skip to Main Content

Bugatti

Da Ferrari a Bugatti, il super lusso non smette di sgasare

Ferrari, che nel solo quarto trimestre ha visto le consegne crescere del 13%, i ricavi del 17%, l'Ebitda del 18%, l'utile operativo del 13% e gli utili del 3%, si aspetta un 2023 d'oro e Bugatti sforna l'auto più costosa di sempre

È davvero un mondo a due velocità e chi può permettersi il lusso di correre su una Ferrari o una Bugatti (o magari su entrambe) lo sa bene. Mentre la maggior parte dei consumatori deve fare letteralmente i conti con crisi economica e inflazione, che hanno via via generato una significativa e progressiva perdita del potere d’acquisto, c’è anche chi non ha mai smesso di fare acquisti, concedendosi lo sfizio di introdurre nella propria scuderia privata qualche nuova vettura da sogno. E in tal senso le notizie che arrivano da Ferrari e Bugatti, due marchi emblema delle auto più belle, potenti e costose, confermano la sperequazione sociale in atto.

Esattamente come Rolls Royce, altro emblema delle auto per ricchi e ricchissimi, le cui vendite non sono mai andate tanto bene come in quest’ultimo periodo, anche Ferrari continua a infrangere tutti i record precedentemente stabiliti: non su pista ma nel bilancio. La Casa di Maranello nell’ultimo anno ha visto le consegne crescere del 18,5%, arrivando a piazzare ben 13.221 vetture, per il 78% legate ai nove modelli endotermici in gamma e per il 22% alle tre ibride.

I ricavi, grazie all’aumento dei volumi e al contributo delle personalizzazioni, sono migliorati del 19,3% (15,5% a cambi costanti), superando la soglia dei 5 miliardi di euro e toccando i 5,095 miliardi. Di questi, 4,34 miliardi sono attivati dalla vendita di automobili e ricambi (+21,5%) , 155 milioni dai motori (-18%), 479 milioni da sponsorizzazioni, proventi commerciali e marchio (+11,1%) e 120 milioni da altre fonti (+54,2%).

Il margine operativo lordo (Ebitda) è migliorato del 15,8% a 1,77 miliardi, per un’incidenza sui ricavi del 34,8% (35,9% nel 2021), mentre l’utile operativo è salito del 14,1% a 1,227 miliardi, per un margine del 24,1% (25,2%). I profitti sono cresciuti del 12,7% a 939 milioni e l’utile per azione a 5,09 euro (4,5 euro un anno fa). Bene anche i flussi di cassa, saliti da 642 milioni a 758 milioni. In miglioramento è risultato anche l’indebitamento industriale netto, sceso dai 297 milioni del 2021 a 207 milioni malgrado gli esborsi per dividendi (252 milioni) e per il riacquisto di azioni proprie (397 milioni).

PAPERONI DAGLI OCCHI A MANDORLA

A trainare le performance commerciali sono state la Portofino M, la famiglia SF90, la 296 GTB e la 812 Competizione. Dove si trovano i paperoni che oggi acquistano Ferrari? Prevalentemente in Cina, Hong Kong e Taiwan, con un +72,6%. Un dato significativo che meglio di tanti altri documenta il nuovo equilibrio economico che va assestandosi col sorpasso della Cina sugli USA. La regione Emea ha registrato un aumento dell’8,5%, le Americhe del 21,8% e l’Asia-Pacifico del 17,1%.

Per Ferrari anche il 2023 sarà d’oro: la famiglia 296 e la Purosangue dovrebbero spingere il fatturato intorno ai 5,7 miliardi, il margine operativo lordo tra 2,13 e 2,18 miliardi (circa il 38% del fatturato), l’utile operativo a 1,45/1,5 miliardi (26%), l’utile per azione a 6/6,2 euro e i flussi di cassa a 900 milioni.

NON È SOLO FERRARI A SETTARE RECORD, ANCHE BUGATTI

Oltre a Ferrari, c’è Bugatti che registra un nuovo record da scolpire sulla pietra, o su un lingotto. La Chiron Profilée, è stata venduta all’asta al Louvre di Parigi per 9,7 milioni di euro, somma mai toccata prima per una vettura a km 0. Gli esperti si aspettavano avrebbe raggiunto la somma di 5,5 milioni di euro, ma un testa a testa tra i compratori ha fatto praticamente doppiare quel traguardo.

E poi ci sono i costi di manutenzione. La testata The Drive si è divertita a calcolarli spalmati su una decade: il tagliando annuale costa 11.500 dollari più quello ogni quattro anni da 34mila dollari, quindi praticamente 100mila dollari (91.500 dollari) destinati ai tagliandi. Se si desidera estendere il periodo di copertura di garanzia sopra i 4 anni bisogna spendere altri 204mila dollari. Anche in quel caso resta fuori la manutenzione straordinaria, come per esempio un fanale posteriore che si rompe: per una Chiron costa più di 10mila dollari. E se si dovesse cambiare il motore? Il W16 quad-turbo da 8,0 litri costa più di 856mila dollari. Del resto sotto la carrozzeria ruggisce un propulsore in grado di impiegare 2,3 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h, 5,5 per raggiungere i 200 e 12,4 per toccare la quota di 300.

Back To Top