Le Authority statunitensi accusano Fca di aver montato sui veicoli un software che avrebbe consentito emissioni diesel più alte degli standard. Le azioni della casa automobilistica crollano in Borsa
Anche Fca accusata di Dieselgate. Le Authority statunitensi accusano la casa automobilistica nazionale di aver falsato i dati sulle emissioni: i timori che la società stia per affrontare uno scandalo simile a quello che ha travolto Volkswagen, nel settembre del 2015, hanno fatto crollare il titolo.
Le accuse a Fiat
A lanciare le accuse di Dieselgate in casa Fiat Chrysler è l’Agenzia per la protezione ambientale americana, la stessa che aveva puntato il dito contro l’operato della casa tedesca, nel settembre 2015.
Come si legge direttamente sul sito dell’Agenzia, Fiat Chrysler avrebbe violato il Clear Air Act (le norme sulle emissioni), montando sui motori diesel dei propri veicoli un software che avrebbe consentito di truccare le emissioni: quelle emesse erano superiori a quanto consentito dalla legge. I veicoli coinvolti dovrebbero essere 104.000, tra Grand Cherokee e Dodge Ram.
Fca Us rigetta le accuse
Fca Us ha già risposto alle accuse. I “sistemi di controllo delle emissioni rispettano le normative applicabili”, assicura la casa automobilistica in una nota. Ad ogni modo, la società presentarà i propri argomenti al fine di “risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’Epa e i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative”.
Crollo in Borsa
Fca ha perso fino all’11,8% a Wall Street, mentre a Milano, il titolo è stato congelato. A Piazza Affri, infatti, le azioni di Fca sono arrivate a perdere oltre il 18%, dopo essere entrate più volte in asta di volatilità.