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KTM Agusta

Chi sono e cosa fanno gli austriaci di Ktm che montano su MV Agusta

Il marchio austriaco Ktm, che da sempre corteggia Ducati, porta a casa il 25% di un'altra storica azienda italiana: Mc Augusta. Antipasto di altro shopping in Italia?

Non c’è stata, non ancora, l’acquisizione che si vocifera da tempo. Ma l’avvicinamento è di quelli importanti. L’austriaca, Kronreif und Trunkenpolz Mattighofen, meglio nota tra gli appassionati di moto come Ktm, entra nel capitale e nelle attività dello storico marchio lombardo MV Agusta con il 25,1% delle azioni. L’accordo firmato dalla casa varesina e dal gruppo austriaco Pierer Mobility AG (che controlla Ktm), annunciato a inizio novembre, sarà reso operativo nel corso del mese.

COSA FA KTM CON MV AGUSTA

L’acquirente, holding quotata a Vienna, già proprietario, oltre che di Ktm, della svedese Husqvarna e la spagnola Gasgas (e da tempo con gli occhi puntati su Ducati, acquistata una decina d’anni fa dal Gruppo VW  per circa 730 milioni di euro), procederà attraverso un aumento di capitale e si occuperà di distribuire globalmente parte della gamma delle moto prodotte nella fabbrica di Schiranna, la frazione di Varese dove sorge il complesso produttivo MV Agusta. Ktm prenderà in carico anche le operazioni di approvvigionamento.

Il primo annuncio in tema risale a questa estate, quando l’Ad del gruppo aveva detto in merito alla famiglia russa Sardarov, che nel 2019 ha rilevato la proprietà dell’azienda italiana entrata in concordato preventivo nel 2017: “Roman Sardarov è nella lista delle sanzioni dalla guerra in Ucraina. Ha fatto una dichiarazione chiara fin dall’inizio e si è espresso contro l’invasione”, per poi aggiungere: “MV Agusta è sicuramente un marchio rispettabile e collaudato con buoni concetti. Ma mi dispiace davvero per loro per le sanzioni. Non è facile per questa azienda”.

Non è la prima volta, del resto, che il visionario imprenditore dietro alla Pierer, Stefan Pierer, approfitta di una situazione di caos per dare un’arpata al proprio obiettivo: provò a fare la stessa cosa con la Ducati fresca di acquisizione del Gruppo VW, quando il marchio finì sotto Audi e non sembrava avere una collocazione che soddisfacesse gli italiani, ma senza successo.

TUTTI I MARCHI DEL GRUPPO AGUSTA DOPO KTM

Pierer Mobility AG, società che dal 2019 controlla il 51,7% di KTM Motorcycles, il 100% di Husqvarna e il 60% di Gas Gas, ha anche una joint venture con l’indiana Bajaj Auto che potrebbe diventare sempre più cruciale, dato che il subcontinente asiatico è in fermento economico e in piena transizione ecologica: quella potrebbe essere la sede principale dell’elettrificazione del marchio.

LA VISIONE “LUCI E OMBRE” DI PIERER SUI MOTORI ELETTRICI

In realtà, Stefan Pierer, capace di risollevare Ktm (data per spacciata circa 30 anni fa) portandola a essere il principale costruttore europeo, non è un noto sostenitore dei motori elettrici. Ha fatto scalpore la sua dichiarazione all’inizio di quest’anno sulla corsa all’elettrificazione, definita senza mezzi termini una “schwachsinn”, versione un bel po’ più acida del nostrano “sciocchezza” (è più dalle parti di str…ata), sostenendo che i propulsori a combustione continueranno a esistere.

Detto da chi piazza in Europa ogni anno più di trecentomila motociclette, non è poco. Anche perché Pierer è Presidente della ACEM-European Association of Motorcycle Manufacturers e numero 1 di MSMA , che rappresenta tutte le case motociclistiche in materia di specifiche tecniche e regolamenti in MotoGP e Superbike.

Per la precisione, il Ceo di KTM, parlando col sito tedesco Speedweek, aveva fatto un discorso più circostanziato rispetto a come è stato ripreso dai media, che è giusto riportare una volta per tutte per intero per chiarire che molte polemiche che sono seguite erano basate su frasi decontestualizzate: “Non c’è una data di scadenza per i motori a combustione interna nei GP e non ci sarà, anche se le case automobilistiche come Audi annunciano la cessazione della produzione di tali motori a partire dal 2033. Avremo motori a combustione interna per sempre. La mobilità elettrica è una sciocchezza promossa da politici che non hanno una formazione scientifica. Le moto della MotoGP che completano una gara con 20 litri di carburante, richiedono una certa quantità di energia, misurando efficienza e distanza totale, che puoi avere solo se utilizzi un pacco batteria da 500 kg. Devi prima pensare a qualcosa di così stupidamente semplice, prima di fare qualsiasi proposta”.

LA QUOTA DI MERCATO

Queste insomma le dichiarazioni con tanto di contesto. Del resto, Ktm è tra i marchi delle dueruote, uno dei più interessati all’elettrificazione e il Gruppo, checché ne dica il Ceo, è già attivo nella produzione di di biciclette e scooter elettrici leggeri (fanno parte della famiglia anche la società tedesca R-Raymon specializzata in e-bike e il marchio cult statunitense FELT Bicycles).

Abbiamo parlato delle oltre trecentomila moto piazzate in Europa: per la precisione, nel 2021 la vendita complessiva è stata di 332.881 unità. Il Gruppo nel piano industriale del 2019 aveva fissato l’asticella a 400mila dueruote, ma c’è stata di mezzo una pandemia, quindi tutto sommato gli austriaci hanno portato a casa un aumento di +23% sul 2020 (270.407) e, aspetto più importante un +18,8% sulle vendite del 2019. In particolare, le moto a marchio KTM sono state 249.200, le Husqvarna 60.801 e le GasGas 22.790. La quota di mercato dei tre marchi si è perciò attestata all’11,5%.

Nella sola Europa sono state consegnate circa 120.000 moto (+20%), circa la metà sono andate invece in Nord America (66.000 moto per un +25%), mentre in forte crescita i mercati indiano e australiano (21.000 unità e un +26%) anche se la crescita più sostenuta è stata registrata in Sud America (+62%) con 32.500 moto, e in Asia (+56%) con 30.000 moto vendute. In India, a fronte di una ripresa generale del 2%, Bajaj ha venduto 60.000 moto marchiate KTM e Husqvarna per una quota di mercato del 7%. Nei mercati americano e australiano, le quote di mercato dei marchi di Pierer Mobility hanno raggiunto rispettivamente l’11,3 e il 19,7%.

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