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Bonus Bici

Che fine ha fatto il bonus bici? La misura ha le gomme a terra

Il punto (con polemiche) sul bonus bici

Continuano gli inciampi dell’esecutivo in materia di bonus post pandemia. Dopo le lamentele dei professionisti per via dei numerosi ritardi degli aiuti e per la decisione di escluderli dal contributo a fondo perduto per gli imprenditori (Start ha seguito la vicenda fino agli ultimi sviluppi), salvo poi scoprire che i due assegni da 600 euro e l’ultimo da mille erano finiti anche nelle tasche di alcuni furbetti che siedono in Parlamento, dopo l’errore in Gazzetta ufficiale che escludeva dai benefici per i ristoranti tutti coloro che hanno aperto l’attività prima del 2019 e il vistoso flop del bonus turismo, adesso a dare ancora problemi è il bonus (voluto dai soli 5 Stelle, inviso a tutti gli altri partiti, anche all’interno della maggioranza) per l’acquisto bici o bonus monopattino, che dir si voglia. Infatti sembra proprio destinato a slittare ancora.

BONUS BICI “IN FUGA”

È un bonus bici perennemente “in fuga” (per usare una terminologia ciclistica), quello studiato dall’esecutivo di Giuseppe Conte. Previsto inizialmente per l’inizio dell’estate, promesso successivamente entro e non oltre il 18 luglio (giorno in cui il Parlamento ha dato l’ok definitivo all’intero corpo normativo convertendo il decreto in legge) e poi rinviato a fine agosto, ora è ufficialmente latitante.

IL PASTICCIO DEGLI SCONTRINI

A giocare un ruolo importante nei rinvii la querelle estiva tra i due ministeri competenti, Infrastrutture (a guida PD) da un lato e Ambiente (di competenza 5 Stelle) dall’altro, sugli scontrini. Querelle che aveva già provocato diversi mal di pancia a chi era subito corso ad acquistare una bici o un monopattino e si era poi trovato ad avere a che fare con regole nuove che lo privavano delle pezze d’appoggio per accedere al rimborso statale. Dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti retto da Paola De Micheli si sosteneva infatti che, per accedere al bonus bici, bastasse allegare il semplice scontrino, il dicastero di Sergio Costa ha preteso e ottenuto quello “parlante”, ovvero lo scontrino che reca, oltre all’importo pagato, altre informazioni come la tipologia, la quantità e la natura della merce oltre al codice fiscale dell’acquirente. Parecchio utile, in questi casi, per evitare i furbetti, ma il bisticcio – pasticcio avvenuto in itinere ha comunque creato non pochi problemi a negozianti e acquirenti, tutti parecchio infuriati.

MANCANO I SOLDI

Ora, però, il problema è un altro. Dei 210 milioni previsti per il bonus bici, a conti fatti sul piatto ce ne sono molti meno. Con ogni probabilità manca ancora la metà – all’incirca – dell’importo complessivo. Il rischio, dunque, è che se si avviasse adesso il portale e l’app per accedere al bonus tutto si trasformi in un ennesimo clic day, con buona parte della platea destinata però a restare fuori dall’uscio. Perciò l’esecutivo è obbligato a rinviare ancora una volta tutto a data da destinarsi, a quando, cioè, ci saranno le coperture. Nel frattempo, a chi ha acquistato la bici non resta altro che pedalare…

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