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Cina

La Cina ha sorpassato tutti con le auto elettriche

La Cina ha sorpassato il Giappone per diventare la maggiore esportatrice di auto elettriche: Tesla e Ford avevano già lanciato l'allarme. Pechino punta adesso a dominare il mercato asiatico.

Nel primo trimestre di quest’anno il volume di esportazioni globali dei produttori cinesi di auto elettriche ha superato quello del Giappone, con la Germania retrocessa al terzo posto. È questo il sorprendente risultato riportato in un articolo di Forbes che conferma le previsioni formulate dai Ceo di Ford e Tesla secondo cui i cinesi sono ormai i principali competitori con cui si devono misurare i colossi americani dell’Automotive.

Il sorpasso della Cina

Il sorpasso della Cina sul Giappone come principale esportatore di auto elettriche nel mondo si è consumato nel primo trimestre di quest’anno, scrive Forbes citando i dati del governo di Pechino.

Nei primi tre mesi del 2023, infatti, la Cina ha esportato un totale 1,07 milioni di auto elettriche, con un incremento del 58% rispetto all’anno scorso. Il Giappone si è invece fermato a quota 945.000, venendo così scalzato dalla testa della classifica. Declassamento anche per i produttori tedeschi, che dal precedente secondo posto dietro al Giappone si collocano ora solo al terzo posto.

Tra i colossi dell’automotive cinese che figurano in testa alla classifica degli esportatori troviamo anzitutto SAIC Motor, che, di proprietà statale, controlla anche il marchio MG, e poi BYD auto, sussidiaria della multinazionale industriale BYD Company, che conta tra i suoi investitori l’americano Warren Buffett.

Le ragioni del successo dell’auto elettrica cinese

Tra le ragioni di questa straordinaria performance dell’auto elettrica cinese c’è la crescita globale della domanda, legata all’introduzione da parte di vari Stati di una legislazione orientata a sviluppare il mercato delle auto green e a limitare il consumo di combustibili fossili.

A spingere all’insù la quota di mercato delle auto cinesi sono intervenute anche le sanzioni occidentali alla Russia, che hanno costretto Mosca a rivolgersi alla Cina per i propri veicoli, generando una vera e propria manna per produttori come Great Wall, Chery e Geely.

Come osserva Forbes, la Cina si trova meglio piazzata di altri Paesi per venire incontro alla domanda globale di auto elettriche: lo dimostrano i dati dell’International Energy Agency, secondo i quali il Dragone produce il 75% delle batterie di litio nel mondo, l’85% degli anodi e il 75% dei catodi.

Prossimo obiettivo: la conquista del mercato asiatico

Come scrive il Bangkok Post, i produttori di auto elettriche cinesi puntano ormai a scavalcare il Giappone anche in quello che è stato fino ad ora il suo mercato naturale, quello asiatico, in cui la quota di mercato del Sol Levante è dell’80%.

Per centrare questo obiettivo, produttori cinesi come BYD puntano su una duplice strategia: rafforzare la propria presenza locale attraverso la costruzione di nuovi impianti nei Paesi di sbocco, e moltiplicare l’offerta di modelli a buon mercato.

Come primo stabilimento produttivo fuori dalla madre patria, BYD ha scelto la Tailandia e nella fattispecie la provincia orientale di Rayong, dove la compagnai punta a sfornare 150.000 veicoli già l’anno prossimo.

Come indicatore del crescente interesse dei consumatori tailandesi per le auto di BYD, il Bangkok Post segnala il grande consenso riscosso dal modello ATTO 3 che, al Bangkok International Motor Show, il più grande salone dell’auto del Sudest asiatico, ha venduto nello spazio dei dodici giorni della kermesse 2.700 esemplari su un totale di 43.000 ordini, gran parte dei quali ancora rivolti ai modelli di Toyota e Honda.

Le parole emblematiche del Ceo di Ford

A suggellare l’ascesa dei produttori cinesi e la loro aspirazione di leadership globale sono intervenute pochi giorni fa le dichiarazioni del Ceo di Ford Jim Farley rilasciate al Morgan Stanley Sustainable Finance Summit.

“Penso che i nostri principali competitori non siano GM o Toyota ma i cinesi”, ha affermato Farley con parole riportate da Reuters, aggiungendo che “i cinesi stanno per diventare la powerhouse”.

I “vincitori” della competizione mondiale sull’auto elettrica individuati dal Ceo sono produttori come la stessa BYD e poi Geely, Gatewall e Changan. I due motivi dietro tali affermazioni sono da un lato la leadership cinese nelle batterie e dall’altro i costi. A tal proposito Farley ha dichiarato: “Come puoi batterli sui costi se la loro scala di costi è cinque volte inferiore ai nostri?”.

La sentenza di Elon Musk

La presa di posizione del Ceo di Ford riecheggia di fatto quella sostenuta da Elon Musk in occasione della pubblicazione dei risultati di esercizio di Tesla per il 2022, quando il fondatore dell’azienda di auto elettriche più famosa nonché leader mondiale ha previsto, come riportò a quel tempo Reuters, che i cinesi “saranno probabilmente i secondi in questa competizione”.

I cinesi, ha sottolineato Musk, “lavorano sodo e lavorano nel modo più intelligente. Ecco perché immaginiamo che qualche compagnia cinese possa diventare il secondo produttore dietro Tesla”.

Il fondatore di Tesla, SpaceX e Starlink non è nuovo a questo tipo di esternazioni, fa notare Reuters. Nel 2021, ossia nel pieno della stagione dei lockdown, Musk osservò come i produttori cinesi fossero “i più competitivi nel mondo” lodandone le competenze nel software e l’etica del lavoro.

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