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Giappone Auto Elettriche

Giappone, ecco come il governo gasa le auto elettriche

Per non perdere la propria leadership nel settore dell'auto e provare a mettersi in scia nella produzione delle batterie alle vicine di casa Cina e Corea del Sud, il Giappone finanzia con fiumi di denaro pubblico la filiera. Numerosi i progetti approvati dal dicastero dell'Economia che riguardano i principali attori del settore

Non è una novità che l’industria automobilistica nipponica, nonostante in anni recenti sia stata la prima a sperimentare motorizzazioni innovative che abbracciassero tanto l’elettrico quanto l’idrogeno, non ami affatto l’idea tutta europea di bandire i vecchi motori endotermici.

Un malumore diffuso che nei mesi è diventato una ostilità aperta accentuata dalla nomina dell’ex Ceo di ToyotaAkio Toyoda – uno dei più noti detrattori della mobilità elettrica – ai vertici dell’associazione automobilistica dei costruttori di auto della nazione del Sol Levante.

IL PIANO DEL GOVERNO PER ELETTRIZZARE I MARCHI

Tuttavia il governo, stante la necessità di mantenere la posizione di leadership mondiale nell’export delle vetture nipponiche (con Toyota che annualmente si posiziona tra i marchi più diffusi ai quattro angoli del globo) e il bisogno di provare a essere competitivo nel comparto delle batterie elettriche (le vicine di casa Corea del Sud e Cina sono i player principali) seppur con ritardo ha varato norme a favore dello sviluppo di una filiera nazionale di accumulatori per la mobilità.

IL SOSTEGNO AI PLAYER PRINCIPALI

In quest’ambito il ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria giapponese ha approvato i progetti di nuove batterie per auto elettriche presentati da quattro player di spicco: Toyota, Nissan, Mazda e Subaru.

Nel dettaglio, il ministero ha dato l’ok ai piani di sviluppo e produzione di accumulatori di nuova generazione allo stato solido di Toyota (saranno sviluppate anche da alcune sue controllate). Il marchio, secondo gli ultimi piani industriali comunicati ai media e agli investitori, intende avviare la produzione di nuove batterie nel 2026, con l’obiettivo di raggiungere volumi per 9 GWh l’anno.

LA CENTRALITA’ DI PANASONIC

Approvato anche il progetto che vedrà collaborare Mazda e Panasonic per produrre a Osaka batterie cilindriche agli ioni di litio da installare nelle auto di nuova generazione a partire dal 2027. La produzione annuale dichiarata sarà di 6,5 GWh, con l’obiettivo di raggiungere i 10 GWh. Le due Case preventivano una spesa da 83,3 miliardi di yen con 28,3 miliardi finanziati dallo Stato.

Sempre a Osaka (ma con l’impegno di costruire una gigafactory gemella anche a Oizumi, cittadina di appena 40mila abitanti nella prefettura di Gunma) e sempre Panasonic fornirà batterie agli ioni di litio alla Subaru per elettriche al momento ancora sprovviste di una esatta data di distribuzione: si sa solo che saranno lanciate nella seconda metà del decennio.

Il progetto prevede una capacità produttiva annuale di celle di gran lunga superiore a quello che Panasonic porta avanti con Mazda, tra 16 e 20 GWh entro il 2030 e richiederà un investimento da 463 miliardi di yen, sostenuto da aiuti pubblici per 156,4 miliardi.

LE BATTERIE PER LE KEY CAR (AMATE IN GIAPPONE)

Parere positivo anche per ciò che concerne la strategia di Nissan che intende produrre nell’arcipelago nipponico batterie al litio-ferro-fosfato (Lfp) destinate alle key car a partire dal 2028. A regime si parla di impianto da 5 GWh per cui è necessario trovare 1 miliardo di euro, mentre lo Stato ha già garantito un sostegno pubblico pari a un terzo della cifra.

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