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Ned Curic

Giorgia Meloni invoca la Cdp in Stellantis (Fca)

Quale futuro per Stellantis? Ecco perplessità ed auspici di Fratelli d'Italia, il partito presieduto da Giorgia Meloni, sugli stabilimenti ex Fca in Italia.

 

La partenza di Stellantis ha il freno a mano tirato, almeno per le produzioni che riguardano lo Stivale. Da Melfi a Mirafiori, il nuovo gruppo auto, nato dalla fusione di Fca e Psa ha programmato la cassa integrazione.

Questa partenza preoccupa i sindacati, che si chiedono se dietro questa inattività ci sia la voglia di una ristrutturazione della produzione, e preoccupa anche Fratelli d’Italia, da sempre dubbioso circa la fusione e che ancora auspica un intervento dello Stato. Intervento che chiede anche su Iveco.

Di dubbi ed auspici si parlerà domani a “Fiat addio? Anche sull’auto serve uno Stato stratega”, un meeting nazionale. Tutti i dettagli.

I FATTI

Partiamo dai fatti. Stellantis ha prorogato la cassa integrazione per gli operai dello stabilimento di Melfi fino al 2 maggio, dopo 17 settimane consecutive in cui 1000 dipendenti hanno dovuto incrociare le braccia.

Cassa integrazione anche per Mirafiori, dove gli operai hanno bloccato la produzione dal 22 febbraio al 5 marzo, per calo delle richieste dalle carrozzerie clienti.

LA PAURA DEI SINDACATI

Il ricorso alla Cig preoccupa, non poco, i sindacati, che Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf temono che la cassa non dipenda solo dalle “ricadute della pandemia sul mercato dell’auto e sulla fornitura di componenti (semiconduttori)”, ma da possibili problemi più gravi che sembrano essere un “preludio a interventi di tipo strutturale, nell’organizzazione dello stabilimento e nel sistema di forniture dell’indotto, così come già si vocifera. Temiamo che sia una vera e propria strategia di ridimensionamento dello stabilimento Stellantis di Melfi”.

IL MEETING DI FRATELLI D’ITALIA

Quale futuro dunque per Stellantis in Italia? Difficile dirlo.

Ma a presentare dubbi e paure su quello che sarà, è anche Fratello d’Italia che per domani, 30 marzo, alle ore 11.00, ha organizzato un meeting nazionale dal titolo “Fiat addio? Anche sull’auto serve uno Stato stratega”. Previsti, durante l’evento, collegamenti dalle città in cui vi sono i principali stabilimenti dell’azienda: Torino, Cassino, Melfi, Pomigliano, Modena e con una testimonianza emblematica da Termini Imerese.

All’incontro “parteciperanno parlamentari, assessori regionali e sindaci, in confronto con le realtà produttive locali, rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali e di associazioni di impresa”, spiega una nota.

GLI AUSPICI DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI

Oltre ai dubbi, il partito guidato da Giorgia Meloni vorrebbe stimolare una reazione da parte del Governo, da Cassa Depositi e prestiti in particolare.

Ad introdurre i lavori, scrive Agi, sarà il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, responsabile del Dipartimento Impresa e vicepresidente del Copasir, secondo cui “è necessario che il governo agisca per tutelare gli stabilimenti, la produzione e l’occupazione in Italia anche a fronte delle dichiarazioni del Ceo di Stellantis che sembrano prefigurare scenari preoccupanti”.

MELONI INVOCA CDP

“Presenteremo un progetto che preveda la predisposizione di un piano nazionale per l’automotive e la partecipazione di Cdp nell’azionariato della nuova azienda al pari della quota pubblica francese. Ormai è, infatti, chiaro come non si sia trattato affatto di una fusione paritetica tra Fca e Psa ma di una vendita che prefigura una governance francese, il cui azionista pubblico ha, peraltro, aumentato la propria quota dopo la fusione, contrariamente a quanto precedentemente affermato”, conclude Adolfo Urso.

MELONI: DA SEMPRE CONTRO FUSIONE FCA-PSA

Che Giorgia Meloni, leader di fratelli d’Italia non avesse mai visto di buon occhio la fusione non è comunque mistero. A matrimonio (economico, si intende) avvenuto, la Meloni scrisse in un post su Facebook: “I francesi si sono presi pure la Fiat. Non c’è nessuna fusione tra Fca e Peugeot, ma un’acquisizione in piena regola: ora è ufficiale. Nell’indifferenza degli ultimi governi e nel silenzio dei grandi media, continua la sistematica e scientifica svendita del nostro sistema produttivo”.

IL PARTITO DELLA MELONI CHIEDE INTERVENTO SU IVECO

E sempre Giorgia Meloni, con Fratelli d’Italia vorrebbe evitare che anche Iveco, del gruppo Cnh, finisca in mani straniere. Il partito, sempre tramite Adolfo Urso, ha presentato una interrogazione urgente, il 26 gennaio, in cui invocava il golden power per bloccare la cessione dell’azienda italiana alla cinese Faw.

A questa invocazione sembra essersi unito anche il resto del centrodestra, con Lega e Forza Italia “Siamo lieti che 40 giorni dopo la nostra tempestiva denuncia, tutto il centrodestra si associ alla nostra richiesta di porre la ‘golden power’ sulla ipotesi di vendita Iveco alla Cina a tutela del lavoro italiano”, ha detto nei giorni scorsi Giorgia Meloni. “Su questo con FdI avevamo presentato al Senato una interrogazione urgente già il 26 gennaio e ora, finalmente, prima il governo con la dichiarazione del ministro Giorgetti e della Lega ieri, e Forza Italia oggi, ci danno ragione schierandosi anche loro a difesa della produzione e del lavoro italiano. Nella interrogazione si invitava l’esecutivo a ‘ricorrere al golden power per tutelare un asset strategico così importante anche per la filiera industriale già messa a dura prova dalla vendita di Fca a Peugeot’ e a ‘predisporre l’intervento di Cassa depositi e prestiti ove CNH intendesse comunque procedere alla vendita del gruppo Iveco’, conclude la Meloni.

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