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Come frenano i conti di Renault (che si aggrappa a De Meo)

Renault chiude il 2019 con un utile quasi azzerato. E non prevede di rimettersi in carreggiata a stretto giro. Le sfide di De Meo

Renault in rosso per la prima volta dopo 10 anni. La casa auto non riesce ad uscire dal tunnel dopo lo scandalo che ha portato all’arresto del patron Carlos Ghosn: chiude il 2019 in rosso e, causa coronavirus e regole sulle nuove emissioni, non prevede di riprendere a sgommare, economicamente parlando, a stretto giro.

I NUMERI

I numeri della casa sono decisamente negativi: il costruttore di auto, nel 2019, ha registrato un utile di 19 milioni di euro, una cifra quasi azzerata, soprattutto se confrontata ai 3,45 miliardi di euro realizzati lo scorso anno. I ricavi sono scesi del 3,3% a 55,5 miliardi (-2,7% a cambi costanti) e un utile operativo sceso da 2,99 a 2,1 miliardi. I veicoli venduti sono scesi del 3,4% a quota 3,8 milioni di unità.

IL PESO DI NISSAN

A pesare, in maniera importante, sul bilancio della società è la pessima annata di Nissan. Il crollo dell’utile “è stato causato da una posta fiscale differita di 753 milioni di euro in Francia e, soprattutto, dal calo di 1,73 miliardi di euro del contributo delle imprese collegate, sceso da 1,54 miliardi a -190 milioni, prevalentemente a causa dei risultati di Nissan (da 1,51 a 242 milioni)”, spiega il gruppo francese, che controlla il 43% del capitale della giapponese.

TAGLIO DEL DIVIDENDO

I numeri negativi hanno costretto la casa auto, mancata sposa di Fca nel 2019, a tagliare il dividendo dai 3,55 euro del 2018 a 1,1 euro per azione.

NESSUNA RIPRESA A STRETTO GIRO

Nessuna ripresa in vista questo 2020. “La visibilità per il 2020 resta limitata a causa dell’attesa volatilità della domanda, in particolare in Europa a causa della normativa CAFE (relativa alle emissioni, ndr) e dei possibili impatti del coronavirus”, sostiene Clotilde Delbos, ceo ad interim di Renault, nella nota sui risultati 2019 del gruppo francese.

“Nonostante ciò – ha proseguito – il rafforzamento del management team, la ripresa dell’Alleanza e il successo dei nuovi modelli mi rende profondamente fiduciosa nella nostra capacità di rilanciare il gruppo”.

LE STIME PER IL 2020

Il gruppo stima che quest’anno il mercato dell’auto cali di almeno il 3% in Europa, del 3% in Russia e cresca di almeno il 5% in Brasile. In questo contesto, la casa auto francese punta a conseguire ricavi in linea con il 2019 a cambi costanti e un margine del 3-4%. “Questa guidance – si legge nella nota sui conti – non considera i possibili impatti collegati alla crisi sanitaria innescata dal coronavirus”.

LUCA DE MEO, NUOVO AD: UNA SFIDA IMPORTANTE

Avrà da lavorare (e non poco), dunque, Luca de Meo, l’ex-capo di Seat, che sarà il prossimo CEO di Renault (con un stipendio minimo di circa 2 milioni di euro l’anno. Guadagnerà più dei suoi predecessori Bolloré e Ghos).

Tra le sfide più importanti quella non solo di rimettere i conti sulla giusta carreggiata, ma anche quella di far ritrovare un equilibrio alla travagliata alleanza con Nissan-Misthubishi (messa a rischio dall’arresto di Carlos Ghosn). Il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, su questo non sembra avere dubbi: tra le priorità della casa francese c’è quella di stringere sempre più i rapporti tra i gruppi europeo e asiatici, con nuovi progetti comuni da sviluppare.

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