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Airbus Renault Economia Circolare

Cosa faranno assieme Airbus e Renault nel settore delle batterie elettriche

Le due aziende intendono collaborare sull’ottimizzazione della gestione energetica e la riduzione del peso delle batterie, raddoppiando la densità energetica, con l'obiettivo di passare dalle celle chimiche (ioni di litio avanzati) a unità allo stato solido. I dettagli della partnership tra Renault e Airbus

 

Chi segue la sezione Mobilità di Start Magazine sa bene che quando si parla di batterie si parla inevitabilmente di Asia. Il protagonista indiscusso del comparto è Catl, che, oltre a essere il principale attore sul mercato, irretisce le Case occidentali con promesse che oggi paiono mirabolanti: secondo i suoi tecnici grazie ai nuovi accumulatori Qilin sarà possibile percorrere oltre 1.000 km con una singola carica. Si sono già accaparrate la nuova tecnologia due native elettriche cinesi: Li Auto (Li Xiang) e la Hozon New Energy Automobile. Fino a poco tempo fa al secondo posto della classifica c’era, fissa, la sudcoreana LG Energy Solution, con una quota di mercato che non era nemmeno la metà di quella di Catl, per chiudere con BYD. Fino poco tempo fa, appunto. In agosto, secondo un rapporto di SNE Research, società di ricerca con sede a Seoul, BYD ha operato uno storico sorpasso sulla sudcoreana e adesso i primi due gradini del podio sono occupati da cinesi. E proprio Tesla si affida all’Asia, con importanti accordi con Catl e con Panasonic. Quest’ultima aprirà un mega impianto a De Soto, città dell’area metropolitana di Kansas City, per realizzare una nuova fabbrica di batterie da 4 miliardi di dollari e 4 mila posti di lavoro, per fornire le auto di Elon Musk. Questo insomma il quadro globale. E l’Europa? Rischia di scivolare fuori dal mercato, soprattutto ora che gli USA con l’Inflation Reduction Act voluto da Joe Biden, (un corposo pacchetto di aiuti a sostegno dell’economia americana che contiene, tra le pieghe, diverse norme che rendono meno favorevoli ai paesi partner le esportazioni negli USA costringendoli ad aprire filiali sul territorio), sta spingendo gli attori esteri ad aprire gigafactory negli States.

L’ACCORDO TRA AIRBUS E RENAULT

Mentre il mondo dell’automotive attende che il legislatore comunitario risponda per le rime a Washington con misure protezionistiche proprie (chieste a gran voce nelle ultime ore anche da Thomas Schäfer, numero 1 di Volkswagen), un aiuto potrebbe arrivare al comparto dalla collaborazione annunciata tra Renault e Airbus. «Per la prima volta, due leader europei di diversi settori condividono le conoscenze ingegneristiche per plasmare il futuro dei velivoli ibridi-elettrici», ha dichiarato in una nota Gilles Le Borgne, vicepresidente esecutivo per l’ingegneria di Renault. Che ha aggiunto: «L’aviazione è un settore estremamente esigente in termini sia di sicurezza che di consumo energetico, così come l’industria automobilistica».

I due colossi nei rispettivi ambiti hanno difatti annunciato di avere siglato un’alleanza per innovare le tecnologie oggi esistenti e impiegate nella produzione di batterie. Si indagheranno e sperimenteranno congiuntamente soluzioni sullo stoccaggio di energia, con ogni probabilità uno degli ostacoli principali oggi esistenti per il lungo raggio nei veicoli elettrici. La partnership, del resto, dovrebbe consentire ad Airbus di sviluppare la tecnologia legata ai velivoli ibridi-elettrici.

OCCORRE PUNTARE SULLA CIRCULAR ECONOMY

Ma soprattutto Airbus e Renault studieranno soluzioni che riguarderanno l’intero ciclo di vita delle batterie elettriche. Non è un mistero che la Casa della Losanga sia consapevole del fatto che, vista la penuria di miniere in Europa, la strada per la competitività passi, nel comparto delle batterie, dal riciclo.

Al progetto, la Casa francese dedicherà perfino una nuova azienda, The Future Is Neutral, che mira a diventare leader su scala europea dell’economia circolare automobilistica, al servizio non solo degli altri marchi automobilistici ma anche dell’intero settore industriale.

Oggigiorno, hanno ricordato dal marchio della Losanga durante l’evento di presentazione, un nuovo veicolo contiene solo tra il 20 e il 30% di materiali riciclati da tutti i settori mentre l’obiettivo di Renault è arrivare nel 2030 a 3 milioni di tonnellate di acciaio riciclato (1,8 nel 2021) sestuplicando la quantità di plastica e rame recuperati, triplicando quella del platino, del palladio e del rodio e arrivando (a partire dal 2024) a 4.500 tonnellate di materiali riciclati dalle batterie delle auto elettriche.

Per farlo The Future Is Neutral sta aprendo una minoranza del proprio capitale a investitori esterni con l’obiettivo di cofinanziare investimenti per circa 500 milioni di euro fino al 2030. Quanto ai veicoli elettrici, il cui numero dovrebbe passare dai 10 milioni del 2020 agli oltre 100 milioni entro il 2030 in tutto il mondo, il Gruppo Renault insieme a Veolia, azienda specializzata nella gestione ottimizzata delle risorse, e Solvay, attore nel campo della chimica avanzata e dell’innovazione scientifica, avevano già annunciato una collaborazione per riciclare i metalli delle batterie elettriche.

L’obiettivo è quello di costituire una fonte di approvvigionamento sicura e sostenibile di metalli strategici per le batterie (cobalto, nickel, litio), valorizzando le rispettive competenze in ogni fase della catena del valore (raccolta delle batterie a fine vita, smantellamento, estrazione e purificazione dei metalli), migliorando i processi di riciclo delle batterie.

I metalli strategici derivati dalle batterie a fine vita dei veicoli elettrici saranno estratti, purificati e trasformati in materiali ad alta purezza pronti per essere riutilizzati per la produzione di nuove batterie. Se un tempo questi metalli erano recuperati in una forma esclusivamente destinata alle applicazioni metallurgiche, il nuovo procedimento a circuito chiuso dovrebbe contribuire alla riduzione dell’impronta ambientale delle future batterie dei veicoli elettrici.

I tre partner sono già attivamente impegnati in una fase sperimentale che comporta la realizzazione di uno stabilimento pilota in Francia, su scala preindustriale, in grado di estrarre e purificare i metalli contenuti nelle batterie a fine vita. E ora spunta anche la nuova partnership con Airbus.

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