Mentre lo spazio aereo dell’Ucraina è chiuso ai voli civili, i droni militari statunitensi a pilotaggio remoto RQ-4 Global Hawk sorvolano il paese per ore.
E in queste operazioni, la Sicilia è in prima linea. Come ha raccontato nei giorni scorsi il Messaggero, il Global Hawk “decolla ogni giorno dalla base di Sigonella, a sud di Catania, e dopo tre ore è pronto a spiare dai cieli ucraini le mosse delle milizie filorusse e, appena al di là dei confini con Russia e Bielorussia, delle truppe di Mosca”.
Il velivolo dell’Us Air Force ha un’apertura alare di quasi 40 metri e una lunghezza di 14 metri. È realizzato dall’americana Northrop Grumman. Inoltre può volare fino a 20mila metri di altitudine, per più di 30 ore. Questa autonomia gli consente di coprire un raggio anche di 100mila km quadrati di territorio in una sola missione.
Secondo il sito web dell’Air Force, la missione di questi velivoli è raccolta informazioni, sorveglianza e ricognizione “per supportare le forze combattenti congiunte in tempo di pace, emergenza e operazioni di guerra in tutto il mondo”.
Tutti i dettagli.
LE MISSIONI DEI GLOBAL HAWK IN UCRAINA
Lunedì sera, il primo RQ-4 Global Hawk denominato “Forte11” è tornato nel Mediterraneo dopo un viaggio di quasi 24 ore sull’Ucraina. Il suo transponder è scattato a bassa quota nei pressi della Stazione Aerea Navale di Sigonella in Sicilia. Era la tredicesima missione simile, riporta Reuters.
Nel frattempo, ieri sera “un RQ-4D Phoenix con numero di registrazione italiano e gestito dalla Nato è decollato dalla Base Aerea di Sigonella alle ore 22:00 UTC circa”segnala oggi Giacomo Cavanna su AresDifesa. “L’RQ-4D è basato sul Global Hawk Block 40 — spiega Cavanna — in servizio presso l’U.S. Air Force ed è stato opportunamente modificato in virtù delle esigenze dell’Alleanza Atlantica. Si tratta di uno dei droni più avanzati disponibili in grado di eseguire missioni di sorveglianza ad alta altitudine e lungo raggio (Hale)”.
“Anche andando indietro nel tempo non si era praticamente mai visto un triplice dispiegamento di droni RQ-4 in una specifica aerea del pianeta, nemmeno durante le recenti crisi in Medio Oriente” ha commentato Cavanna.
IL COINVOLGIMENTO DELL’ITALIA
“È un momento molto drammatico – aveva dichiarato all’Adnkronos il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, commentando le tensioni tra Russia e Ucraina il 22 febbraio (prima dell’operazione militare di Mosca del 24 febbraio ndr): “L’Italia è coinvolta da un punto di vista energetico, perché se chiudono i rubinetti stasera ci faremo da mangiare col fuoco e non con il gas”.
Ma “siamo coinvolti anche da un punto di vista operativo – sottolinea il generale – perché i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una base militare americana in larga parte”.
LA BASE DI SIGONELLA
Oltre i Global Hawk per la sorveglianza strategica ad alta quota, la base di Sigonella — da dove opera la Naval air station (Nas) della Marina statunitense — ospita velivoli da pattugliamento marittimo P-3 Orion e P-8 Poseidon, aerei senza pilota tipo Hale (High Altitude Long Endurance), velivoli senza pilota tipo “Male” (Medium Altitude Long Endurance) Reaper armati, aerorifornitori e velivoli da trasporto, più un’aliquota di Marines della Special Purpose Marine Air-Ground Task Force-Crisis Response-Africa con convertiplani MV-22 Osprey.
Nel 2019 la Nato ha ricevuto il primo dei 5 UAV per la sorveglianza e l’intelligence strategica RQ-4D Global Hawk. Il sistema NATO AGS, basato a Singonella, comprende un segmento terrestre di controllo ed analisi ed un segmento aereo costituito dai 5 velivoli.
LE CARATTERISTICHE DEI DRONI SPIA
L’RQ-4 Global Hawk è un drone spia disarmato da 222 milioni di dollari che pesa al decollo 10 tonnellate e sfrutta un motore a turbogetto Rolls Royce. Può sorvegliare un’area delle dimensioni della Corea del Sud o dell’Islanda in un giorno, secondo Task & Purpose.
Secondo il produttore Northrop Grumman, i velivoli vedono “potenziali minacce” e “raccolgono immagini quasi in tempo reale e ad alta risoluzione di vaste aree di terra con tutti i tipi di tempo, giorno e notte”.
“La potenza degli strumenti del Global Hawk è tale che bastano due di questi droni di penultima generazione per tenere sotto controllo tutta l’Ucraina, oltre 600mila chilometri quadrati, il doppio dell’Italia” sottolinea il Messaggero.
MONITORABILI DA SITI INTERNET
Infine, attraverso i siti Flightradar24 e Italmilradar, è possibile monitorare il tragitto dei droni che partono dall’Italia e arrivano ai teatri della crisi.
“A questo punto, dalla Sicilia il pilota del drone — spiega il Messaggero — accende tutti gli strumenti ottici, a infrarossi e radar per le ricognizioni. Gli impulsi del joystick viaggiano fino al fronte rimbalzando sui satelliti grazie alle oltre 40 grandi antenne del sistema Muos delle radio base a Ulmo, nel comune di Niscemi”.
Come ricorda la Stampa, il Muos è il “potente sistema per il controllo delle telecomunicazioni di qualsiasi tipo che ha quattro stazioni base sparse nel mondo e collegate tra loro, voluto, finanziato e gestito dagli americani”.
Airspace over and around Ukraine at 06:00 UTC time, today and 7 days ago. pic.twitter.com/0U6MYguZdO
— Flightradar24 (@flightradar24) February 24, 2022