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Compagnie Aeree

Le compagnie aeree sbraitano contro l’Ue sui carburanti sostenibili

Secondo Lufthansa, Ryanair e le altre compagnie aeree europee, l'Unione europea deve fare come gli Stati Uniti e stimolare maggiormente la produzione di carburanti sostenibili per l'aviazione. Tutti i dettagli.

Airlines for Europe, l’organizzazione che raccoglie le principali compagnie aeree europee – tra cui Lufthansa, Ryanair, Air France-KLM, easyJet e International Airlines Group -, ha chiesto all’Unione europea di imitare i piani degli Stati Uniti per l’aumento della produzione di carburanti sostenibili per l’aviazione.

COSA SONO I CARBURANTI SOSTENIBILI PER L’AVIAZIONE

L’anno scorso le autorità europee hanno approvato una legge che obbliga le compagnie aeree a introdurre i cosiddetti sustainable aviation fuels (SAF) nei loro mix di carburanti, in modo da ridurre le emissioni del trasporto aereo. I SAF sono carburanti grossomodo equivalenti ai normali combustibili fossili, ottenuti da fonti organiche o per via sintetica. Pur rilasciando CO2 quando vengono bruciati, i SAF hanno un’impronta carbonica complessivamente inferiore rispetto al jet fuel tradizionale, a base di cherosene: questo perché la CO2 che contengono è “riciclata”, cioè prelevata dall’aria o contenuta negli scarti organici utilizzati come materia prima.

IN EUROPA LA PRODUZIONE È TROPPO BASSA

La legge europea prevede che le compagnie aeree inseriscano una quota del 2 per cento di carburanti sostenibili nel loro mix dal 2025; la percentuale salirà al 6 per cento nel 2030 e poi al 70 per cento dal 2050. Airlines for Europe lamenta però che la produzione europea di SAF è troppo bassa e che rischia di non reggere il confronto con quella statunitense, sostenuta dagli incentivi pubblici dell’Inflation Reduction Act.

L’amministrazione di Joe Biden ha stanziato sovvenzioni e crediti d’imposta per lo sviluppo dei SAF per un totale di 3,3 miliardi di dollari.

“Negli Stati Uniti la produzione di SAF è altamente incentivata”, ha detto l’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr. “Abbiamo bisogno di quelle soluzioni qui in Europa”. L’amministratore delegato di International Airlines Group (che possiede, tra gli altri, il marchio British Airlines), Luis Gallego, ha aggiunto che “il 90 per cento degli investimenti in nuovi impianti di SAF è negli Stati Uniti”. A detta di Gallego, le compagnie aeree europee rischiano di non avere abbastanza SAF a disposizione per poter rispettare le direttive europee: mancano gli impianti produttivi e gli annunci di investimenti sono scarsi.

IL PROBLEMA DEL PREZZO

Uno dei problemi principali dei SAF, però, che potrebbe limitarne la diffusione, è il prezzo molto superiore a quello del tradizionale jet fuel: costano “da due a sei volte in più rispetto al carburante fossile”, secondo un brief di Cassa depositi e prestiti.

I carburanti sostenibili da fonte organica, in particolare, hanno anche un problema di scalabilità dovuto alla ridotta disponibilità di materie prime rispetto alle necessità del settore. Attualmente, i SAF valgono meno dello 0,1 per cento del totale dei carburanti per l’aviazione utilizzati nel mondo.

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