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Renault Geely Dunkerque Auto Elettrica

La resistenza delle auto elettriche si combatte a Dunkerque?

La bolla dell'auto elettrica non frena i francesi: avviati i lavori per la costruzione della gigafactory di batterie a Dunkerque. Investimento multimiliardario sostenuto dalla Bei, da Parigi e dall'amministrazione locale

Dunkerque, cittadina del Nord della Francia, evoca ricordi importanti, tanto da essere nota anche al di là della Manica e, forse. pure dell’Oceano (se non altro grazie al film di Christopher Nolan), come Dunkirk. È il luogo in cui, nel 1940, l’Occidente libero tentò di resistere all’inesorabile avanzata delle truppe tedesche della Wehrmacht. Sempre a Dunkerque potrebbe essere combattuta la resistenza dell’auto elettrica, in un periodo in cui le principali Case mondiali, stante la bassa domanda, hanno deciso di ripiegare, adottando un atteggiamento assai più prudente, marchi tedeschi in primis.

L’AUTO ELETTRICA (RI)NASCERÀ A DUNKERQUE

Proprio a Dunkerque, Verkor, startup francese della mobilità elettrica, ha avviato i lavori per la costruzione della sua prima fabbrica di batterie. Il sito sorgerà in un’area di 150 ettari e sarà il frutto della partnership tra Renault e la startup partecipata dalle multinazionali Schneider Electric, Capgemini e Arkema e dal governo francese. La stessa Renault, peraltro, ha partecipazioni in Verkor.

CHI FINANZIA LA RESISTENZA DI DUNKERQUE

L’impianto sarà realizzato grazie a investimenti per 2 miliardi di euro cui si è aggiunto il sostegno di autorità locali, nazionali ed europee: Parigi ha messo sul piatto aiuti pubblici per 659 milioni di euro, mentre dall’Europa la Banca per gli investimenti un finanziamento da 600 milioni. Poi a livello locale, secondo la stampa francese, la Regione Hauts-de-France ha deciso di scommettere sulla riuscita dell’impresa puntando 60 milioni mentre il Comune di Dunkerque circa la metà, una cifra che si aggira attorno ai 30 milioni.

“AIUTI DI STATO” IN CAMBIO DI POSTI DI LAVORO

Il progetto del resto fa gola al mondo della politica in quanto prevede la creazione di 1.200 posti di lavoro diretti e 3 mila indiretti. L’obiettivo è aprire entro il 2025 e al momento le varie scadenze previste nel piano industriale delle due realtà sembrano essere state rispettate. La capacità produttiva iniziale sarà di 16 GWh l’anno, di cui 12 destinati al gruppo Renault in forza di un accordo di lungo termine definito la scorsa primavera: le batterie saranno utilizzate in modelli di fascia alta dei vari brand del costruttore francese, a partire dalla futura crossover di segmento C dell’Alpine che sarà prodotta a Dieppe, in Normandia.

COME SI MUOVE RENAULT

Renault, come già si anticipava, oltre all’impianto di Dunkerque, svilupperà e produrrà rotori Eesm (motore sincrono ad eccitazione elettrica) a Cléon, in Normandia e, sempre in zona, una a Douai: avrà una capacità di 9 GWh nel 2024 e di 24 GWh entro il 2030. Ma, soprattutto, con il mese di novembre è stata accesa finalmente Ampere, divisione incentrata sull’auto elettrica. Ed è stato alzato il velo sul suo piano industriale, sul quale finora si era solo vociferato.

Ampere fungerà anche da piattaforma tecnologica, produttiva e commerciale per terze parti, coinvolgendo così le controllate Alpine (già previsti due modelli) e la romena Dacia, ma soprattutto i marchi giapponesi con cui la Losanga ha appena – faticosamente – rinnovato la partnership e che hanno versato diversi milioni nel progetto: la prossima Nissan Micra e un modello per Mitsubishi.

LE PIATTAFORME E I MODELLI FIRTS PARTY

Due le piattaforme con cui verrà inaugurata l’epoca elettrica di Renault: AmpR Small, per il segmento B (ex Cmf-B EV) e AmpR Medium per il segmento C (ex Cmf-EV) su cui verranno plasmati i primi sette modelli di riferimento, cinque dei quali – almeno secondo gli ambiziosi piani dei francesi – dovrebbero essere disponibili in gamma entro il 2025, tra cui Mégane E-Tech e Scénic E-Tech.

LA SFIDA ALLE AUTO ECONOMICHE CINESI

La Casa francese punta a fare concorrenza ai marchi asiatici e alla ventura “Tesla economica” prodotta in Germania con Legend, una nuova auto elettrica da 20 mila euro che arriverà sul mercato nel 2025. Sarà anche economica nella gestione se le prove su strada confermeranno i dati enfatizzati dal costruttore francese: 10 kWh/100 km. Renault parla poi di una riduzione del 75% delle emissioni di CO2 nell’arco del ciclo di vita della vettura in confronto alla media dei veicoli termici europei venduti nel 2023, grazie al riciclo di materie prime usate per la fabbricazione del veicolo.

Tra le economiche trova posto pure la Renault 5 che dovrebbe presentare “un prezzo di ingresso di circa 25 mila euro” e una autonomia fino a 400 chilometri. Purtroppo il recente show non è stato l’occasione per vederla: occorrerà aspettare i primi mesi del 2024. L’anno successivo debutteranno la Renault 4 e la nuova Twingo.

I NUMERI DI AMPERE

La nuova unità sarà interamente francese, dislocata prevalentemente nel polo ElectriCity (Douai, Maubege e Ruitz) e nell’impianto di Cléon nel nord della Francia, per una capacità totale di 400 mila unità l’anno, “scalabile” a 620 mila entro il 2028. In tutto, avrà 11 mila dipendenti: di questi, visto che svilupperà anche software proprietari, il 35% saranno ingegneri che lavoreranno in partnership con Google e Qualcomm. Ambiziosi gli obiettivi francesi: per il 2031 la Losanga non solo punta a lanciare sette vetture, ma soprattutto a vendere un milione di veicoli e raggiungere un fatturato di 25 miliardi di euro.

Insomma, la Francia e Renault sembrano ancora credere nell’auto elettrica. E la corsa verso i nuovi propulsori non sta subendo rallentamenti, nemmeno in un periodo come questo che ha già dissuaso i più, spingendo persino alcuni analisti a pronunciare il termine “bolla”. A Dunkerque, è noto, la battaglia non finì bene per i francesi, ma per l’auto elettrica la storia potrebbe riservare nuovi corsi.

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