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La bolla delle auto elettriche scoppierà in Germania?

La Germania produce più auto elettriche di quante ne riesca a vendere. E se lo scorso anno Berlino ha esportato 786 mila elettriche, il 58% in più rispetto al 2022, i porti del Paese sono ingolfati dalle vetture in arrivo dalla Cina e la gigafactory Tesla di Grünheide non sa più dove parcheggiare le sue

Un ingorgo silenzioso e a emissioni zero. Non solo perché a essere imbottigliate sono solo le auto elettriche, ma anche perché sono tutti veicoli vuoti, senza nessuno a bordo e che non stanno andando da nessuna parte: sono gli oltre 100.000 mezzi a batteria appena usciti dalle catene di montaggio o dalle stive delle navi abbandonati in Germania in prossimità di fabbriche e concessionarie, in attesa di essere venduti.

CENTOMILA AUTO ELETTRICHE IN ATTESA DI COMPRATORE

Un panorama familiare soprattutto ai cinesi: nel Paese asiatico, principale produttore di auto elettriche, scenari simili sono ormai all’ordine del giorno, tanto che foto e video degli immensi cimiteri di veicoli alla spina hanno ormai bucato la grande muraglia della censura di Pechino, permettendo al resto del mondo di scoprire l’altra faccia della mobilità sostenibile. A tal proposito vi consigliamo il reportage del WSJ da cui abbiamo tratto lo screen di copertina.

IL MAL CINESE HA COLPITO LA GERMANIA?

E se è vero che spesso le immagini valgono più di mille parole, quelle foto e quei video meglio di tanti editoriali, commenti, speculazioni e dati documentano l’ingigantirsi della bolla dell’auto elettrica. Una bolla contagiosa, rapidamente spostatasi anche nel Vecchio continente dove ormai da qualche mese i principali porti sono intasati da vetture provenienti dal lontano Oriente che però nel cuore dell’Occidente non trovano uno sbocco sul mercato.

I TEDESCHI CORRONO SULLE AUTO ELETTRICHE

Ma secondo il report del Chemnitz Automotive Institute, divisione del TUCed presso il Politecnico di Chemnitz, che ha pazientemente contato tutti i veicoli a batteria rimasti invenduti in Germania, l’ingorgo di auto elettriche a Berlino e dintorni non è causato solo dall’invasione cinese in atto. Ha altre cause che contribuiscono a gonfiare una bolla tutta europea.

E infatti per gli analisti tedeschi “nonostante la produzione record di auto elettriche del 2023 – si legge sul sito dell’istituto – non c’è motivo di essere felici”. “I dati – viene argomentato – mostrano che esistono limiti evidenti al disaccoppiamento tra produzione e domanda interna nel medio termine. La valvola di esportazione non può guarire tutte le ferite”, l’avvertimento del Cati. Vale per l’Europa, vale a maggior ragione per la Cina, che peraltro usa il Vecchio continente come valvola di sfogo.

Berlino ha esportato nel corso dei dodici mesi passati 786 mila elettriche, per un valore di 36 miliardi di euro, il 58% in più rispetto al 2022. Un record che però ha un risvolto per nulla positivo: quelle centomila auto elettriche che si contano nei parcheggi di fabbriche e concessionarie testimoniano che il 2023 per la Germania si è chiuso con un numero record di vetture alla spina rimaste invendute, anche a causa dello stop agli incentivi deciso dal governo subito dopo l’estate.

LA GERMANIA NELL’OCCHIO DEL CICLONE DELLA TEMPESTA ELETTRICA PERFETTA?

Le condizioni per la tempesta perfetta ci sono tutte: i marchi tedeschi producono ma non vendono, la Cina intasa i porti e il principale produttore mondiale di auto elettriche che ha scelto proprio la Germania per sfornare quelle destinate al mercato europeo, ovvero Tesla, non sa più dove stoccare le proprie.

I media tedeschi hanno scoperto migliaia di Tesla prodotte a Grünheide, la gigafactory alle porte di Berlino, parcheggiate in gran segreto in un ex aeroporto militare del Neuhardenberg dato che la gigafactory voluta da Elon Musk ha finito lo spazio. O sarebbe più corretto dire che sono finiti i clienti?

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