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Tesla

Come Tesla aggirerà la carenza di microchip

Tesla costruirà uno stabilimento dedicato per la produzione di microchip? Il piano c'è, ma i costi sono esorbitanti

La carenza di microchip solletica la vena imprenditoriale di Elon Musk.

La sua Tesla è pronta, secondo quanto scrive il Financial Times, ad avviare la produzione in house di chip. Prevista la nascita di un nuovo stabilimento dedicato, ma i costi ammonterebbero ad almeno 20 miliardi di dollari. Tutti i dettagli.

LE INTENZIONI DI ELON MUSK

Partiamo dalle indiscrezioni. Secondo Ft, Elon Musk ha già un piano definito per avviare una produzione di microchip, in uno stabilimento di proprietà dedicato. Il piano sarebbe ancora in fase preliminare.

“In un primo momento acquisteranno capacità produttiva, ma stanno attivamente valutando l’acquisto della loro fucina”, ha affermato Ambrose Conroy, fondatore e amministratore delegato di Seraph Consulting, società di consulenza per la catena di fornitura di Tesla.

AGGIRARE LA CRISI DEI MICROCHIP

L’avvio della produzione casalinga potrebbe aggirare il problema della carenza mondiale di microchip, a causa della quale il settore ha avuto una flessione del giro d’affari nel 2021 del 5% secondo le stime Fitch.

COSTI TROPPO ALTI

Certo anche aggirare l’ostacolo per Tesla avrebbe un costo importante: circa 20 miliardi di dollari, secondo quanto riporta MF-Milano Finanza. E questo, forse, potrebbe far fare un passo indietro a Musk. “Quando si renderanno conto dell’onere finanziario che un impianto del genere comporta, faranno un passo indietro”, ha commentato Velu Sinha, partner di Bain & Company.

MANO TESA DI BIDEN?

Potrebbe arrivare in soccorso Biden, che ha stanziato 50 miliardi di dollari per sostenere lo sviluppo dell’industria statunitense. Dollari, però, che avrebbero già una loro collazione, almeno per grande parte, per Intel, Samsung e Tsmc. Ci sarà posto anche per Musk?

A.A.A. AIUTO CERCANSI

Nell’attesa, Tesla cercare degli alleati. Sempre secondo il Financial Times, infatti, la casa auto elettrica starebbe pensando ad un accordo con aziende taiwanesi, statunitensi e sudcoreane per pagare le componenti elettriche in anticipo, battendo sul tempo gli altri operatori del settore.

“Questi accordi sono un’eccezione del classico modello di business”, ha spiegato un esecutivo statunitense. “Il momento in cui si riserva parte della produzione a un unico cliente, la flessibilità delle vendite scompare”.

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