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Rimborso Autostrade

Ecco chi blocca l’Ansfisa, l’Agenzia per la sicurezza di ferrovie, strade, autostrade e ponti

Tutte le accuse di Alfredo Principio Mortellaro, 68 anni, direttore della nuova Agenzia nazionale per vigilare sulla sicurezza di ferrovie, strade e autostrade (Ansfisa)

«È una questione di potere, di consensi e di soldi. La nascita di un’Agenzia nazionale così importante, che assorbe le attività degli organismi preesistenti preposti alla vigilanza sulla sicurezza ferroviaria e stradale, implementandola, comporta necessariamente un trasferimento di competenze e di risorse umane e finanziarie verso il nuovo soggetto. Questo processo incontra forti resistenze da parte di chi non vuole rinunciare a quelle attività. E questo nonostante le tragedie degli ultimi anni. Genova, Pioltello, Viareggio, solo per citare i casi più clamorosi, hanno dimostrato l’inefficienza di quel sistema. Questo di base, ma qui c’è dell’altro».

Parola di Alfredo Principio Mortellaro, 68 anni, ex dirigente del Sisde, già membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici, in un’intervista al Corriere della Sera. Mortellaro nel gennaio 2019 è stato chiamato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5S), a dirigere la nuova Agenzia nazionale per vigilare sulla sicurezza di ferrovie, strade e autostrade (Ansfisa), che dovrebbe appunto vigilare su ponti, strade e ferrovie.

COME DOVREBBE FUNZIONARE L’AGENZIA. CHE COSA DICEVA IL DECRETO

Ma ad oltre 6 mesi da quella convocazione non è accaduto più nulla. L’organismo di cui doveva essere a capo era stato previsto dal decreto Genova proprio per dare all’Italia una struttura pubblica di garanzia del sistema delle infrastrutture dei trasporti su gomma e rotaia con un’attività ispettiva a tutto campo: “Tanto che la sua struttura, come recitava il decreto avrebbe dovuto comporsi di 569 dipendenti a regime, 61 da assumere subito, Statuto e regolamento entro marzo a 90 giorni dal decreto… Invece, nulla di nulla”, ha ricostruito l’Agi. Infatti Mortellaro denuncia: “L’Agenzia non è ancora stata avviata, nonostante gli impegni del governo per la partenza immediata”.

COME DOVREBBE FUNZIONARE L’AGENZIA. CHE COSA DICEVA IL DECRETO

Protesta il presidente dell’Agenzia: “Non c’è ancora una sede, non ci sono gli organi costitutivi, non è operativo il Regolamento e non c’è lo Statuto che peraltro deve essere deliberato da quel Comitato che però non è stato ancora nominato. Dice di essersi trovato dinanzi “a un fuoco di sbarramento”. Motivo di questo fronte contrario? Secondo l’intervistato si tratta di “una questione di potere, di consensi e di soldi”. Un’operazione simile, dice Mortellaro, comporta “necessariamente un trasferimento di competenze e di risorse umane e finanziarie verso il nuovo soggetto” e questo processo “incontra forti resistenze da parte di chi non vuole rinunciare a quelle attività”.

ECCO UN ESTRATTO DELL’INTERVISTA; QUI LA VERSIONE INTEGRALE

. «Premessa: per capire bene cosa c’è dietro bisogna innanzitutto conoscere i contenuti del Regolamento dell’Agenzia che è stato predisposto e al quale manca ancora l’autorizzazione del Consiglio di Stato. Questo documento stabilisce il campo d’azione dell’Agenzia e, nello spirito del decreto, è rivoluzionario rispetto al vecchio sistema. Nel senso che l’Agenzia intende verificare la corrispondenza dei piani di gestione delle manutenzioni delle strutture, programmati dai gestori pubblici e privati, alle urgenze evidenziate dalle ispezioni disposte dagli stessi gestori. E vuole anche verificare che le ispezioni siano fatte bene e che gli interventi siano eseguiti. Se si tiene conto che finora la Direzione di vigilanza sui concessionari autostradali del ministero si è occupata prevalentemente di sfalcio erba, rugosità dell’asfalto e lampadine sulle rampe senza intervenire sul controllo della sicurezza strutturale, il cambiamento è radicale».

A non volere l’Agenzia sarebbero il ministero e i concessionari autostradali?

«Preferisco far parlare i fatti. La prima levata di scudi c’e stata quando ho tirato fuori la bozza di Regolamento. Alla mia richiesta di visionare poi i piani di manutenzione, gelo. Hanno risposto solo i gestori pubblici di strade e ferrovie, cioè Anas ed Rfi. Dagli altri non è arrivato nulla e le Direzioni generali del ministero delle Infrastrutture non si sono adoperate adeguatamente per sbloccare la situazione. Resiste lo status quo. L’impressione è che non si vogliano spostare risorse dagli investimenti alle manutenzioni».

Si sente poco supportato dal governo?

«Non certamente dal ministro Toninelli, piuttosto da alcune componenti del ministero. La contraddizione è evidente: da una parte creano l’Agenzia per dare una svolta alla sicurezza del Paese e ne sottolineano l’urgenza nominandomi di corsa direttore, dall’altra non mi mettono a disposizione le risorse minime per iniziare a operare».

Lei ha presieduto la commissione ispettiva del ministero sul crollo del Morandi. Che idea si è fatto?

«Il Morandi è stato costruito con una tecnica particolare e innovativa che non consentiva facili ispezioni ma gli allerta erano stati evidenziati da alcune misurazioni, oltre che dallo stesso Morandi. Il nodo è sempre lo stesso: monitoraggio delle strutture e manutenzioni, che forse Autostrade ha ritardato».

Vede responsabilità del ministero sui mancati controlli?

«Il ministero non aveva l’obbligo della vigilanza strutturale, ahimè. Proprio per questa ragione nasce l’Agenzia, per far entrare nell’alveo pubblico questa importante funzione di controllo. E paradossalmente proprio dal ministero arrivano i maggiori ostacoli al cambiamento».

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