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Amburgo

La Germania si prepara a respingere la cinese Cosco dal porto di Amburgo

La Germania ha classificato come "critico" il terminale Tollerort nel porto di Amburgo: i cinesi di Cosco verranno respinti? Ecco fatti e scenari nell'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino.

Potrebbe esserci un colpo di scena nella vicenda dell’ingresso della società statale cinese Cosco in un terminal container del porto di Amburgo. Il governo tedesco si trova di fronte a fatti nuovi: secondo una ricerca condotta dal pool giornalistico investigativo composto dalle tv pubbliche regionali Ndr e Wdr e dalla Süddeutsche Zeitung, l’Ufficio federale per la sicurezza informatica (Bsi) ha ora classificato il terminal Tollerort in questione come “infrastruttura critica”, che quindi richiede una protezione speciale.

Un’indiscrezione rilanciata dalle tre testate e confermata da Hamburger Hafen und Logistik AG (Hhla), il gestore del terminal.

IL VALORE “CRITICO” DEL TERMINALE TOLLERORT DEL PORTO DI AMBURGO

La nuova classificazione come infrastruttura critica, parte dall’inizio del 2023. Il rapporto del Bsi parla di “gestione di un impianto di trasbordo in porti marittimi e interni con un volume di carico di 3,27 milioni di tonnellate all’anno”. A Tollerort, il volume di carico annuale è significativamente più alto, da qui il cambio di classificazione, che di per sé non obbliga le autorità politiche ad annullare automaticamente l’accordo con i cinesi, ma di certo per il governo federale si apre ora una questione molto delicata.

Anche perché proprio la circostanza che il terminal container di Tollerort non fosse considerato (fino alla fine dello scorso anno) un’infrastruttura critica era stato l’argomento centrale utilizzato dai fautori dell’ingresso di Cosco. Ad esempio Lars Klingbeil, il leader a livello federale dell’Spd (il partito del cancelliere che ha fortemente premuto per giungere all’accordo con Cosco, aveva testualmente dichiarato lo scorso dicembre che la trattativa riguardava in fondo “una partecipazione di minoranza in un terminal e non dell’ingresso dei cinesi in un’infrastruttura critica”. E il sindaco di Amburgo Peter Tschentscher, anche lui Spd, aveva assicurato che “né alla Cina né ad altri paesi sarebbe stato consentito accesso a infrastrutture critiche in Germania”.

COSA SUCCEDE ORA?

Anche il cancelliere Olaf Scholz aveva toccato l’argomento, dicendo in termini generali che era una preoccupazione legittima temere influenze estranee su infrastrutture sensibili, ma aveva liquidato la questione di Amburgo così: “In questo caso non è affatto così”.

Ora la decisione dell’autorità statale per la sicurezza digitale cambia comunque le carte in tavola, e può ridare fiato e voce a quanti – i Verdi su tutti – avevano osteggiato fino all’ultimo l’accordo fra Hamburger Hafen und Logistik e Cosco.

Non è ancora chiaro il motivo per cui la classificazione più severa del terminal da parte della BSI sia stata effettuata solo ora, scrive il sito di informazioni di Ard, il primo canale televisivo pubblico cappello delle varie testate regionali, che accenna a “difficoltà in passato nel flusso di informazioni tra la Bsi e la società di gestione del porto di Amburgo Hhla” che avrebbero causato non specificati “malumori” negli ambienti governativi di Berlino. A cosa ci si riferisca in maniera precisa, le tre testate impegnate nella ricerca non lo dicono.

Secondo il sito web della Bsi, le organizzazioni o le strutture sono considerate infrastrutture critiche se sono di particolare importanza per la “comunità statale”. In caso di guasto o compromissione, si verificherebbero “strozzature durature dell’approvvigionamento, interruzioni significative della sicurezza pubblica o altre conseguenze drammatiche”. E il porto di Amburgo, uno dei più grandi d’Europa, riveste un’importanza strategica per l’economia tedesca.

Ne sa qualcosa Olaf Scholz, a lungo sindaco della città anseatica. Da cancelliere si è ritrovato il dossier del terminal Tollerort sulla sua scrivania e ha compiuto i passi decisivi per favorire l’accordo, nonostante liberali e verdi all’interno del suo governo fossero contrari.

Inizialmente l’accordo stipulato fra la compagnia portuale di Amburgo e Cosco prevedeva l’acquisizione del 35% del terminal, uno dei tre del porto anseatico. La soluzione trovata dal cancelliere è stata di permettere ai cinesi di acquisire una quota più bassa, del 24,9%. In questo modo, hanno sostenuto gli sherpa di Scholz, il gruppo cinese, di proprietà statale, non avrà una minoranza di blocco in grado di esercitare un’influenza sulle decisioni della società che gestisce il terminal portuale.

CHI SOSTIENE E CHI NO L’ACCORDO CON COSCO

Le forze politiche e imprenditoriali di Amburgo sono quasi tutte dalla parte dell’accordo, con qualche distinguo solo dei Verdi locali. L’amministratore delegato di Hhla, Angela Titzrath, ha recentemente ribadito l’importanza del possibile ingresso di Cosco. Il governo federale deve essere consapevole della propria responsabilità nei confronti del porto di Amburgo, aveva detto Titzrath, ricordando che la Cina è di gran lunga il principale partner commerciale del porto. L’autorità portuale ha assicurato di aver attuato tutte le condizioni imposte dal governo federale nei contratti con Cosco e ora attende solo un riscontro da parte del Ministero dell’Economia. Hhla ha inoltre garantito che Cosco “non otterrà alcun diritto di accesso o di decisione con una partecipazione nel terminal di Tollerort, così come non otterrà alcun diritto sul terreno del terminal”.

Secondo le stime dell’Istituto di ricerca economica di Kiel (IfW), circa il 10% delle capacità portuali europee sono nelle mani di Cosco, tra cui quelle di concorrenti diretti di Amburgo come Rotterdam o Anversa. Ma permangono preoccupazioni per potenziali rischi per la sicurezza, timori che i servizi segreti cinesi possano accedere a informazioni sensibili sul trasporto di beni militari attraverso l’accesso ai sistemi informatici dei porti, accuse che Pechino ha di recente definito “eccessivamente paranoiche”.

Fatto sta che alcune forze politiche a livello federale (Verdi, cristiano-democratici, in buona parte anche i liberali) ritengono che dopo quanto accaduto con la Russia, sia opportuna una politica di maggiore attenzione verso stretti rapporti commerciali e politici con Stati autoritari. A cominciare dalla Cina. Nelle prossime settimane si vedrà quanto le nuove rivelazioni sul terminal del porto di Amburgo incideranno sugli ultimi passaggi verso l’accordo con Cosco.

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