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Auto Elettriche

Mercedes, Bmw e Volkswagen accelerano di brutto sulle auto elettriche

Le auto elettriche in Germania non sono il futuro ma il presente. Il viaggio di PresaDiretta, la trasmissione di Rai 3, in Germania tra investimenti pubblici, privati e timori dei sindacati.

La Germania è già pronta alla transizione verso le auto elettriche. Presa Diretta, la trasmissione di Rai 3 di Riccardo Iacona, ha dedicato la puntata di lunedì 9 ottobre alla transizione che sta avvenendo in Europa e, meno, in Italia. Il nostro paese, infatti, è il fanalino di coda nella transizione verso le auto elettriche. E questo nonostante lo switch off sia fissato in Europa al 2035. La Germania, invece, ha abbracciato convintamente la strada della mobilità elettrica.

SMART: SIAMO 100% ELETTRICI DAL 2019

La prima realtà automobilistica a mettere in commercio un’auto completamente elettrica in Europa è stata la Smart, del gruppo Mercedes, 15 anni fa. “Siamo diventati 100% elettrici già nel 2019 – dice Dirk Adelmann, Ceo Smart Europe GmbH ad Alessandro Macina -. Abbiamo aspettato che il mix energetico migliorasse, con più energia verde, e che l’infrastruttura di ricarica fosse più disponibile per realizzare quello che avevamo in mente fin dagli anni ‘90. Il più grande ostacolo sui costi di produzione era la batteria, ma la tecnologia è migliorata molto. Negli ultimi trent’anni con la produzione in serie i costi delle batterie sono crollati. Anche i sussidi nazionali sono stati importanti. Ed è solo l’inizio, i costi dell’elettrico saranno sempre più bassi”.

I PARTITI CONSERVATORI CONTRARI ALL’AUTO ELETTRICA

I partiti più conservatori, in Italia e in Europa, considerano lo stop ai motori termici, previsto per il 2035 e voluto dall’Europa, come un’imposizione.  “Non possiamo pensare di imporre a tutto il popolo italiano, a tutto il popolo europeo di convergere su auto elettriche, per scoprire, magari tra 5 anni, che l’Euro 7 avrebbe avuto lo stesso o un minore impatto e magari scoprire l’esistenza di rapporti non chiari con mercati esteri – ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, ospite del convegno “Le auto di domani: presente e futuro della mobilità” al Meeting di Rimini -. Il governo italiano non li seguirà su questa strada”.

LA SVOLTA ELETTRICA PARTE DALLO SCANDALO DIESELGATE

Ma non è solo Smart ad aver scelto la strada dell’elettrico, è tutta l’industria automobilistica tedesca a voler abbandonare i motori a combustione. Mercedes, BMW e Volkswagen saranno 100% elettrici tra il 2025 e il 2033, prima della scadenza europea del 2035. È una scelta industriale che parte dallo scandalo diesel gate, che coinvolse il gruppo Volkswagen responsabile della falsificazione delle emissioni di automobili con motore diesel.

IN GERMANIA OGGI 15 AUTO SU 100 SONO ELETTRICHE

In Germania circa 15 auto su 100 sono elettriche, più di un milione di veicoli elettrici. “Sui cinque mercati grandi europei la quota di mercato delle elettriche è già oltre il 10%, quindi l’Italia è l’unico paese che è sotto il 10%, noi siamo al 4%”, dice Lucio Tropea, Ceo di Smart Italia. Ma non è solo l’industria dell’automotive ad aver puntato sull’elettrico. Il governo federale regionale ha predisposto nuovi parcheggi solo per auto elettriche e colonnine di ricarica ad alta potenza che rilasciano 100% energia rinnovabile. “C’è un’indicazione molto chiara dal punto di vista governo centrale – dice ancora Lucio Tropea ad Alessandro Macina -. Ha stabilito che le pompe di benzina devono avere tutte un’infrastruttura per la ricarica delle auto elettriche”.

