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Inglesi TATA Motors

L’Europa alla ricerca di una Tata: investimenti indiani per una nuova gigafactory

Tata Motors intende realizzare un impianto per la mobilità elettrica nel Vecchio continente: due i Paesi in lizza, ma la scelta secondo indiscrezioni sarebbe già stata presa

La transizione ecologica ed energetica in atto nel mondo automotive sta essenzialmente dimostrando un fatto: il Vecchio continente è persino più vecchio di quanto non si credesse, faticando a dimostrarsi competitivo rispetto a USA e Asia, che sono un fiorire di gigafactory e incentivi per l’industria del settore. Bruxelles legifera, certo, è la prima ad aver deciso di bandire i motori endotermici, ma s’è fatta trovare impreparata di fronte all’Ira di Biden e rischia di lasciar gravare il peso delle proprie scelte sulle spalle delle Case automobilistiche, che potrebbero ripagarla fuggendo altrove, dove gli incentivi non mancano. In uno scenario simile, l’investimento che l’indiana Tata Motors potrebbe fare in Europa rappresenta senz’altro una preziosa boccata d’ossigeno. La domanda però che adesso tutti si pongono è: in quale Paese investiranno gli indiani?

DUE REGNI PER TATA MOTORS

Secondo quanto ha rivelato Reuters, Tata era in bilico tra Regno Unito e Spagna, ma una decisione in verità la avrebbe presa e anzi avrebbe già contattato il governo spagnolo. A ingolosire gli indiani il fondo che il governo del Paese mediterraneo ha stanziato a sostegno della transizione ecologica sfruttando con lungimiranza i fondi del Next Generation Eu. Il fondo del resto ha già attratto nell’orbita di Madrid pure Volkswagen e Ford.

DOPO FORD E VW, LA SPAGNA ATTRAE ANCHE GLI INDIANI

Con l’ok del governo spagnolo, arrivato lo scorso novembre, al sostegno economico a favore dell’iniziativa di transizione ecologica, Volkswagen andrà avanti con l’investimento da 10 miliardi (inizialmente la somma preventivata era di sette) annunciato nella prima metà dell’anno per avviare la produzione di vetture a zero emissioni e la creazione delle relative batterie in Spagna. Sappiamo tutti quanto siano 10 miliardi, ma per rendere ancora meglio l’idea delle proporzioni, l’ultimo investimento di VW in Spagna sul segmento delle auto elettriche e ibride è stato nel 2021 per un impianto R&D (ne parleremo a breve) da 7 milioni. Non miliardi.

Data l’importanza della cifra, accompagnato da mezzo governo iberico, l’allora numero 1 di Vw, Herbert Diess, aveva giustamente dichiarato: “Elettrificheremo la Spagna con una nuova gigafactory e una nuova fabbrica dedicata alle auto elettriche. Creeremo un ecosistema di fornitori che lavori su tutta la catena del valore, dall’estrazione del litio all’assemblaggio delle batterie”.

Il riferimento dell’ex Ceo era alla fabbrica delle batterie di Segunto, vicino a Valencia che avrà una capacità di 40 GWh all’anno e dovrebbe essere pronto entro il primo trimestre del 2023. La gigafactory sarà invece operativa entro il 2026 ma arriverà a pieno regime solo nel 2030 quando arriverà ad avere oltre 3.000 dipendenti.

Il piano tedesco prevede il coinvolgimento di Seat, di 60 realtà collegate a Volkswagen e, soprattutto, della più grande azienda energetica spagnola, Iberdrola, che ha stanziato 500 milioni di euro per la mobilità elettrica e che installerà un parco fotovoltaico che contribuirà ad alimentare la gigafactory che sorgerà a Sagunto. Sarebbe stato proprio l’intervento di Seat e Iberdrola, con ogni probabilità spinte in campo dal governo spagnolo, ad aver convinto i tedeschi a mettere sull’operazione 3 miliardi in più, col passaggio da sette a 10.

COSA SAPPIAMO SULL’INVESTIMENTO DI TATA

Tornando a Tata Motors, il direttore finanziario P.B. Balaji, poche settimane fa aveva già rivelato l’intenzione di stanziare investimenti ad hoc per una nuova serie di gigafactory in India e in Europa, e sebbene il legame con la Gran Bretagna sia forte, il Regno Unito sarebbe stato scartato per le troppe incognite che gravano sul Paese dopo la Brexit e per la contestuale situazione economica non floridissima.

In Spagna, secondo la stampa locale, Tata avrebbe già individuato l’area di Zuera, alle porte di Saragozza, per il suo impianto europeo: si tratta di un lotto industriale già attenzionato dal gruppo Volkswagen prima di scegliere Sagunto. Secondo quanto si apprende, gli indiani avrebbero già avuto diversi degli incontri con i funzionari della comunità autonoma dell’Aragona.

 

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