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Ecco come la Marina Usa si prepara a sfidare la Cina

La Marina degli Stati Uniti ha presentato il “Progetto 33”, che si concentra su sette aree chiave per prepararsi a un potenziale conflitto con la Cina entro il 2027.

Il “Progetto 33” della Marina degli Stati Uniti, annunciato dall’ammiraglio Lisa Franchetti nel settembre 2024, rappresenta una svolta strategica fondamentale per preparare le forze navali a un potenziale conflitto con la Cina entro il 2027. Questo piano non si limita a migliorare la prontezza operativa della Marina, ma punta a introdurre nuove tecnologie, integrare sistemi autonomi e robotici, e migliorare la catena logistica e di approvvigionamento per sostenere un conflitto prolungato e di alta intensità.

L’OBIETTIVO DEL PROGETTO 33 DELLA MARINA USA IN CASO DI CONFLITTO CON LA CINA ENTRO IL 2027

In dettaglio, il Progetto 33 mira a risolvere problematiche legate agli arretrati di manutenzione delle navi, una questione cruciale dato che gran parte della flotta è composta da unità in fase di ammodernamento. La scarsità di manodopera qualificata nei cantieri navali statunitensi, aggravata da anni di tagli al bilancio e licenziamenti, rappresenta un ostacolo significativo alla crescita della flotta. A confronto, la Cina vanta la più grande forza navale del mondo, con 370 navi e sottomarini, oltre a un settore cantieristico che integra costruzioni militari e civili grazie alla strategia di fusione civile-militare. Tale approccio ha permesso alla Cina di espandere rapidamente la propria flotta, superando di gran lunga le capacità degli Stati Uniti in termini di produzione navale.

FOCUS SU SISTEMI AUTONOMI, COME DRONI NAVALI E AEREI

Dal punto di vista tecnologico, il Progetto 33 pone grande enfasi sull’uso di sistemi autonomi, in particolare droni navali e aerei, che potrebbero essere impiegati in sciami per sopraffare le difese cinesi. Tuttavia, restano significative le preoccupazioni relative alla vulnerabilità di questi sistemi agli attacchi elettronici e alla guerra cibernetica, ambiti in cui la Cina ha dimostrato notevoli capacità. Le simulazioni condotte dalla Marina statunitense suggeriscono che l’uso massiccio di droni potrebbe avere successo solo se sostenuto da una catena di approvvigionamento diversificata e resiliente, in grado di resistere agli attacchi informatici cinesi.

MIGLIORARE LA KILL CHAIN

Un altro aspetto centrale del Progetto 33 è il miglioramento della “kill chain”, ovvero i processi che coinvolgono il rilevamento, la localizzazione, il tracciamento, l’attacco e la valutazione dei danni. Attualmente, le kill chain statunitensi nell’Indo-Pacifico soffrono di una limitata adattabilità e scarsa capacità di scambio di informazioni, rendendole vulnerabili ai colpi di precisione della Cina. Il concetto cinese di guerra di precisione multi-dominio (Multi-Domain Precision Warfare) utilizza l’intelligenza artificiale e i big data per identificare rapidamente le debolezze nelle operazioni degli Stati Uniti e lanciare attacchi su quei punti critici, sfruttando le vulnerabilità delle comunicazioni e dei sistemi operativi americani.

VALUTARE LA COSTRUZIONE NAVALE IN PARTNERSHIP CON GIAPPONE E COREA DEL SUD

Per affrontare queste sfide, gli Stati Uniti stanno anche valutando la possibilità di outsourcing della costruzione navale a partner strategici come Giappone e Corea del Sud, sebbene questo sollevi preoccupazioni relative alla sovranità e al controllo diretto delle risorse navali. Infine, il Progetto 33 mira a rafforzare la cooperazione con altre branche delle forze armate statunitensi, come il Corpo dei Marines e la Guardia Costiera, per garantire un’integrazione efficace delle forze in operazioni multi-dominio.

In sintesi, il Progetto 33 rappresenta una risposta ambiziosa e complessa alla rapida ascesa militare cinese, ma deve superare numerose sfide, inclusi limiti economici, tecnologici e logistici.

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