Skip to content

Bruxelles Alitalia

Alitalia, Bruxelles ha dato davvero semaforo verde a Ita?

Fatti, date, dubbi e incognite su Ita nell'approfondimento dell'economista esperto di trasporti, Ugo Arrigo

E se il 15 ottobre la nuova ITA non è ancora in grado di volare e la vecchia Alitalia non lo è più, o non ha passeggeri prenotati perché non le è stato permesso di vendere i biglietti, che succede? Gli aerei restano a terra? Questo i passeggeri vorrebbero saperlo e i lavoratori di Alitalia credo ancora di più.

E’ quello che scrive non un sindacalista o un giornalista ma un esperto del settore, l’economista esperto anche di trasporti, Ugo Arrigo, già consulente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Dunque nonostante annunci governativi e rassicurazioni sussurrate dalla Commissione europea Ita stenterà a decollare davvero?

L’approfondimento di Arrigo pubblicato su Sussidiario.net delinea uno scenario che contraddice l’ottimismo disseminato negli ultimi giorni dall’esecutivo e dai vertici della compagnia aerea in fieri.

Lo scorso 15 luglio uno stringato comunicato stampa del Ministero dell’Economia così diceva: “Si è conclusa positivamente la discussione con la Commissione Europea sulla costituzione di Italia Trasporto Aereo (ITA). La nuova società sarà pienamente operativa a partire dal prossimo 15 ottobre, data in cui è previsto il decollo dei primi voli. La discussione con la Commissione Europea ha consentito di giungere ad una soluzione costruttiva ed equilibrata, che garantisce la discontinuità necessaria al rispetto della normativa europea. L’esito positivo dell’interlocuzione con gli uffici della Commissione consente di avviare le procedure relative all’aumento di capitale di ITA e crea le condizioni per la firma del Memorandum d’intesa per il passaggio di determinate attività da Alitalia a ITA”.

“Il fatto che sia stato raggiunto un accordo non implica però – rimarca l’economista – che la decisione formale sia già stata scritta e inviata ai suoi destinatari. È più probabile che gli uffici di Bruxelles debbano ancora redigere la decisione dettagliata, a partire dai punti chiave che sono stati concordati col governo italiano”. 

Che tutto non fosse completamente definito sembra inoltre confermato da quanto ha scritto, il giorno stesso dell’annunciato accordo, l’importante sito di Bruxelles Politico.eu: «”La Commissione prende atto dell’annuncio odierno dell’Italia”, ha affermato un portavoce a Bruxelles in una nota, sottolineando che “non sono state prese decisioni formali in questa fase” sulla ristrutturazione di Alitalia o su altre indagini in sospeso sugli aiuti di Stato».

“In sintesi sul passaggio di consegne da Alitalia a ITA il soggetto cinematografico sembra esserci, ma la sceneggiatura ancora no. E senza quella gli altri atleti della staffetta possono fare ben poco. Il testimone in pista non c’è”, chiosa Arrigo.

Il Governo si era in realtà portato in avanti, scrivendo all’art 6 del decreto legge n. 99 del 30 giugno scorso le norme che regolano i passaggi successivi, tuttavia subordinate all’attesa decisione dell’Ue. In essi si legge ad esempio che: Sono revocate le procedure (di cessione) in corso … che risultino incompatibili con il piano (di ITA) integrato o modificato tenendo conto della decisione della Commissione.” E inoltre: “I Commissari straordinari provvedono alla modifica del programma della procedura di (cessione degli asset dell’) amministrazione straordinaria al fine di adeguarlo alla decisione della Commissione europea“. Infine: “Il programma (di cessione degli asset) può essere autorizzato, in quanto coerente con il piano (di ITA), a prescindere dalle verifiche di affidabilità del piano industriale previste (dalle norme vigenti in tema di crisi di grandi imprese) che potranno non essere effettuate dall’amministrazione straordinaria in quanto assorbite dalla positiva valutazione da parte della Commissione europea del piano medesimo“. 

Commenta l’economista: “Sono tutte disposizioni che dicono cosa ITA potrà ottenere e cosa i commissari dovranno fare in favore di ITA, ma esclusivamente dopo che la Commissione Ue avrà stabilito la sua decisione. E questa decisione è necessariamente un provvedimento formale che deve essere emanato, certo non un whatsapp tra Bruxelles e Roma o un comunicato stampa di uno dei soggetti in campo”.

Conclusione di Arrigo: “Il problema è che senza la decisione formale di Bruxelles da un punto di vista giuridico è difficilmente immaginabile che la procedura possa fare significativi passi in avanti, quanto meno farli senza lasciare spazio a possibili contestazioni. Gli ultimi atleti della staffetta restano dunque in campo in impaziente attesa. Intanto il tempo scorre e sembra molto difficile che possano essere rispettati i tempi annunciati”.

Torna su