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Alitalia

Ecco come Alitalia e Ita entrano in collisione

Ita sta aspettando la cancellazione dei voli da parte di Alitalia: i commissari straordinari non hanno ancora autorizzato la cancellazione dei voli. I fatti analizzati dall'economista Ugo Arrigo

Doppia velocità tra Ita e Alitalia: dopo il via libera dell’Enac che ha rilasciato a Ita le certificazioni lo scorso 18 agosto – in sole 4 settimane dalla richiesta della società – il vettore è pronto da giorni a inserire i suoi voli nei sistemi di vendita.

Ita sta però aspettando la cancellazione dei voli da parte di Alitalia che, secondo fonti vicine al dossier, sta viaggiando a una velocità diversa., ha scritto l’agenzia La Presse.

Per ambienti vicini a Alitalia non basterebbe il via libera da Bruxelles con comfort letter inviata a metà luglio.

Inoltre il vettore, nonostante il Mise abbia dato più volte un via libera informale alle cancellazioni, insiste per ricevere una comunicazione ufficiale dal Ministero, più complicata da ricevere in queste settimane di agosto.

I Commissari Straordinari di Alitalia, nonostante i via libera, incluso quello della Iata, non hanno ancora autorizzato la cancellazione dei voli, condizione indispensabile per consentire a Ita di avviare le vendite e proseguire il suo percorso verso l’avvio delle operazioni il 15 ottobre.

Uno scenario che l’economista esperto di trasporti, Ugo Arrivo, aveva delineato nei giorni scorsi, come rimarcato da Start Magazine e che oggi è stato sottolineato dallo stesso economista via Twitter:

ITA non ha ancora messo in vendita le prenotazioni per i voli che dovrebbe effettuare a partire dal 15 ottobre. Alitalia continua invece a raccogliere prenotazioni oltre tale data, nonostante sia stato detto che dovrebbe cessare i voli il 14 ottobre. Chi ha ragione?

ITA in teoria può mettere in vendita i voli, avendo ottenuto sia il Coa che la licenza di operatore aereo, ma può farlo solo dopo che Alitalia smette. Ma Alitalia per smettere ha bisogno che chi ha l’autorità per farlo glielo ordini in via formale.

Infatti Alitalia al momento dell’avvio dell’amministrazione straordinaria nel 2017 ha ricevuto, dal ministero vigilante, il MISE, assieme ai soldi necessari, il mandato di garantire la continuità operativa sino alla cessione degli asset.

Pertanto, nel momento in cui si conclude la trattativa privata con ITA per la cessione del ramo aviation, è evidente che nell’accordo vi dovrà anche essere la data in cui Alitalia smette di volare e quella, seguente, in cui ITA inizia.

Al momento, tuttavia, la trattativa privata non solo non si è conclusa ma probabilmente non è neppure iniziata. In conseguenza la doppia data non può scaturire nel breve termine dall’accordo tra le parti.

Per ora la data di fine voli di Alitalia è scritta solo nel comunicato stampa del MEF del 15 luglio il quale, evidentemente, non ha valore prescrittivo. E in realtà neppure descrittivo.

Se non si vuole attendere l’accordo è evidente che la data di cessazione dei voli di Alitalia debba stare in un provvedimento dell’Autorità vigilante sulla procedura e non possa certo essere definita dall’autonoma volontà dei commissari.

Tuttavia, se anche la data di fine voli per la vecchia Alitalia fosse fissata con certezza, potrebbe ITA mettere in vendita voli per i quali non ha ancora la capacità tecnica di realizzarli, avendo al momento solo due velivoli e i relativi equipaggi?

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