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Fincantieri

Fincantieri, ecco perché la magistratura indaga su 19 aziende che lavorano per il gruppo di Bono

Le indagini della Procura di Venezia su 19 aziende subaffidatarie di lavori per conto di Fincantieri e la posizione del gruppo guidato da Bono

 

Primi effetti dell’inchiesta della magistratura su alcune aziende che fornivano manodopera al gruppo Fincantieri guidato dall’amministratore delegato, Giuseppe Bono. Ecco tutti i dettagli.

COME SI E’ MOSSA LA PROCURA DI VENEZIA

A Venezia, su delega di questa Procura della Repubblica, il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Campania, Puglia e Sicilia 80 perquisizioni nell’ambito di un’indagine per reati di sfruttamento della manodopera, corruzione tra privati, dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture false.

LE ATTIVITA’ GIUDIZIARIE

Le attività di polizia giudiziaria riguardano 19 imprese operanti nel settore della cantieristica navale subaffidatarie di lavori per conto del gruppo Fincantieri nonché 12 dirigenti e funzionari della stessa società.

LA MOSSA DELLA GUARDIA DI FINANZA

Inoltre la Guardia di Finanza lagunare ha eseguito l’ordinanza con cui il Gip presso il Tribunale di Venezia ha disposto gli arresti domiciliari di un cittadino bengalese ed il sequestro preventivo di oltre 200.000 euro per il reato di sfruttamento della manodopera.

LE INDAGINI SUI LAVORI PER CONTO DI FINCANTIERI

Le indagini, dirette da questa Procura della Repubblica e nelle quali sono indagati 34 soggetti, hanno consentito di acquisire gravi indizi di un sistematico sfruttamento di numerosi lavoratori stranieri, per lo più bengalesi e albanesi, dipendenti di imprese gestite da connazionali impiegati nell’esecuzione di lavori connessi alla realizzazione delle navi da crociera presso i cantieri di Marghera di Fincantieri.

LE IPOTESI DI REATO

Lo sfruttamento – secondo gli inquirenti – si sarebbe realizzato retribuendo i lavoratori con il sistema della “paga globale”, attraverso cui nelle buste paga venivano certificati i compensi spettanti in base al contratto nazionale, mentre in realtà ai dipendenti veniva corrisposto un importo di gran lunga inferiore, senza il riconoscimento di ferie retribuite e degli altri compensi aggiuntivi.

CHE COSA HA SCRITTO LA PROCURA IN UN COMUNICATO STAMPA

Per garantire la corrispondenza tra gli importi pagati e quelli indicati in busta paga, venivano indicate alcune voci stipendiali fittizie ovvero un numero di ore lavorate inferiore a quelle realmente prestate. Sono in corso approfondimenti al fine di individuare tempi e modalità di dazioni di denaro e di altre utilità ad alcuni dirigenti e funzionari di Fincantieri da parte delle imprese subaffidatarie indagate, per consentire a queste ultime di completare i lavori in più ore rispetto a quelle pattuite dal contratto di affidamento, giustificandole formalmente con attestazioni di non conformità dei lavori eseguiti o con richieste di modifiche in corso d’opera, si legge in un comunicato della Procura veneziana.

LE AZIENDE SUBAFFIDATARIE

Per ultimare i lavori nelle ristrette tempistiche inizialmente concordate, infatti, le società subaffidatarie avrebbero impiegato un maggior numero di dipendenti che sono stati retribuiti mediante il sistema della “paga globale”, conseguendo così un maggior compenso, “parte del quale sarebbe stato retrocesso ai dirigenti di Fincantieri”, è scritto nel comunicato della procura di Venezia.

LA PERQUISIZIONE DEI DUE MANAGER FINCANTIERI

La Guardia di Finanza di Venezia ha perquisito anche due manager della sede genovese di Fincantieri. Entrambi hanno lavorato in passato in Veneto. Le accuse, per le persone indagate a Venezia, sono di aver preso mazzette per agevolare l’iscrizione di ditte nell’albo dei fornitori o per aumentare il numero delle ore di impiego delle ditte in subappalto nei cantieri.

LA NOTA DEL GRUPPO FINCANTIERI

“Con riferimento all’operazione disposta Procura della Repubblica di Venezia, che vede anche personale Fincantieri oggetto di accertamenti da parte della Guardia di Finanza, la società rivendica la propria estraneità rispetto ai fatti cui le indagini si riferiscono”. E’ quanto dichiara la società in una nota. “Fincantieri sta assicurando piena collaborazione agli inquirenti e auspica che verrà dimostrata la completa estraneità dei propri dipendenti”. “Laddove invece le accuse venissero confermate, la società – prosegue il gruppo presieduto da Giampiero Massolo e guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Bono – adotterà immediati provvedimenti nei confronti di dipendenti che si fossero resi responsabili di condotte illecite, lesive dell’immagine della società. Fincantieri adotta, anche in quanto emittente quotato, gli standard più elevati di compliance operativa e normativa, e impronta costantemente la propria azione a principi etici e di massima trasparenza”.

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