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Battisti

Ferrovie su Alitalia tampona Lufthansa e Atlantia (difesa dalla Lega)

La ricostruzione di Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale di Fs, sul dossier Alitalia. La difesa della Lega nei confronti di Atlantia. I conti dell'ex compagnia di bandiera

L’approccio di Atlantia, nella questione Alitalia, era “condizionato da altre vicende”. Così, Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato, in audizione oggi in commissione Trasporti della Camera sul decreto Alitalia, prova a spiegare il ritiro, a poche settimane dalla presentazione delle offerte vincolati, della holding della famiglia Benetton dalla cordata che avrebbe dovuto salvare l’ex compagnia di bandiera.

E ancora. Lufhtansa, che era gradita ai Benetton rispetto a Delta, “non ha mai risposto formalmente a nessuna iniziativa che avevamo richiesto”, ha chiosato Battisti, provando a riepilogare tutta la vicenda. E intanto, la via crucis di Alitalia continua, come ricorda l’economista Andrea Giuricin. Andiamo per gradi.

IL PRINCIPIO

Partiamo dal principio. Meglio, dal 31 ottobre scorso, quando Ferrovie dello Stato ha “presentato una proposta di offerta d’acquisto per i rami di Alitalia”, ma l’offerta era “condizionata ad alcune condizioni che noi ritenevamo imprescindibili quali, ad esempio, che ci fossero delle risultanze soddisfacenti per le due diligence relative a ogni singolo aspetto dell’operazione, all’individuazione di uno o più investitori perché noi non avevamo intenzione di prendere la maggioranza dell’operazione e che ci fosse un primario vettore aeronautico che per esperienza e per know how potesse garantire un pieno rilancio della compagnia”, ha raccontato Battisti, ad di Fs, alla Camera.

DELTA UNICO INTERLOCUTORE (RIMASTO)

“Abbiamo dunque avviato una serie di interlocuzioni, soprattutto con i protagonisti del settore aeronautica”, anche con Air France, ricorda l’ad di Ferrovie, ammettendo che Delta era “rimasto l’unico interlocutore interessato a partecipare all’operazione anche in termini di equity” e aveva “confermato la disponibilità di investire in equity con 100 milioni di euro nella nuova Alitalia ma soprattutto ad apportare nuove competenze industriali”.

NON SOLO CONTRIBUTO COMMERCIALE

Il numero uno delle Ferrovie aggiunge anche che il contributo di Delta “non era limitato ai 100 milioni dell’equity iniziale ma era, in maniera più complessiva, allargato a una valorizzazione che abbiamo stimato in 240 milioni, per un valore complessivo nel periodo di 4 anni di piano di 340 milioni”.

CONTATTATI SOGGETTI FINANZIARI

“Oltre ai vettori aerei abbiamo contattato circa 30 soggetti finanziari attraverso i nostri advisor. Tuttavia non abbiamo avuto riscontri positivi: non hanno manifestato interesse concreto alla partecipazione in Alitalia”, ha aggiunto l’a.d di Fs.

I CONTATTI CON LUFTHANSA

L’interesse di Delta e il suo impegno nella cordata, però, non convincevano la holding dei Benetton. “Ad un certo punto delle negoziazioni, ritenendo che Delta non desse un impegno particolarmente forte, ha detto perché non riproviamo con Lufthansa”, ha ricordato Battisti.

IL DISINTERESSE TEDESCO

Ma la compagnia tedesca, però, “non ha mai risposto formalmente a nessuna iniziativa che avevamo richiesto”, spiega l’amministratore delegato di Fs, ricordando come Lufthansa “non avesse mai espresso formalmente un proprio interesse a entrare nell’equity di Alitalia”.

APPROCCIO DI ATLANTIA CONDIZIONATO

Tutto questo (ed altro) ha fatto sì che emergesse “ in maniera evidente”, spiega Battisti, che l’ingresso di Atlantia nel piano di rilancio di Alitalia “fosse condizionato alla risoluzione di altre vicende” nel loro gruppo. (qui la replica indiretta di Atlantia nell’approfondimento di Start)

ED ORA?

Guardando al futuro di Alitalia, Battisti ha detto che “Con Delta è un’operazione chiusa” e che una eventuale ripresa dei contatti con la compagnia americana, “non sta a” Ferrovie.

ATLANTIA: DELTA NON E’ APPETIBILE

A difendere, invece, la posizione di Atlantia in tutta questa vicenda è il deputato della Lega Edoardo Rixi. Che rifacendosi alla memoria depositata da Atlantia alla Camera spiega che il passo indietro della famiglia Benetton è dovuto alla convinzione che per l’ex compagnia di bandiera sia “necessario un approccio d’investimento diverso rispetto al passato” e che l’offerta presentata da Delta era “non appetibile” poiché il vettore statunitense non si sarebbe mai impegnato “sullo sviluppo delle rotte verso il Nord America”.

“Nella memoria che ci ha inviato, Atlantia dice che è uscita per motivi di carattere industriale e che e’ sempre pronta a intervenire”, ha sottolineato Rixi.

ALITALIA: AUMENTANO LE PERDITE

Intanto, Alitalia continua a registrare importanti perdite: meno 600 milioni nel 2019, come denuncia un’immagina pubblicata da Andrea Giuricin.

 

Qui il link all’audizione completa. 

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