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Come spingere sulla mobilità elettrica? Idee, auspici e progetti

Chi c'era e che cosa si è detto all'evento "Entra nel futuro" organizzato da Motus-E, l'associazione che riunisce e rappresenta il mondo interessato alla mobilità elettrica

Qualche passo in avanti, ma sulla mobilità elettrica c’è ancora molto da fare. Per Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X e presidente dell’associazione Motus-E, è questo – in estrema sintesi – il quadro italiano.

COSA HA DETTO VENTURINI (ENEL X)

All’evento Entra nel futuro di Motus-E Venturini ha ricordato i numeri delle vendite di automobili a zero emissioni, in netta crescita, così come l’espansione della rete infrastrutturale. Che però non è ancora sufficiente: secondo Venturini è necessario semplificare l’iter per l’installazione delle infrastrutture di ricarica in modo da agevolare la copertura sul territorio nazionale. Ma è altrettanto necessario agire sullo stimolo della domanda di autovetture e sullo sviluppo del trasporto pubblico elettrico. Relativamente a quest’ultimo obiettivo, il decreto ministeriale dello scorso gennaio va, secondo Venturini, nella giusta direzione.

“Servono regole e norme omogenee sul territorio nazionale, altrimenti per gli operatori che si occupano di infrastrutture diventa complicato avere a che fare con i tanti Comuni. Accogliamo con grandissimo favore il decreto Semplificazione”, ha detto.

LE VENDITE A GIUGNO 2020

I dati di Motus-E raccontano un aumento del 107 per cento delle vendite di vetture elettriche (BEV) e ibride (PHEV) a giugno di quest’anno. Un numero molto positivo, secondo l’associazione, che contribuisce ad assottigliare il “divario elettrico” tra l’Italia e gli altri Paesi più avanzati in tema di mobilità elettrica.

IL RUOLO DELL’EUROPA

Secondo il segretario generale di Motus-E Dino Marcozzi, “bisogna cercare di capire come utilizzare il Recovery Fund europeo” nel rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione. Il programma, ha detto Marcozzi, “non deve finanziare progetti che arrechino danno all’ambiente. Non sono solo gli ambientalisti a dirlo, ma anche gli industriali”.

È d’accordo Diego De Lorenzis (Movimento 5 Stelle), vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, per il quale “i fondi europei sono un’opportunità da cogliere: dobbiamo spendere queste risorse nel miglior modo possibile per moltiplicarne il risultato”.

LE INFRASTRUTTURE DI RICARICA PUBBLICA

De Lorenzis ha spiegato che negli ultimi trent’anni il numero di automobili private in Italia è raddoppiato. È una tendenza che “dobbiamo invertire, o l’elettrificazione dei veicoli non ci sarà. Occorre puntare anche sulla mobilità alternativa”, ha aggiunto.

Perché possa svilupparsi il mercato della mobilità elettrica, Massimo Leonardo (PWC) ha insistito invece sulla necessità di puntare maggiormente sulle infrastrutture di ricarica pubbliche. “Non possiamo pensare che il mercato possa basarsi solo sulle infrastrutture di ricarica privata. Non tutte le abitazioni in Italia dispongono di un box privato. Per far diventare la mobilità elettrica un fenomeno di massa, dobbiamo concentrarci anche sulla ricarica pubblica”.

IL CONTRIBUTO CLIMATICO

La mobilità elettrica può apportare un grande contributo non soltanto per la riduzione dell’inquinamento urbano, ma anche per la mitigazione climatica. Lo ha spiegato Antonello Pasini, scienziato presso il Cnr ed esperto di cambiamenti climatici, che ha anche ricordato come un quarto del totale delle emissioni di gas serra dipendano dai trasporti, e in particolare dalle autovetture. “Bisogna però che l’energia immagazzinata nelle batterie sia prodotta in maniera rinnovabile, o si rischia di ‘spostare’ altrove il problema”.

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