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Battisti

Ferrovie, ecco come i prezzi dei biglietti stanno sfrecciando

Alcune segnalazioni di lettori di Start Magazine mettono in evidenza rincari nei prezzi dei biglietti per i Frecciarossa Roma-Milano. Start ha chiesto un riscontro (in arrivo) al gruppo Fs

“Al netto di operazioni straordinarie, sulla scia dei nuovi investimenti, il gruppo punta a raggiungere nel 2023 ricavi per 16,9 miliardi, in deciso aumento rispetto ai 12,1 del 2018. Il management prevede inoltre di aumentare di ben 200 milioni anche gli utili passando dai 600 milioni dello scorso anno a 800 milioni di profitti nel 2023. Obiettivi ambiziosi che, secondo il gruppo, sarà possibile realizzare trasportando 90 milioni di passeggeri in più l’anno. Senza escludere anche qualche ritocchino ai prezzi dei biglietti”.

Così finiva l’articolo di Fiorina Capozzi del Fatto Quotidiano on line, il giornale diretto da Peter Gomez, che dava conto del piano industriale del nuovo vertice del gruppo Ferrovie nominato dal governo Conte.

Qualche ritocchino ai prezzi dei biglietti in effetti pare che ci sia già stato.

Start Magazine ha infatti ricevuto diverse segnalazioni di lettori firmate con nome e cognome: professionisti e manager che abitualmente acquistano biglietti sui Frecciarossa tra Roma e Milano hanno fatto notare che senza tanto clamore nelle ultime settimane hanno notato che i prezzi sono lievitati.

Un manager fa osservare ad esempio che un carnet di 10 biglietti in seconda classe fino a un paio di mesi fa costava circa 650 circa e ora è stato pagato 730 euro. Rincari che non sarebbero legati alla stagionalità.

Altri professionisti, invece, che hanno scritto a Start, pensano che senza alcuna comunicazione pubblica il gruppo capitanato dall’amministratore delegato, Gianfranco Battisti, ci siano stati degli incrementi sempre sulla tratta Roma-Milano: segnalano infatti aumenti nella business di circa 5 euro (da 124 euro a 129 euro).

Il gruppo Ferrovie, sentito da Start Magazine, ha confermato e spiegato gli incrementi. Qui la versione del gruppo controllato dal ministero dell’Economia.

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