Durante il tavolo sull’automotive al ministero delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso ha presentato i dati sugli ultimi incentivi all’acquisto di veicoli a basse emissioni, il cosiddetto “Ecobonus”, che ha principalmente lo scopo di favorire la transizione alle automobili elettriche, il cui prezzo è spesso più elevato rispetto ai modelli con motore termico.
COME STA ANDANDO L’ECOBONUS AUTO
L’ultimo Ecobonus è attivo dall’inizio di giugno e, poco più di due mesi dopo, è completo al 65 per cento, ha scritto Il Sole 24 Ore. Mentre infatti gli incentivi per le vetture elettriche pure (da 205 milioni di euro in tutto) si sono esauriti molto rapidamente, con quasi 25.300 prenotazioni, i bonus per le auto con emissioni comprese tra i 61 e i 135 grammi di CO2 per chilometro sono stati prenotati al 59 per cento, e al 29 per cento quelli per le vetture da 21-60 g/km.
L’83 per cento delle prenotazioni ha previsto una rottamazione, ma solo il 20 per cento dei fondi complessivi è stato prenotato da persone a basso reddito (ovvero con ISEE inferiore a 30.000 euro).
COSA CAMBIERÀ NEL 2025
Urso ha intenzione di modificare la struttura dell’Ecobonus a partire dal 2025, definendo – i lavori inizieranno a settembre – un nuovo meccanismo su base triennale volto a favorire le automobili che contengono una quota elevata di componentistica europea, dal 45 per cento in su: in questo modo, ha detto il ministro, si garantirà “la sostenibilità delle produzioni” e si incentiverà “la domanda di veicoli assemblati in Italia o in Europa”.
In altre parole, i nuovi bonus presteranno maggiore attenzione allo stimolo della filiera e della produzione automobilistica nazionale, anche nel tentativo di attirare in Italia altre case produttrici che possano bilanciare il disimpegno di Stellantis, ad oggi l’unico costruttore.
Per la dotazione economica, il nuovo Ecobonus si appoggerà al Fondo automotive, con 750 milioni di euro per il 2025 più 1 miliardo per il 2026 e 1 miliardo per il 2027. Oltre alla quota minima di contenuto europeo, pare che il meccanismo introdurrà anche altri parametri, come l’impronta ecologica del veicolo, la sicurezza informatica e il rispetto dei diritti della forza-lavoro.
UN ECOBONUS CONTRO LA CINA?
L’attenzione all’impronta carbonica dei veicoli, alla cybersecurity e ai diritti umani dei lavoratori può essere interpretata come una misura anti-cinese. La Cina è il primo e più competitivo paese produttore di auto elettriche e di batterie al mondo, e il maggiore emettitore di gas serra (il suo mix energetico è dominato dal carbone).
L’Italia è uno degli stati membri dell’Unione europea che ha sostenuto l’imposizione di nuovi dazi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina. Ciononostante, il governo di Giorgia Meloni ha firmato recentemente a Pechino un memorandum di collaborazione industriale e sta trattando con alcune case automobilistiche cinesi (Dongfeng, BYD e Aiways) per far sì che aprano degli stabilimenti in Italia.