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Fca, ecco gli impegni per avere la garanzia di Sace al prestito di Intesa Sanpaolo

Investimenti in Italia per 5,2 miliardi, impegni per evitare delocalizzazioni, piena occupazione entro il 2023 e mantenimento dei marchi sono tra gli impegni formalizzati da Fca con Sace, secondo il Sole 24 Ore. Il commento di Fulvio Coltorti, già capo dell’area studi di Mediobanca

Accordo fra Fca e Sace: tutto bene secondo il Sole 24 Ore. Nel senso che sono state accettate le richieste del governo agli anglo-olandesi. Sì al dividendo di 5,5 miliardi previsto con la fusione Fca-Psa (!) in cambio dell’impegno di non distribuire dividendi da parte delle società italiane del gruppo, le quali peraltro vengono fatte chiudere regolarmente in perdita.

Sì al sostegno della filiera, ma nella stessa si ammettono i fornitori esteri (!) il che toglie senso all’impegno di non delocalizzare. Anche la Fca a monte sembra essersi impegnata a non distribuire dividendi che non siano giustificati dalla fusione con Psa (passaggio difficile da capire…).

Inevitabilmente, il possesso e il controllo (via budget pubblicitari) dei media ha ancora il suo peso, anche in tempi di pandemia e con governi che cambiano maggioranza ma non sostanza…

Si parla di piena occupazione negli stabilimenti italiani: ci sarà da capire il ruolo dei sindacati nel controllo di questa labile promessa.

C’è anche una battuta sulla ricerca: 200 milioni, sembra. Questi spiccioli contro la massa di dividendi che usciranno dall’impresa da la misura delle preoccupazioni dei soci per il futuro di un gruppo che costituisce il più importante manifattore in Italia.

Mi pare che questa occasione rafforzi l’idea che gli azionisti si sono fatti: too big to fail. Ne vedremo quindi di nuove…

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ESTRATTO DELL’ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE

L’istruttoria per la garanzia statale sul maxi-prestito a Fca si può ritenere conclusa sulla base di una serie di impegni che l’azienda inserirà nel contratto di finanziamento con Intesa Sanpaolo. Per il via libera ufficiale si attende ora il decreto del ministero dell’Economia, che ha lavorato all’operazione insieme al ministero dello Sviluppo economico e alla Sace.

Investimenti in Italia per 5,2 miliardi, tra progetti confermati e nuovi, impegni per evitare delocalizzazioni, piena occupazione entro il 2023 e mantenimento dei marchi sono tra gli impegni formalizzati in alcuni documenti che Il Sole 24 Ore ha potuto consultare.

La garanzia Sace supporterà all’80% il finanziamento di 6,3 miliardi concesso da Intesa a Fca Italy spa e alle altre società del gruppo Fca con sede legale in Italia. Previsti un preammortamento fino al 31 dicembre 2021 e 15 mesi di rimborso in cinque rate. L’istruttoria Sace sul ruolo dell’azienda per il sistema Paese ha riguardato cinque voci, con punteggio massimo per il peso nell’ambito di una filiera produttiva strategica.

La stima è che 800 milioni del prestito siano destinati ai costi del personale degli stabilimenti italiani, 4,5 miliardi al circolante compreso il pagamento della filiera, circa 1 miliardo alla ricerca e sviluppo. I fornitori della filiera interessati sono poco meno di 10mila, ma quasi 1.400 sono stranieri e per loro si pensa a un tetto di circa 1,2 miliardi.

Il primo impegno di Fca è confermare il piano di investimenti negli stabilimenti italiani pari a circa 5 miliardi presentato lo scorso dicembre, anche se alla luce degli effetti della pandemia le tempistiche potrebbero subire variazioni. A questo si aggiungono nuovi investimenti sempre in Italia che, secondo alcune fonti impegnate sul dossier, si aggirerebbero attorno a 200 milioni per il sito di Melfi di cui oltre la metà per la ricerca e sviluppo.

Viene affrontato anche il temuto tema della delocalizzazione. Forse il più complesso. C’è l’impegno a non spostare all’estero la produzione di veicoli oggetto di quasi tutti i progetti industriali previsti (8 su 10) nelle versioni tecnologiche relative a motori a combustione interna, veicoli a batteria elettrica, ibride plug-in, auto mild hybrid.

Lo stesso discorso vale per aggiornamenti delle versioni ma non per veicoli di nuova generazione cioè con architettura di base e requisiti tecnici mutati in modo rilevante, anche se con la stessa denominazione. Per quanto concerne due dei 10 progetti (uno riguarda il Fiat Ducato) l’impegno si riferisce invece solo ad attività e strutture di progettazione, limitazione che non dovrebbe comunque incidere sul capitolo occupazione. Su questo fronte si indica la piena occupazione entro il 2023, come impegno di tutti i dipendenti senza ammortizzatori sociali.

C’è poi l’impegno a non cedere i marchi Maserati, Alfa Romeo, Fiat, Fiat Professional, Abarth e Lancia, oltre alla quota partecipata in Sevel. Infine, ogni sei mesi l’azienda fornirà a Sace la rendicontazione del livello di implementazione dei progetti. La validità di tutti gli impegni è prevista anche con il completamento della fusione tra Fca e Psa (Peugeot SA).

 

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