skip to Main Content

Draghi farà cappottare il gruppo Toto sulla Strada dei Parchi?

Strada dei Parchi: fatti, numeri e polemiche sull'autostrada della concessionaria che fa capo al gruppo Toto

 

Polemiche e tensioni sulla Strada dei Parchi, l’autostrada gestita dalla concessionaria del gruppo Toto.

Ecco le ultime novità.

LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO SULLA STRADA DEI PARCHI

“Le proiezioni riguardanti il costo dei pedaggi sulle Autostrade A24 e A25, contenute nel Piano economico, presentato dal commissario Fiorentino alla società Strada dei parchi e al ministero, sono improponibili e inaccettabili per i cittadini abruzzesi”. Lo ha detto oggi il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, riferendosi soprattutto alla domanda del ‘caro pedaggi’ che ha fatto scendere in piazza a manifestare, in questi anni, oltre 100 sindaci e amministratori locali del Lazio e dell’Abruzzo che da anni anche la messa in sicurezza delle Autostradeche collegano L’Abruzzo a Roma. “Con un ritardo di 2 anni viene proposto un Pef con alla base una serie di vincoli rispetto alla durata e agli investimenti, imposti dal ministero, che producono questo risultato assurdo – ha aggiunto il governatore regionale – Il ministero deve quindi assumere una decisione che invece continua a rinviare – ha spiegato Marsilio – Siamo stanchi di tavoli e di rinvii, ancora una volta arriviamo in prossimità della scadenza della sospensione dell’incremento dei pedaggi senza che nessuno, per tempo, sciolto questo nodo – ha concluso il presidente della Giunta regionale – Nel frattempo ci arriva una proposta di Pef irricevibile: è ora di dire basta a questo balletto, il Governo deve chiudere la partita sulla A24 e A25 in maniera chiara, restituendo certezza all’Abruzzo”.

DRAGHI FARA’ CAPPOTTARE IL GRUPPO TOTO?

La dichiarazione del presidente della regione non tocca i veri nodi del contendere. Infatti, secondo quanto ha scritto a febbraio il quotidiano Domani – “il governo Draghi ha deciso di revocare al gruppo Toto la concessione della Strada dei parchi, cioè delle autostrade A24 e A25 che collegano Roma all’Aquila e Pescara. L’obiettivo è di affidarle all’Anas. La trattativa è in corso, ma sono molti gli ostacoli da superare, a cominciare dai soldi. L’intera operazione vale 8 miliardi di euro circa, 6 di investimenti per rimettere in sesto i tracciati e 2 di indennizzi. Al gruppo Toto subentrerà Anas, l’azienda pubblica delle strade del gruppo Fs, a cui nel 1999 la gestione delle due autostrade è stata tolta a furor di popolo perché allora andavano di moda le privatizzazioni. E poi perché quei pezzi di strada l’Anas li stava tenendo malissimo con una società, la Sara, fallita due volte di fila. La decisione politica è presa, le trattative tra le parti stanno andando avanti da settimane anche se con molta fatica e il gruppo Toto si sta concentrando su un futuro industriale che non prevede le autostrade”. La parte più consistente – ha aggiunto il quotidiano – “riguarda gli investimenti, 6 miliardi per riportare le autostrade a un livello decente. E poi oltre 2 miliardi di indennizzi per il gruppo Toto tra investimenti già effettuati da remunerare, i mancati incassi previsti fino al termine della concessione nel 2030, i danni per il Covid e il recupero degli aumenti dei pedaggi fermi al 2017”.

LA DIFESA DI TOTO

Come si difende il gruppo Toto? La posizione del gruppo è possibile rintracciarla in un articolo recente di Tag43, sito-blog fondato da Paolo Madron e solitamente sfruculioso, ma sul dossier ha preso le difese della concessionaria:  “Si tratta di autostrada di montagna poco trafficata, con altissimi costi di manutenzione e gestione, cresciuti dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 (da quel momento ci sono state migliaia di scosse telluriche nelle zone attraversate dall’autostrada)”.

LA SITUAZIONE DELL’AUTOSTRADA SECONDO LA STAMPA

Diverso la situazione secondo il quotidiano La Stampa, che ieri ha scritto: “Da dieci anni Toto e governi dialogano e litigano sul nuovo piano economico per messa in sicurezza delle gallerie e adeguamento anti sismico. Un investimento da 6,5 miliardi di euro. Il punto è come ripartirli tra pubblico e privato e come gestirli. Mentre si discute, Strada dei Parchi non paga più le rate del canone ad Anas, motivando con terremoti e Covid. A fine 2020 il debito raggiunge i 700 milioni di euro. Anas è costretta a un accantonamento nel fondo svalutazione per «la complessa situazione creditoria», temendo «un significativo aumento della probabilità di default». E la Corte dei Conti segnala «notevolissimi profili di criticità atteso l’evidente stato di pervicace insolvenza che ne caratterizza il rapporto». Ma i governi Gentiloni e Conte congelano il debito”.

LE CRITICHE AL GRUPPO TOTO

Il quotidiano del gruppo Gedi ricorda peraltro che “dossier di associazioni civiche e note del ministero evidenziano piloni di viadotti ischeletriti, calcestruzzo ammalorato e monconi di ferro ossidato. Meno di 60 euro spesi su ogni 100 previsti per la prevenzione, stigmatizza l’Autorità anticorruzione, a fronte dei 96 autocertificati dal gestore. Appalti gestiti “in house” oltre i limiti di legge. E zero controlli perché l’ufficio ad hoc del ministero lamenta «l’impossibilità di effettuare visite ispettive adeguate per verificare lo stato di degrado a causa della drastica riduzione di personale», invocando però «interventi urgenti». Si muovono cinque Procure. Ferma la presunzione di non colpevolezza in attesa del processo, la Procura dell’Aquila contesta attentato alla sicurezza pubblica, disastro colposo per pericolo di crollo, frode in contratti pubblici. Indagati manager e tecnici nonché il patron Carlo Toto, «che si ingerisce in tutte le scelte societarie e aziendali, da quelle strategiche a quelle più minute e quotidiane»”.

IL BIVIO PER A24 E A25

Il duello colloca il governo a un bivio, sintetizza La Stampa: “Forzare la revoca unilaterale della concessione, mettendo in conto decennali e incerte code giudiziarie; o negoziare con Toto una rinazionalizzazione «modello Benetton». Toto chiede 2,5 miliardi per uscire con baci e abbracci. Sommati ai 6,5 di investimenti previsti per la messa in sicurezza, portano il conto per lo Stato a 9 miliardi. Il doppio di quanto previsto nei piani economico-finanziari mai approvati negli anni. È il costo della volontà politica di centralizzare in senso pubblicistico la gestione strategica del settore. A due mesi dai primi abboccamenti, la trattativa non ha fatto passi avanti. Forse per questo né Palazzo Chigi né il ministero commentano”.

Back To Top