IL GOVERNO TEDESCO FINANZIA LO SWITCH VERSO LE AUTO ELETTRICHE

Dunque, l’auto elettrica in Germania non è un oggetto del futuro ma del presente che il governo finanzia con un incentivo di 4.500 € sulle nuove auto elettriche 100% e 3000 sulle usate, inoltre l’infrastruttura è pronta per un parco auto di 7 milioni di elettriche. “L’obiettivo al 2030 è di arrivare a 15 milioni di veicoli elettrici e serviranno 150.000 punti di ricarica, il doppio di oggi vuol dire un’infrastruttura presente non solo nelle città ma anche in aperta campagna – dice Jurgen Mindel, direttore Associazione industria automobilistica tedesca  ad Alessandro Macina -. Per questo abbiamo leggi e incentivi per migliorare l’infrastruttura pubblica, ma anche quella privata. L’80% delle ricariche avviene in ambito domestico. Con le reti intelligenti a gestire l’energia si riusciranno a soddisfare le esigenze di tutti tra giorno e notte. Nel piano nazionale sono previste anche le infrastrutture di ricarica ad alta potenza per i camion, capaci di erogare megawatt di energia. Abbiamo bisogno di ridurre le emissioni di CO2 e consumare meno energia. Per fare entrambe le cose, la tecnologia è la mobilità elettrica a batteria”.

GLI INVESTIMENTI DELLE AZIENDE STRANIERE: FORD E TESLA

La “rivoluzione elettrica” voluta dal governo tedesco ha attratto investimenti da case automobilistiche straniere, a giugno l’americana Ford ha aperto a Colonia il primo stabilimento europeo completamente elettrico, ma non solo, l’anno scorso la Tesla ha inaugurato a Berlino la prima giga Factory in Europa, con un investimento da quattro miliardi di euro e ha assunto 3mila persone, a pieno regime dovrebbero essere 12.000.

VOLVO: “SAREMO AL 100% ELETTRICI ENTRO IL 2030”

“Saremo al 100% elettrici entro il 2030 – dice Jim Rowan, Ceo e Presidente Volvo Cars -Quella europea dell’auto è un’industria forte e sono sicuro che sopravviverà, ma le aziende devono capire che non si tratta solo di elettrificare, ma di produrre software, tecnologie informatiche e tutte le nuove tecnologie che arriveranno nei prossimi 5 anni”.

LE PREOCCUPAZIONI DEI SINDACATI

L’ottimismo di Rowan si scontra con le preoccupazioni dei sindacati. “Ci sarà una riduzione di posti di lavoro – dice Michael Brecht, dirigente sindacale della IG Metall – soprattutto laddove si producono motori tradizionali e parti come il cambio; quindi, servono piani di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Tutto questo non succederà dall’oggi al domani, c’è abbastanza tempo per gestire la transizione. Non sono preoccupato che vedremo licenziamenti, ci saranno prepensionamenti e sfrutteremo la fluttuazione naturale dei lavoratori. La cosa più importante è che anche le nostre fabbriche tedesche producano batterie e componenti elettronici. Stiamo chiedendo questo. Perché se non lo faremo allora gli impatti sul lavoro saranno molto forti, anche se ci sono opinioni diverse tra i sindacati. Tutti sappiamo che non si può fermare un treno in corsa”. La strategia per l’occupazione, secondo Rowan, consiste nell’abbracciare il cambiamento. “Il numero di posti di lavoro in Europa dipenderà davvero da quanto le aziende riusciranno ad abbracciare il cambiamento. Per questo è importante che l’Unione europea confermi la sua posizione sulle auto elettriche al 2035. Ci sono 12 anni per arrivarci, c’è tutto il tempo per farcela.

GLI STRETTI RAPPORTI TRA CINA E GERMANIA

È interessante che anche la Cina guardi alla Germania: la presenza di auto cinesi al più importante salone dell’auto a Monaco di Baviera è più che raddoppiata. “La concorrenza dovrebbe stimolarci, non spaventarci – ha detto Olaf Scholz, Cancelliere della Germania -. Negli anni ‘80 si diceva che le auto giapponesi avrebbero dominato il mercato, 20 anni dopo è stata la volta delle auto made in Corea e oggi si suppone che siano le auto elettriche cinesi. La competitività internazionale della Germania, come paese automobilistico, rimane completamente fuori discussione. Non è un caso che quasi un’auto su due in Europa e quasi un’auto su cinque in Cina provenga da produttori tedeschi”.

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