Di pari passo con la guerra tra Russia e Ucraina continua anche la guerra delle sanzioni. Dall’esclusione di alcune grandi banche russe dal sistema Swift al congelamento delle riserve della banca centrale russa e dei beni detenuti all’estero dagli oligarchi, passando per il blocco delle esportazioni, l’Occidente tenta di colpire e affondare l’economia russa.
Ma quali sono i Paesi che importano di più dalla Russia? E cosa importano?
COMBUSTIBILI E PETROLIO
Il settore in cui la Russia esporta di più è sicuramente quello di combustibili e petrolio. Il livello di esportazione di queste materie non è nulla in confronto a quello dei cereali, di cui Start scriveva ieri.
Solo nel 2020, scrive Il Sole24Ore, “la Russia ha prodotto circa 639 miliardi di metri cubi di gas naturale, una quantità seconda solo agli Stati Uniti. Circa un terzo o 197 miliardi di metri cubi di questa produzione viene esportato dal Paese, il che lo rende il primo esportatore di questa risorsa con un ampio margine” ed “è anche il terzo produttore di petrolio greggio al mondo”.
Stando a quanto riporta Quartz, il Paese esporta soprattutto oli di petrolio, oli ottenuti da minerali bituminosi e greggio.
I maggiori acquirenti in questa categoria sono Cina e Paesi Bassi. Seguono Germania, Corea del Sud e Polonia.
PRODOTTI IMPRECISATI
Al secondo posto della classifica delle merci più esportate dalla Russia, Quartz riferisce che si trova un gruppo “un po’ misterioso”. Si tratta, infatti, di “prodotti imprecisati”, in una categoria commerciale intitolata “merci non specificate altrove”. Molto di ciò che la Russia esporta, infatti, risulta sconosciuto dalle sue statistiche.
Il migliore cliente in questa sezione è la Germania, seguita dal nostro Paese, l’Italia, e dalla Turchia. Quarta e quinta rispettivamente Bielorussia e Algeria.
METALLI E PIETRE PREZIOSE
Seguono poi le esportazioni di pietre e metalli preziosi, ma anche ferro e acciaio. Il Regno Unito acquista dalla Russia più pietre e metalli preziosi di qualsiasi altro Paese. Si tratta, in particolare, di oro e platino, incluso il palladio. Lo seguono, a distanza, Stati Uniti, Belgio, Giappone e Svizzera.
Per quanto riguarda invece ferro e acciaio, il top buyer in assoluto è la Turchia. Taiwan, scrive Quartz, importa il 40% dei suoi semilavorati di ferro e acciaio non legato o acciai comuni (ovvero leghe di ferro e carbonio in cui compaiono solo tracce di altri componenti) – da settembre 2021, però, le importazioni sono in calo, mentre Bielorussia e Kazakistan le hanno aumentate fino al 2021.
CEREALI
Grano e orzo costituiscono la maggior parte delle esportazioni russe di cereali. La Russia, scrive Quartz, rappresenta quasi il 30% delle esportazioni mondiali di questi cereali. Turchia ed Egitto sono i maggiori acquirenti, dopo di loro troviamo Arabia Saudita, Bangladesh e Pakistan.
Il Libano ha ridotto la sua dipendenza dal grano russo sostituendolo con quello dell’Ucraina.
LEGNO
La Cina è il primo acquirente delle esportazioni di legno proveniente dalla Russia, da cui ne riceve il 37% di quello che importa.
FERTILIZZANTI
Per i fertilizzanti, sia minerali che chimici, invece, il primato va al Brasile con cui la partnership commerciale continua a crescere rapidamente. Attualmente, secondo i dati resi disponibili da Quartz, i fertilizzanti russi rappresentano il 69% di quelli importati dal Paese. Dopo il Brasile figurano Cina, Estonia, India e Finlandia.
ALLUMINIO
Le esportazioni di alluminio dalla Russia, ricorda il sito, sono saltate nel luglio 2021 dopo che le autorità russe hanno tolto le tariffe di esportazione. I maggiori importatori erano Turchia, Giappone, Paesi Bassi, Stati Uniti e Corea del Sud.
I prezzi a Londra, si legge nell’articolo, hanno subito un’impennata dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha scatenato i timori di una carenza globale.
MACCHINARI NUCLEARI
La Russia esporta, inoltre, il 26,7% tra reattori nucleari e loro parti. Dopo turbogetti, turbine a gas e parti di essi corrispondono alla seconda più grande esportazione di macchinari del Paese.
Anche qui, con il 13% delle importazioni, la Cina è il maggiore cliente. Seguono Kazakistan, Bielorussia, India e Uzbekistan.
QUALI SAREBBERO LE CONSEGUENZE PER L’EUROPA DI UN EMBARGO TOTALE?
Se tutte le importazioni e le esportazioni si fermassero, secondo le simulazioni del Kiel Institute for the World Economy (IfW) riportate dal Sole24Ore, “le ripercussioni per il mondo occidentale sarebbero minime nel lungo periodo”.
“Un embargo commerciale sul petrolio – ha spiegato Hendrik Mahlkow, uno dei ricercatori dell’Istituto – comporterebbe un calo dell’1,2% della produzione economica per la Russia e solo dello 0,1% rispettivamente per la Germania e l’Ue”.
“Un embargo su macchinari e parti di macchinari – ha proseguito Mahlkow – causerebbe una contrazione dell’economia russa dello 0,5% e un embargo su veicoli e parti di veicoli dello 0,3%. Per la Germania e l’Ue, entrambe le misure avrebbero solo effetti negativi minimi”.
Per quanto riguarda lo stop all’importazione di gas russo, i prezzi dell’energia nell’Ue verrebbero influenzati nel breve termine, “ma le ripercussioni per il mondo occidentale sarebbero minime nel lungo periodo”.