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Gkn

Che cosa celano i licenziamenti di Gkn in Toscana?

Il caso Gkn a Campi Bisenzio potrebbe essere il segnale di una crisi più ampia del comparto in Toscana legato alla componentistica oltre che possibile caso di delocalizzazione verso la Germania. Dopo Bekaert, si teme per gli stabilimenti di Vitesco.

 

GKN Driveline, azienda di componenti per l’industria automobilistica di proprietà del fondo britannico Melrose, ha annunciato nei giorni scorsi la chiusura del proprio stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze) e il licenziamento – comunicato via email – di tutti i 442 dipendenti.

Come ricostruito dall’AGI, l’azienda ha detto che la scelta è dovuta alla crisi nel settore automobilistico: un “trend ribassista generalizzato” che è stato amplificato dalla pandemia e della transizione verso la mobilità elettrica. La struttura organizzativa appare dunque “non più sostenibile”, il sito di Campi Bisenzio sarà chiuso e gli esuberi saranno strutturali; non esisterebbero, sostiene GKN, le condizioni per ricorrere agli ammortizzatori sociali.

COSA PRODUCE GKN

La Nazione, il principale quotidiano fiorentino, scrive che GKN Driveline realizza semiassi ed elementi di trasmissione per l’automotive.

Circa l’80 per cento dei componenti prodotti nello stabilimento di Campi Bisenzio venivano forniti alla Fiat Chrysler Automobiles (FCA), e per il restante 20 per cento a BMW, Audi, Ferrari, Maserati e Land Rover.

“In passato”, si legge su La Nazione, “la percentuale era 50 e 50, ma poi le produzioni dei marchi tedeschi sono state riportate parzialmente” negli stabilimenti di GKN in Germania.

I CONTI DI GKN

Nel 2019 GKN Driveline Firenze ha fatturato 136,9 milioni di euro, con un calo del 9,5 per cento rispetto all’anno precedente. Il fatturato previsto per il 2025 è di 71 milioni, quasi la metà rispetto a quello del periodo precedente alla pandemia, ha scritto il Sole 24 Ore.

DELOCALIZZAZIONE COME BEKAERT?

La FIM-CISL afferma che GKN avrebbe intenzione di delocalizzare altrove la produzione di Campi Bisenzio, ma non è chiaro dove. Il sindacato pensa comunque che la chiusura del sito fiorentino non abbia “nessuna logica, visto che non poco tempo fa sono stati effettuati importanti investimenti in macchinari e automatizzazione”.

Il caso GKN viene paragonato a quello di Bekaert, azienda belga che produce rivestimenti in acciaio per pneumatici e che nel 2018 ha trasferito la produzione di Figline Valdarno (vicino Firenze) nell’Europa dell’est, licenziando 318 lavoratori.

L’INTERVENTO DEL GOVERNO

Il governo sembra voler intervenire sui licenziamenti di Campi Bisenzio: il ministero dello Sviluppo economico ha convocato una riunione per giovedì prossimo per discutere della questione. Parteciperanno anche il ministero del Lavoro, la Regione Toscana, il sindaco di Firenze, i sindacati e i rappresentanti di GKN Firenze, GKN Automotive e Melrose.

Ma – scrive oggi Il Sole 24 Ore – il caso GKNpotrebbe segnare l’avvio di una crisi dell’automotive che, anche in Toscana dove il settore conta un centinaio di aziende e circa 10mila dipendenti, rischia di avere effetti pesantissimi”.

VITESCO SARÀ LA PROSSIMA?

Gli occhi sono allora puntati su Vitesco, azienda tedesca che produce iniettori per motori termici a San Piero a Grado e a Fauglia, frazioni di Pisa: 950 lavoratori in tutto.

“La proprietà multinazionale”, ricorda il quotidiano, “ha annunciato da tempo 750 esuberi negli stabilimenti pisani a partire dal 2024 (ed entro il 2029) che si legano alla decisione di uscire dal comparto della ‘combustione’. L’azienda ha in mente progetti alternativi per riconvertirsi ai componenti per settori diversi come l’idrogeno, ma il dialogo con Regione Toscana e ministero dello Sviluppo economico non ha finora prodotto risultati”.

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