Sulla alleanza che perdura ormai da circa un quarto di secolo (fu siglata infatti nel 1999) tra la francese Renault e la nipponica Nissan (cui poi si è aggiunta l’altra giapponese Mitsubishi) potrebbe essere imbastito un romanzo o, forse, più una telenovela.
LE TRIBOLAZIONI TRA NISSAN E RENAULT
La partnership, infatti, in diverse occasioni nel corso degli anni è parsa più un’unione di debolezze, senza reali scopi industriali mentre nell’ultimo periodo sembrava persino destinata a essere stracciata, soprattutto dopo gli imbarazzi per le vicissitudini dell’ex numero 1 Carlos Ghosn. Poi però è arrivata la transizione ecologica che ha sparigliato le carte, costringendo i marchi dell’automotive a investire in R&D e, dunque, a raccogliere capitali.
IL TAGLIANDO ALL’ALLEANZA
E se nell’estate del 2022 pareva che i giapponesi volessero recidere il cordone ombelicale che li legava alla vecchia Europa, trattenuti a stento dalle insistenze francesi, esattamente un anno dopo, ovvero lo scorso luglio, il gruppo d’Oltralpe, che comprende i marchi Dacia, Alpine, Renault Korea Motors, è riuscito a convincere quello giapponese a sedersi nuovamente a un tavolo per stipulare gli accordi definitivi previsti dall’accordo quadro vincolante siglato e annunciato il 6 febbraio 2023. Naturalmente Renault ha dovuto cedere su diversi fronti, per rinnovare una partnership che non entusiasmava affatto la controparte.
A ogni modo, l’iter è terminato formalmente oggi con il New Alliance Agreement. Il nuovo bilanciamento, su cui le parti si sono date a lungo battaglia, vede Renault e Nissan detenere una partecipazione incrociata del 15% con obblighi di lock-up e standstill. Per effetto degli accordi Renault ha dovuto trasferire il 28,4% (su una quota totale del 43,4%) delle proprie azioni Nissan in un trust francese così da “neutralizzare” i relativi diritti di voto (potranno essere esercitati solo in casi straordinari).
Il gruppo francese continuerà a beneficiare dei diritti economici (dividendi e proventi delle vendite di azioni) delle azioni Nissan trasferite fino alla loro vendita e avrà, spiegano le parti, la flessibilità necessaria per vendere le azioni nipponiche detenute nel trust, nell’ambito di un processo coordinato e ordinato con la controparte giapponese, in cui il marchio asiatico o una terza parte designata avrà diritto di prima offerta. Renault non registrerà alcuna svalutazione nel proprio bilancio a seguito del trasferimento delle azioni Nissan nel trust.
ALLEANZA ELETTRICA
Il nuovo bilanciamento rende la partnership paritaria e, dunque, più favorevole ai giapponesi. Ma soprattutto contribuisce almeno in parte allo sviluppo dei piani francesi sull’auto elettrica. Nissan e Mitsubishi Motors saranno infatti partner forti in Ampere, la divisione di Renault nata per lo sviluppo e la produzione di veicoli elettrici e di software.
Nissan si è impegnata a investire fino a 600 milioni di euro in Ampere, per diventare un investitore strategico e mantenere un ruolo nel suo consiglio di amministrazione. Si tratta di un impegno inferiore rispetto a quanto sperato inizialmente dai francesi. L’altro partner, Mitsubishi, ha annunciato pochi giorni fa che metterà nel piatto 200 milioni di euro. Mitsubishi Motors, non dimentichiamolo, è alle prese col trasferimento delle proprie quote nella joint venture al partner cinese Gac per uscire dal Paese asiatico e prevede una perdita straordinaria di 24,3 miliardi di yen (152,6 milioni di euro) per l’anno finanziario 2023/24.