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Shipping

Gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina sulle spedizioni marittime

Le sanzioni alla Russia fanno salire le tariffe delle spedizioni marittime e molte imprese private straniere, tra cui Maersk e Mediterranean Shipping, hanno già iniziato a sospendere i loro servizi. Fatti, numeri e approfondimenti

 

La guerra in Ucraina e le sanzioni imposte dai Paesi occidentali al Cremlino stanno avendo ripercussioni significative anche sulle spedizioni marittime sia nell’una che nell’altra nazione. Con i premi assicurativi schizzati alle stelle, molte imprese private straniere, tra cui Maersk e Mediterranean Shipping, stanno iniziando a sospendere i loro servizi.

CAUSE E CONSEGUENZE

Gli effetti delle sanzioni, che per ora non interessano prodotti energetici e alimentari, si fanno sentire. In particolare quelle che riguardano il blocco dei pagamenti Swift e delle transazioni bancarie russe verso l’estero.

Inoltre, scrive Milano Finanza, “una nave carica di greggio o gas naturale liquefatto potrebbe essere soggetta a sanzioni pochi giorni dopo aver intrapreso il viaggio, lasciando il carico bloccato e la compagnia costretta a coprirne i costi”.

L’invasione russa dell’Ucraina crea poi un altro problema: quello del personale. “Il 15% circa della forza lavoro dello shipping mondiale è infatti composta da russi e ucraini, secondo la International Chamber of Shipping. Già i lavoratori sono difficilmente sostituibili, – prosegue Mf – in più i blocchi aerei hanno reso più difficile il trasporto del personale da e per i porti. La preoccupazione principale sarà trovare personale per i porti del Mar Nero, rotta congelata dall’inizio del conflitto ma chiave per l’esportazione di merci”.

DIVIETO DI FORNITURA DI ASSICURAZIONE E RIASSICURAZIONE

“Molte delle sanzioni dell’Unione europea – si legge su Informazioni Marittime – includono anche divieti contro la fornitura di assicurazione e riassicurazione. Di conseguenza, anche se un socio non è direttamente interessato – perché, ad esempio, è domiciliato fuori dall’Ue – il P&I Club [il gruppo che mette insieme le principali compagnie assicurative marittime, ndr] potrebbe non essere in grado di fornire una copertura”. Nel settore assicurativo, infatti, a essere più colpiti sono armatori e trader extra europei.

Come ricorda l’articolo, pur non essendoci un divieto di attracco delle navi in Russia, le misure adottate contro il Paese comportano “sostanzialmente un blocco, anche perché sono tantissime le imprese private straniere che hanno scelto di sospendere i loro servizi”.

ANCHE MAERSK ABBANDONA LA RUSSIA

Dopo le decisioni di Ocean Network Express, Hapag Lloyd e Msc, anche la danese Maersk – una delle più grandi compagnie di navigazione mercantile al mondo – ha deciso di abbandonare temporaneamente tutte le spedizioni di container da e verso la Russia.

In una nota riportata da Teleborsa, Maersk ha fatto sapere che “la sospensione interessa tutti i porti russi, ma non include generi alimentari, forniture mediche e umanitarie”.

Maersk, ricorda l’agenzia di stampa, possiede il 31% dell’operatore portuale russo Global Ports, che gestisce sei terminal in Russia e due in Finlandia. “Con Global Ports – fanno sapere da Maersk – stiamo cercando di rispettare le sanzioni e le restrizioni in continua evoluzione e di preparare i possibili passi successivi”.

I PREMI ASSICURATIVI

I premi assicurativi per navigare nel Mar Nero, riferisce Reuters, in alcuni casi sono diventati proibitivi. Gli armatori, infatti, devono pagare una copertura sia per il rischio di guerra che per la navigazione in zone pericolose, con aggiornamenti sui prezzi in genere ogni sette giorni.

Per capire l’entità, Reuters porta un esempio: prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la tariffa media di queste coperture era dello 0,025% dei costi assicurativi mentre già il 25 febbraio oscillava tra l’1 e fino al 5 %. Il che equivale a “centinaia di migliaia di dollari in più di spesa per una compagnia marittima in un singolo viaggio”.

LE PREVISIONI DEGLI ESPERTI

“Secondo Glenn Koepke della FourKites, società di consulenza sulla supply chain, le tariffe oceaniche potrebbero anche raddoppiare o addirittura triplicare”, scrive MF.

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