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Come l’Italia può far sgommare le auto elettriche

Serve più energia rinnovabile per rendere davvero green le auto elettriche. Il corsivo di Nunzio Ingiusto

Novembre mese sprint per le auto elettriche? Forse sì, forse no.

Una quota minima di vendita di veicoli a zero emissione. È quello che si aspettano entro questo mese le case produttrici. Un attesa che, guarda caso, ha finito con coincidere con l’emergenza coronavirus. La Commissione europea, infatti, si era impegnata ad emettere il nuovo regolamento di vendita di auto e furgoni entro novembre, allo scopo di risollevare i dati sull’inquinamento ambientale. Il Covid si è messo in mezzo, ma viene scansato.

Gli stop alla circolazione durante i lockdown dei vari Paesi hanno fatto scendere i livelli di smog solo per poche settimane. Poi tutti di nuovo nelle proprie auto a spostarsi in lungo e largo. Ma ci sono anche i veicoli elettrici, si dice. Sì, ma in tutta Europa sono solo l’1,7 % del totale dei veicoli in circolazione. Quindi incidono poco per cui i gas di benzina e diesel restano sulle nostre teste.

L’emergenza da Covid 19 non ha fermato le strategie delle case automobilistiche. In un modo o nell’altro vogliono tutte scendere dal banco dei maggiori accusati di inquinamento. A Roma come a Parigi e a Berlino.

Tutti i marchi da tempo sono sotto osservazione dell’Ue per l’emissione di Co2 dai loro motori green. Propulsori che emettono scarichi dovuti alla “qualità” dell’elettricità. Secondo gli ultimi dati dell’Università VUB di Bruxelles e dell’Agenzia Transport & Environment (T&E), però, le case produttrici stanno rientrando nei parametri di scarico accettati. Una straordinaria notizia che consentirebbe loro di risparmiare la bellezza di 14 miliardi di euro di multe. Una montagna di soldi sul business concepita per spingere ancora di più i costruttori verso la mobilità sostenibile.

L’Italia, fresca di condanna dalla Corte di giustizia Ue per violazione delle norme sull’inquinamento, non è fuori da questa partita. Anzi può guadagnare qualche punto mediante un aumento della produzione di elettricità pulita. In pratica può abbassare le miscelazioni energetiche, che contengono carbonio, per produrre corrente. Deve puntare solo su elettricità da fonti rinnovabili e rinunciare a qualche autoelogio come spesso sentiamo.

Si tratta di favorire un processo tecnico industriale su più livelli per spingere auto elettriche che non emettono gas nocivi. Il destino di queste proposte – emerse peraltro anche dallo studio di Transport & Environment – è nelle mani del governo e delle aziende energetiche che hanno un’ulteriore occasione per dimostrare di saper scegliere da che parte stare.

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