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Nave Fasan Mar Rosso

Cosa farà Nave Fasan nel Mar Rosso

L’Italia invierà la fregata “Virginio Fasan” nel Mar Rosso, ma non participerà all'operazione Prosperity Guardian guidata dagli Usa. Ecco perché

 

Già domenica, vigilia di Natale, la Fremm (fregata europea multi-missione) italiana Virginio Fasan dovrebbe attraversare il canale di Suez.

Il nostro paese parteciperà con una fregata all’operazione per difendere la navigazione nel Mar Rosso. Con la guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, i ribelli houthi — sostenuti dall’Iran — stanno impiegando droni e razzi contro le navi mercantili in transito nel Mar Rosso per impedire che raggiungano Israele.

Secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto, “è necessario aumentare la presenza nell’area per creare le condizioni di stabilizzazione, evitare disastri ecologici e impedire il ritorno delle pressioni inflazionistiche” per questo l’Italia invierà nave Fasan.

L’annuncio ufficiale è arrivato il 19 dicembre dopo un videocollegamento a cui hanno partecipato il ministro alla Difesa, Guido Crosetto, e il capo del Pentagono, Lloyd Austin.

Ma “la decisione del ministero della Difesa di spostare nel Mar Rosso una delle sue unità navali avverrà nell’ambito di un’operazione già esistente e autorizzata dal parlamento, e non dell’operazione Prosperity Guardian, come riportato sui media ieri”, ha precisato in una nota il dicastero di Palazzo Baracchini.

Oggi Repubblica sottolinea che “conteranno le regole di ingaggio, da cui discenderà anche la scelta sull’eventuale passaggio parlamentare utile a fornire il perimetro legale all’impegno italiano”.

Secondo un analista del settore che chiede l’anonimato “la Difesa non partecipa alla missione Prosperity Guardian perché occorre il passaggio parlamentare”, dice a Startmag.

Tutti i dettagli.

IL CONTRIBUTO DELL’ITALIA

“L’Italia”, ha assicurato ieri Crosetto, “farà la sua parte, insieme alla comunità internazionale, per contrastare l’attività terroristica di destabilizzazione degli Houthi, che abbiamo già condannato pubblicamente, e per tutelare la prosperità del commercio e garantire la libertà di navigazione e il diritto internazionale”. Il Mar Rosso è difatti fondamentale per l’economia. “Lì calcolate che solo per quanto riguarda il petrolio passa il 10%, poi c’è il gas liquido. Noi rischiamo di ritrovarci con i porti deserti nelle prossime settimane” ha aggiunto il ministro Crosetto rispondendo, a margine della Conferenza degli Ambasciatori alla Farnesina, sulla situazione nel Mar Rosso. (qui l’approfondimento di Start Magazine sui costi della crisi per l’Italia)

LA MISSIONE PROSPERITY GUARDIAN GUIDATA DAGLI USA

Il giorno prima del videocollegamento tra Crosetto e l’omologo americano Austin, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti annunciava — alla luce “la recente escalation di sconsiderati attacchi Houthi provenienti dallo Yemen” nel Mar Rosso rappresenta una “sfida internazionale che richiede un’azione collettiva” — l’istituzione “dell’Operazione Prosperity Guardian, una nuova importante iniziativa multinazionale di sicurezza sotto l’egida delle Forze marittime combinate e la guida della sua Task Force 153, che si concentra sulla sicurezza nel Mar Rosso”.

Secondo la nota del Pentagono, l’operazione Prosperity Guardian “sta riunendo più paesi tra cui Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna, per affrontare congiuntamente le sfide alla sicurezza nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden, con l’obiettivo di garantire la libertà di navigazione per tutti i paesi e rafforzare la sicurezza e la prosperità regionale”.

Quindi l’Italia figura tra i Paesi che hanno aderito all’operazione internazionale “Prosperity Guardian”. Tuttavia il ministero della Difesa ha precisato che l’invio della Fremm italiana non contribuirà a questa missione guidata dall’alleato americano.

LE PRECISAZIONI DEL DICASTERO RETTO DA CROSETTO

“La decisione del ministero della Difesa di spostare nel Mar Rosso una delle sue unità navali avverrà nell’ambito di un’operazione già esistente e autorizzata dal parlamento, e non dell’operazione Prosperity Guardian”, si legge nella nota di Palazzo Baracchini.
“Alcuni media – vi si legge – hanno riportato la volontà italiana di aderire all’operazione Prosperity Guardian, recentemente lanciata dagli Stati Uniti per assicurare la libera navigazione del Mar Rosso e contrastare il crescente numero di attacchi del gruppo terroristico Houthi nei confronti del naviglio mercantile in transito. In realtà, la Difesa, rispondendo a una precisa richiesta di tutela degli interessi nazionali, pervenuta dagli armatori italiani, ha deciso di spostare nel Mar Rosso una delle sue unità navali già in Medio Oriente. Ciò, tuttavia, avverrà nell’ambito di un’operazione già esistente e autorizzata dal parlamento e non dell’operazione Prosperity Guardian”.

IL RUOLO DI NAVE FASAN NEL MAR ROSSO

Quindi “per capire bene cosa farà nave Fasan nel Mar Rosso bisogna capire la missione attuale” spiega un analista del settore a Startmag.

La fregata Fasan, dotata di missili Aster 30 e 15 in grado di garantire protezione in un raggio di 100 chilometri, che in futuro possa essere affiancata da una seconda nave italiana, non parteciperà al momento all’operazione Prosperity Guardian.

“I mandati delle due missioni navali europee nell’area già autorizzate dal Parlamento, infatti, non sono sufficienti: Eunavfor Atalanta è solo una missione anti-pirateria, mentre Emasoh/Agenor prevede solo la scorta ma la protezione attiva dei mercantili che non battano bandiera italiana”, ha spiegato Marco Pellegrini, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissioni Difesa di Montecitorio.
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