusa. Grazie all’informazione, il sistema di guida può decidere di cambiare percorso e scegliere un’alternativa più semplice o entrare nella corsia corretta con largo anticipo.

Ma la soluzione di Amazon potrebbe avere delle attuazioni ben più ampie. Il brevetto, infatti, risulterà utile anche a chi abitualmente viaggia in diversi paesi su strade con leggi d’uso sempre diverse.

Il documento non svela quali siano i piani strategici di Amazon. Se è vero che con questo brevetto il colosso dell’e-commerce entra nel mondo dell’automotive, è anche vero che la soluzione proposta potrebbe essere utile per migliorare i servizi del sito di shopping online. Forse il gruppo guidato da Jeff Bezos sta pensando a mettere in campo una rete di veicoli di trasporto a guida autonoma, che permetta ad Amazon non solo di accelerare il trasporto delle merci, ma anche di ridurre il costo della logistica, dal momento che non ci sarebbe più la necessità di pagare gli autisti.

Amazon sta lentamente prendendo un controllo diretto della sua rete di distribuzione negli ultimi anni: nel 2012 ha dato vita ad un centro di Logistica per gestire le consegne locali nel Regno Unito, ha a disposizione ben 40 aerei e nel mese di dicembre 2016 ha comprato migliaia di camion. Il brevetto potrebbe essere un indizio di nuovi sviluppi nel settore.

Il progetto di Airbus. La sfida a Google e Uber

Un progetto, più ambizioso, di guida autonoma è quello di Airbus, che ha deciso di sfidare tutti grazie all’auto voltante. Sì, Airbus, guidata da Tom Enders, ha annunciato, nel corso del Digital Life Design, che nel 2017 potrebbe debuttare (per i dovuti test) un prototipo di auto volante. Dopo aver fondato lo scorso anno la divisione Urban Air Mobility, il potente costruttore europeo di aeromobili è pronto a portare su strada (o per aria, meglio) i frutti del proprio lavoro.

Auto volanti“Stiamo ultimando la progettazione, abbiamo completato quella relativa ai software e alla sperimentazione tramite simulatore. Stiamo affrontando la questione in modo estremamente serio e prima del termine del 2017 testeremo il nostro primo modello di auto volante, un aero-taxi a guida autonoma”, ha affermato il Ceo.

Se è vero che si tratta solo di test e che per il vero debutto commerciale bisogna ancora attendere almeno fino al 2020, è anche vero che Google ed Uber, che in questi mesi tanto si stanno spendendo per portare su strada le loro auto a guida autonoma, devono iniziare a fare i conti con una nuova tecnologia che potrebbe mandare in pensione le giovani idee dei big tecnologici.

Mentre Uber e Google, infatti, stanno lavorando (separatamente) ad un servizio di ride sharing a guida autonoma, i cui veicoli viaggiano per le strade cittadine, Airbus sta lavorado ad un servizio simile a quello dei due colossi, ma i cui veicoli (o velivoli) sfruttino uno spazio cittadino ancora libero: l’aria. “Un secolo fa il trasporto si è spostato sottoterra, ora abbiamo i mezzi tecnologici per conquistare il cielo”, ha detto Enders.

La bizzarra idea del taxi volante, che vagamente ricorda i taxi di SeaBubbles, che si libreranno ad un palmo dalla Senna di Parigi, potrebbe finalmente risolvere il problema traffico in città, offrendo ai viaggiatori un’alternativa valida e veloce di spostamento. Oltre ai test, comunque, Airbsu nei prossimi anni dovrà superare diversi ostacoli: servono delle norme che regolamentarizzino i percordi d’aria cittadini di questi velivoli.

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